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quando avrete col sommo Pensatore vagheggiato il sogno
d’un volgare illustre, d’una Lingua comune italiana, voi avrete
la grande, la sublime, l’ineffabile visione che stette di con-
tinuo presente a quel Grande — la visione d’un’Italia unita
in una suprema unità ideale.
Dopo avere in ciascuna di tali opere inteso un lato della
Mente eccelsa di Dante, leggerete la Commedia che la ri-
flette, l’incarna intera — la Commedia che, al dir di Settem-
brini, « è il poema della libertà.... e ci rappresenta l’idealità
d’una vita, d’una religione, d’una scienza, a cui si contrappone
la vita reale d’Italia e di Firenze, la religione della Chiesa
e dei Papi, l’ignoranza e i vizi della moltitudine; per modo
che il contrasto è grande e presenta l’inno e la satira uniti
insieme. » 1
Allora, ma allora soltanto voi saprete che cosa vuol dire
spirito italiano! Tutt’i volumi di storie, tutti gli annali e le
cronache e i diari, tutt’i documenti, tutte le esegesi, i com-
mentari, le filosofie della storia non saprebbero darvi la più
lontana idea del mondo, cui la comprensione del Divino Poema
vi farà scoprire, vi darà in possesso.
Se la Grecia è Omero ; l’Italia, in un senso forse più con-
creto, è Dante.
L’uomo eternato nel marmo e nel bronzo dal massimo
Scultore moderno è quegli stesso che freme, e piange, e ulula,
& impreca, e soffre, e espia, e si nobilita, si trasfigura nelle
tre Cantiche immortali.
È lo stesso Uomo; ma un nuovo spiro vitale gli ha spazzato
dattorno ogni caligine, sicché egli esulta nella piena luce di
quel sole, che fece in Grecia sbocciar la più bella civiltà.
È l’uomo che ha spezzato la rete di ferro in cui, come il
gigante dell’Ariosto, avea pur camminato: e’ l’ha fatta finita
1 Settembrini; Lez. di Lette?.
quando avrete col sommo Pensatore vagheggiato il sogno
d’un volgare illustre, d’una Lingua comune italiana, voi avrete
la grande, la sublime, l’ineffabile visione che stette di con-
tinuo presente a quel Grande — la visione d’un’Italia unita
in una suprema unità ideale.
Dopo avere in ciascuna di tali opere inteso un lato della
Mente eccelsa di Dante, leggerete la Commedia che la ri-
flette, l’incarna intera — la Commedia che, al dir di Settem-
brini, « è il poema della libertà.... e ci rappresenta l’idealità
d’una vita, d’una religione, d’una scienza, a cui si contrappone
la vita reale d’Italia e di Firenze, la religione della Chiesa
e dei Papi, l’ignoranza e i vizi della moltitudine; per modo
che il contrasto è grande e presenta l’inno e la satira uniti
insieme. » 1
Allora, ma allora soltanto voi saprete che cosa vuol dire
spirito italiano! Tutt’i volumi di storie, tutti gli annali e le
cronache e i diari, tutt’i documenti, tutte le esegesi, i com-
mentari, le filosofie della storia non saprebbero darvi la più
lontana idea del mondo, cui la comprensione del Divino Poema
vi farà scoprire, vi darà in possesso.
Se la Grecia è Omero ; l’Italia, in un senso forse più con-
creto, è Dante.
L’uomo eternato nel marmo e nel bronzo dal massimo
Scultore moderno è quegli stesso che freme, e piange, e ulula,
& impreca, e soffre, e espia, e si nobilita, si trasfigura nelle
tre Cantiche immortali.
È lo stesso Uomo; ma un nuovo spiro vitale gli ha spazzato
dattorno ogni caligine, sicché egli esulta nella piena luce di
quel sole, che fece in Grecia sbocciar la più bella civiltà.
È l’uomo che ha spezzato la rete di ferro in cui, come il
gigante dell’Ariosto, avea pur camminato: e’ l’ha fatta finita
1 Settembrini; Lez. di Lette?.