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Nuovo bullettino di archeologia cristiana: ufficiale per i resoconti della Commissione di Archeologia Sacra sugli Scavi e su le Scoperte nelle Catacombe Romane — 8.1902

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Schuster, Ildefonso: Della basilica di San Martino e di alcuni ricordi Farfensi
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https://doi.org/10.11588/diglit.18745#0053

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DELLA BASILICA DI SAN MARTINO
E DI ALCUNI RICORDI FARFENSI

A ridosso del monastero di Farla in Sabina s’eleva il monte
Acuziano o Motilla 1 sul quale s’incontrano qua e là ruderi di
antichi romitaggi. Questi furono già abitati da quei monaci,
che, dopo lunghi anni di vita monastica trascorsa nel ceno-
bio comune, secondo esigeva la Regnici sanata, desideravano poi
la singularem pugnam heremi, come la chiama S. Benedetto 1 2.

Tra questi romitori farfensi fu celebre quello di san Mar-
tino, ora diruto e prossimo ad irreparabile rovina. Fu esso fab-
bricato da quel lato del monte che guarda il monastero, e tut-
tora si veggono gli avanzi delle piccole celle e della basili-
chetta edificata ad onore del celebre vescovo di Tours. Di questa
la prima menzione si ritrova nella cosi detta Constructio far-
fensis, insigne documento del secolo IX (857), nel quale è nar-
rata la leggenda della fondazione della badia (690?). A questa
l’autore fa seguire pochi cenni biografici dei suoi primi abati,
e narrando di Alano (f 769) dice che fu eletto a presiedere
il monastero, mentre appunto in tutta quiete era intento agli
studi ed alla contemplazione in motilla quoque monte qui hoc
supereminet monasterimn, iuxta oratorium beati Martini3. Alano
fu eletto abate nel 761, giacche in un documento dell’anno pre-

1 II primo nome, che é anche l’odierno, è assai più comune, ma non
mancano documenti ove si ritrovi il secondo.

2 S. Benedicti Reg\, cap. I.

3 Bethmann, Monum. Germani hislor. script., T. XI, p. 523 e segg.
 
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