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Instytut Sztuki (Warschau) [Hrsg.]; Państwowy Instytut Sztuki (bis 1959) [Hrsg.]; Stowarzyszenie Historyków Sztuki [Hrsg.]
Biuletyn Historii Sztuki — 78.2016

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Mossakowski, Stanisław: Europejski kontekst renesansowej przebudowy królewskiego pa³acu na Wawelu: Neapol - Urbino - Buda - Praga
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https://doi.org/10.11588/diglit.71008#0038

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Stanisław Mossakowski

tutte le differenziazioni individuali, si ispiravano
reciprocamente nelle loro iniziative fondatrici.
Hanno anche dimostrato che i sovrani erano
fortemente legati, oltre che dall'idea principale di
creare opere all 'antica, da altre idee in comune, le
quali, accanto alle consuetudini monarchiche
storicamente consolidate, riguardavano i programmi
funzionali e rappresentativi delle residenze, le forme
analoghe della loro decorazione e perfino a volte
simili programmi ideologici.
Su tutto il territorio analizzato un ruolo particolare
fu svolto in quell'epoca dal ramo napoletano della
dinastia reale spagnola degli Aragona le cui idee e
modelli residenziali e rappresentativi si diffondevano
nelle corti italiane e in quelle dell'Europa centrale
principalmente grazie a diversi matrimoni dinastici.

Non e invece possibile - ed e una cosa significativa -
provare alcuni legami genetici del palazzo di Wawel
di Sigismondo il Vecchio con le residenze d'Inns-
bruck e di Vienna dell'imperatore Massimiliano I, suo
cugino e per molti anni avversario politico.
Le origini delle soluzioni funzionali del palazzo
di Wawel in minor misura si lasciano spiegare con le
residenze romane del papa e dei cardinali, con
i palazzi cittadini dei patrizi fiorentini o veneziani e
in maggior misura, invece, con le dimore dei sovrani
legati alla casata degli Jagelloni, apparentemente
differenti dal punto di vista formale, ma simili per
quanto riguarda il programma abitativo e rappresen-
tativo. Sono proprio queste le dimore che costituis-
cono lo sfondo su cui si staglia il proprio carattere
individuale del Wawel rinascimentale.
Traduzione Monika Werner
 
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