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A. COLASAN'TI
marciano del Vecchio Testamento, in cui poche righe di onciale
rotonda nella loro apparenza affaticata mostrano che già nella
metà del secolo VITI tale scrittura non era più nell’uso ordinario
Bibl. d’Iwiron, Tetraevangelion, n. 5.
degli scribi ancora per qualche tempo rimase ai libri liturgici.
Ma cambiò la sua forma e, dopo essersi allungata e inclinata a
destra, di nuovo a poco a poco si raddrizzò e arrotondò le sue
forme 1 2. L’Evangelo d’Iwiron è documento di questa tendenza,
mostrandoci un’onciale già diritta, ma ancora schiacciata.
1 Vattembach, Scrìpturae graecae specimina, Berlin, 1883, t. 9.
2 Cfr. il commento Bodlejano sul celebre Salterio D. 4, 1, che è
scritto parte in onciale, parte in minuscola della metà del secolo X.
(Gardthausen, Griechische Paìaogr., Leipzig, Teubner, 1879, p. 159, tav. 2,
col. 4).
A. COLASAN'TI
marciano del Vecchio Testamento, in cui poche righe di onciale
rotonda nella loro apparenza affaticata mostrano che già nella
metà del secolo VITI tale scrittura non era più nell’uso ordinario
Bibl. d’Iwiron, Tetraevangelion, n. 5.
degli scribi ancora per qualche tempo rimase ai libri liturgici.
Ma cambiò la sua forma e, dopo essersi allungata e inclinata a
destra, di nuovo a poco a poco si raddrizzò e arrotondò le sue
forme 1 2. L’Evangelo d’Iwiron è documento di questa tendenza,
mostrandoci un’onciale già diritta, ma ancora schiacciata.
1 Vattembach, Scrìpturae graecae specimina, Berlin, 1883, t. 9.
2 Cfr. il commento Bodlejano sul celebre Salterio D. 4, 1, che è
scritto parte in onciale, parte in minuscola della metà del secolo X.
(Gardthausen, Griechische Paìaogr., Leipzig, Teubner, 1879, p. 159, tav. 2,
col. 4).