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Belvedere: Monatsschrift für Sammler und Kunstfreunde — Band 3.1923

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Casella, Giorgio: Dante ed i maestri Comacini, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.52317#0339

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attesto e faccio buona fede ehe nel medesimo tempo feci lustrare e ripulire,
d’ ordine delli sudetti Sigg.ri Superiori, dalli miei operarii il marmo sepulcrale
ehe chiude (come vien detto) l’ossa di Dante Poeta e tutti gli altri marmi
ehe all intorno l’adornano.“
Questa deposizione ha una duplice importanza.
Anzitutto chi poteva essere questo scultore ehe completa all’ esterno l’opera
di Pietro Lombardo e ne cura la conservazione?
Inoltre perche questo scultore, ehe doveva avere discreto valore, accennando
alla presenza delle ossa di Dante entro l’arca lapidea adopera la fräse
dubitativa: „come vien detto“?
* *
*
Nel libro del Paoletti: „L’architettura e la scoltura del rinascimento a Venezia“
oltre un intiero capitolo dedicato ai Solari, si trova un elenco di ben ventitre
artisti esplicitamente detti di Carona e di Ciona, i quali verso il 1550 hanno
colä lavorato pressoche contemporaneamente in chiese, palazzi, monumenti:
due soltanto danno il nome del casato: un Chasela e compagni lavoravano
in S. Marco: un Donato Casella vi lavorö coi Pilacorte, altri artisti caronesi
illustrati dal Giussani di Como.
Ora un Donato Casella, ehe rimpatriö insieme ad un Carlo Pilacurte, figura
fra i primi inscritti a una Societä del Corpus Christi eretta in Carona nel
1522, della quäle Societä e conservato un registro in cui domina il gergo
veneto.
Questo Donato, ehe nel 1573 veniva nominato decano o sagrista della chiesa,
tosto moriva perche nel 1576 si trova ricordato un lascito fatto alla parrocchia
per la buona memoria di m.ro Donato d’Älbertos per detto di m.ro Fran-
cesco suo figliuolo. Questo Francesco ebbe alla sua volta un figlio ehe
rinnovando il nome del nonno si chiamö Donato. Nel detto registro, rinnovato
nel 1598, troviamo ricordate le loro mogli colla seguente dicitura: „Margarita
molie del x.m Fran.co Casella d.° de albertosio e Constancia moglie de
m.ro Donato Casella d. de albertoso.“
Quest’ultimo Donato figura in due documenti ancora conservati. Il primo
ha la data del 20 gennajo 1592 cd e la dichiarazione di debito della Comunitä
di Carona verso la parrocchia per la spesa di costruzione della Loggia,
o casa del Comune. Fra i membri del Consiglio della Comunitä si logge:
„io donato del bertoso de conselio afermo.“ Il secondo ha la data del
28 marzo 1609: lo stesso Donato, figlio del defunto Francesco, in calce ad
una polizza a favore del prete Giuseppe Sala, curato di Carona, mette la
seguente firma: „jo donato dito de albertoso de chonselio fui presente
per testimoni mano propria.“

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