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Bullettino di archeologia cristiana — 5.1867

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Nr. 1 (Gennaro e Febbraro 1867)
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Iscrizione trovata in Ostia di un M. Anneo Paolo Pietro: e le relazioni tra Paolo l'apostolo e Seneca
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https://doi.org/10.11588/diglit.17354#0011

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stolo; di niun Petrus Paulus, ovvero Paulus Petrus, mi
sovviene nelle epigrafi dei primi sei secoli. Laonde il
litolello ostiense ci dà un esempio unico nell'antica
nomenclatura; e fa d'uopo cercare, se possiamo ren-
derne alcuna ragione.

Or bene si ponga mente a questo, che il cognome
primeggiatile è quello di Paolo. Paulus si appellò il
M. Anneo padre, e Paulus Petrus il M. Anneo figliuolo.
Petrus adunque è cognome aggiunto per queir indis-
solubile unione, che le memorie ed il culto dei due
apostoli sempre strinse e rese inseparabili. Ma qui non
è Pietro, come per lo più suole avvenire, che chiama
dietro a sè il ricordo di Paolo; viceversa al nome del-
l'apostolo delle genti è soggiunto per complemento
quello del principe del collegio apostolico. In somma
in cotesti Annei il cognome principale è Paolo; Pietro
è cognome concomitante. Un sì singolare esempio di
nomenclatura cade in persone appellate col gentilizio
appunto di Seneca, delle cui relazioni con Paolo fra
gli antichi fedeli era fama o tradizione. E colesti Annei
Paoli hanno il prenome Marcus; che fu altresì quello
del fratello di Seneca, M. Anneo Gallione proconsole
dell'Acaja, al cui tribunale l'apostolo fu trascinato.
Nello scorso anno divulgando una tavola arvalica, che
determina il semestre preciso del consolato di Anneo
Seneca, ho dimostrato la cronologia mettere in chiaro,
che dell'apostolo dovette fare conoscenza il console
filosofo destinalo ad esaminarne la causa nel consiglio
del principe (1). Oggi troviamo due Marci Annei, di-
scendenti forse o dalla famiglia o da liberti di L. Anneo
Seneca o di M. Anneo Gallione ; i quali con strano
sistema di cognomi affettano il ricordo di Paolo e di
Paolo con Pietro. Riduciamoci a memoria ciò che nel
Bulietlino il compianto Cavedoni ha insegnato, gli an-
tichi avere adottalo i nomi e cognomi delle persone,
colle quali avevano avuto inlime o benefiche rela-
zioni (2); e vedremo la singolarità, di che cerco la
ragione, ricevere naturale spiegazione dalla vera o
credula intimità tra Seneca il filosofo e Paolo l'apo-
stolo. Le lettere mutue di Paolo e di Seneca , docu-
menti apocrifi, ma assai antichi, sono prova manifesta
dell'opinione corrente fra gli uomini del secolo terzo
o quarto. Gli strani cognomi adoperati in una fami-
glia di Annei sembrano avere alcun legame con la
predelta opinione; e ce ne persuadono l'antichità.

Resta a discutere il dubbio sulla cristianità del-
l'epitaffio. Tutto il ragionamento premesso pare esi-
gere imperiosamente, che io dichiari cristiano il novello
tilolelto ostiense. Ed in vero i cognomi degli apostoli
ed il loro ricordo possono tener luogo di un segno
religioso, che designi la fede del defonto; malgrado il
ì). M. per inavvertenza o per altra ragione intruso o
tolleralo in questa pietra sepolcrale, come in altre dei
cemeteri di Roma e deli'antico mondo romano. Ma
posto pure che l'epigrafe non fosse di persone cri-

ri) V- Culi. 1866 pag. 62.
[%} V. Muli. 1865 pag. iò.

sliane ; non perciò i cognomi congiunti Petrus Paulus,
inauditi nella classica nomenclalura, perderebbero la
significazione originaria dichiarata dalla positiva testi-
monianza della storia ecclesiastica ; la quale inoltre nel
nel caso di questo marmo coincide coli'opinione delle
relazioni tra Anneo Seneca e l'apostolo. Se i nominati
nell'epigrafe ostiense fossero pagani, farebbe d'uopo
crederli discendenti da Cristiani ; e da questi avreb-
bero ereditato i cognomi, la cui origine relativa a
Pietro e Paolo apostoli ò evidente. Nè assurdo e senza
esempio di sorla sarebbe il caso di pagani appellati con
cognomi ereditali da avi cristiani. Quale vocabolo e
più chiaramente derivato dalla massima delle religiose
solennità giudaiche e cristiane, che Paschasius e Pas-
casus? E "pure il Lupi lo trovò adoperato da alcun pa-
gano; e perciò lo giudicò di origine gentilesca (1).
Meglio avrebbe pensato considerando, che non si con-
viene rifiutare un'etimologia di per sè evidente, per
l'intoppo di qualche eccezione all'uso regolare e con-
sueto d'un vocabolo. Paschasius, ed egualmente Pe-
trus Pauìus, sono cognomi, che se da esempi certi sarà
dimostralo essere stati in alcun caso speciale assunti
da persone di religione pagana, non perciò potran-
no perdere l'impronta manifesta della loro origine
giudaico-cristiana. Se il M. Anneo Paolo Pietro e il
padre di lui M. Anneo Paolo, dei quali ho disputato,
non furono cristiani (e intorno a ciò lasciamo alle csca-
vazioni ed al tempo la finale sentenza), i loro co-
gnomi faranno necessariamente capo ad alcun antenato
fedele di Cristo. E quanto più antico nella genealogia
d'un ramo di 31. Annei ingenui o libertini sarà l'uso
dei cognomi apostolici, e massime di quello di Paolo :
tanto maggiore sarà il peso del nuovo indizio, che
l'ostiense iscrizione ci rivela, dell'amicizia nei vetusti
tempi creduta tra Anneo Seneca il filosofo e Paolo
l'apostolo. 11 breve cenno, che intorno a questo punto
ho dato nel Bulietlino dello scorso anno ò sembrato
di qualche importanza, ed in straniere riviste di scieir/.r
sacre e di storia è stato ripetuto. Oggi il nuovo mo-
numento mi consiglia a riassumere in poche linee le
ragioni dai dotti messe in campo per la credibilità dei
supposto fatto; ragioni confermate dalla tavola arvalica
ed ora inaspettatamente illustrate dalla memoria dei
due M. Annei Paoli.

Dell'amicizia tra l'apostolo e il filosofo parlano gli
apocrifi alti di Pietro e Paolo attribuiti allo psenij^-
Lino; le dodici lettere mutue di Paolo e di Seneca
manifestamente apocrife ; Girolamo in fine ed Agostino,
che o le lettere medesime a noi pervenute od altre di
redazione più antica e di falsità meno patente conob-
bero e testificano essere stale da molli tenute in qual-
che conto : leguntur a plurimi* (2). Questi documenti
bastano a dimostrare, che almeno nel secolo quarto
l'opinione, di che parto, aveva piena voga; e non

(i) Di^crt. postume T. 1 p. i30 e segg.

(2; Ilicron. De viris iliustrib. c. XII: August. Epist. ad Macedoh.
CUI, i4.
 
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