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Trombetta, Paolo
Donatello — Roma [u.a.]: Loescher, 1887

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https://doi.org/10.11588/diglit.66195#0182

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— 142 -

II.
Opere di Donatello vendute o disperse;
altre attribuitegli a torto.

Codeste opere (chissà mai se dovute veramente tutte allo
scalpello di Donato) perirono, o se alcuna tuttavia esiste, non
si sa più dir dove sia. Vergognosa e non mai abbastanza
vituperata incuria degli uomini ! L’ontoso sperpero dovette in
gran parte farsi nel settecento — secolo, in cui fino il nome
del sommo Scultore, con si grande ammirazione ripetuto in
tutt’Italia nel precedente, 1 pare sia stato obliato.

1 Della venerazione in cui fu tenuto Donatello sin alla fine del
secolo XVI dai grandi artisti e letterati abbiamo moltissime prove.
Si empirebbe parecchie pagine a voler tutti trascrivere gli elogi in
prosa e in versi tributati ai grandi meriti di Lui da persone còlte ed
elette. Solo ci permetta il lettore di riportare qui un passo tolto dal
voi. V delle Rappresentazioni Sacre', Nabuccodonosor... Rappres. novam
ristamp., Firenze, 1558. Da esso si vede chiaro, come viva si serbasse
ancor nel popolo la memoria del sommo artista, circa cento anni
dopo la morte di lui.
El Rè levandosi in superbia fra se medesimo dice'.
Tu se Nabuccodonosor per certo,
Più felice huom che mai fossi al mondo
Et èssi interpretato questo certo
Per tue ricchezze et tuo stato giocondo.
Mancati solo che el ti sia offerto
Lo adorare che è di maggior pondo,
E se la mia fantasia già non erra
Per certo io mi farò adorare in terra.
 
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