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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 7.1901

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Bonavenia, Giuseppe: Figura orante con epitaffio delle fanciulla venerosa nel cimitero di S. Ermete
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https://doi.org/10.11588/diglit.18744#0038

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G. BONAVENIA

gara per me è complessa, e rappresenta non semplicemente ra-
mina del defunto in gloria, che prega per i superstiti, ma la
persona defunta, la cui anima è in gloria, e prega per i super-
stiti. Le due proposizioni non sono identiche: ma nella prima
Vanima tiene il primo luogo di proposizione principale; nell’altra
quello di proposizione secondaria. Il qual modo di concepire e
definire l’orante si estende a molti casi, nei quali evidentemente
non può dirsi che l’orante rappresenti Vanima. Così almeno a
me sembra che non possano rappresentare o personificare l’anima

1° le figure oranti che hanno forma virile;

2° quelle che hanno forma muliebre, ma presentano età ma-
tura ed attempata, o vestono abiti non di vergini, ma di ma-
trone, o anche abiti caratteristici;

3° le oranti muliebri di forme giovanili o puerili corrispon-
denti all’età segnata nel loro epitaffio, come nel caso di Beneriosa;

4° le oranti muliebri portanti sul capo il proprio nome.

Chiaro è che dal presente discorso sono escluse le figure
simboliche, per es. della Chiesa, e le reali rappresentazioni di
personaggi biblici in atto di orante come Abramo, Daniele, Su-
sanna, e ce .

Se non che, poste tante eccezioni, pochi esempi rimangono
di figure oranti, cui possa applicarsi puramente e semplicemente
l’idea di anime umane sciolte dal corpo, le quali, o siano per-
venute già al divin tribunale, o già siano state ammesse alla
gloria de’ beati. Quindi per me io ritengo che nelle figure oranti
si rappresenti (se non principalmente, almeno egualmente) la
persona defunta, e la sua anima in luogo di salvazione. Con ciò
si conciliano, se non erro, le due opinioni, l’ima del Garrucci,
l’altra del de Rossi, dei quali il primo sta per il ritratto del de-
funto effigiato nelle figure oranti, l’altro per l’anima del defunto,
rappresentata in simil forma.

Non lascerò di aggiungere che talvolta i superstiti hanno
espressamente manifestata l’intenzione di volere perpetuare con
 
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