DOI Heft:
Fasc. 1
DOI Artikel:Venturi, Adolfo: Beato Angelico e Benozzo Gozzoli
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ADOLFO VENTURI
mentre in Benozzo i lineamenti sono grossi e pieni ; le orecchie con la voluta superiore car-
nosa; le mani con dita più disgiunte e libere; le pieghe più complesse. Le altre caratteri-
stiche qua e là disegnate ci danno già il modo di distinguere la mano di Benozzo da quella
dell’Angelico.
Cominciamo dalla cappella d’Orvieto. Dai documenti pubblicati dal Fumi (Il Duomo
d'Orvieto e i suoi restauri. Roma, 1891) si apprende che nel 1447 Frate Giovanni « famosus
ultra omnes alios pictores ytalicos » venne invitato a dipingere la cappella di fronte a quella
del Corporale nella Cattedrale d’Orvieto ; e che egli accettò, pur facendo intendere che non
Montefalco, San Francesco. Incontro dei Santi Francesco e Domenico, di Benozzo Gozzoli
si sarebbe recato a dipingervi se non nei mesi di giugno, luglio e agosto: richiese per sè
dugento ducati d’oro all’anno e le spese di vitto; prò imo suo consotio, sette ducati d’oro
mensili e le spese stesse; per due garzoni tre ducati d’oro al mese. Benozzo di Lese fu il
compagno prescelto, Gio. di Antonio di Firenze e Jacomo di Poli furono i due garzoni. Il
nome di consocio dato nel documento della condotta ci fa comprendere come Benozzo Gozzoli
era a quel tempo già un maestro; e come le sue pitture eran quelle d’un cooperatore. Certo
egli aveva fatto il suo tirocinio presso Frate Giovanni, e prima del 1447, per essere in que-
st’anno designato come un compagno. Max Wingenroth (Die Jugendwerke des Benozzo Goz-
zoli. Heidelberg, 1887) suppone che la sua educazione si facesse alla scuola di Paolo Uccello,
tanto è in Benozzo l’amore della prospettiva. Osserviamo però che nulla c’ è in questo pit-
tore che ritragga della meravigliosa industria di Paolo Uccello nel ricercare addentro la
ADOLFO VENTURI
mentre in Benozzo i lineamenti sono grossi e pieni ; le orecchie con la voluta superiore car-
nosa; le mani con dita più disgiunte e libere; le pieghe più complesse. Le altre caratteri-
stiche qua e là disegnate ci danno già il modo di distinguere la mano di Benozzo da quella
dell’Angelico.
Cominciamo dalla cappella d’Orvieto. Dai documenti pubblicati dal Fumi (Il Duomo
d'Orvieto e i suoi restauri. Roma, 1891) si apprende che nel 1447 Frate Giovanni « famosus
ultra omnes alios pictores ytalicos » venne invitato a dipingere la cappella di fronte a quella
del Corporale nella Cattedrale d’Orvieto ; e che egli accettò, pur facendo intendere che non
Montefalco, San Francesco. Incontro dei Santi Francesco e Domenico, di Benozzo Gozzoli
si sarebbe recato a dipingervi se non nei mesi di giugno, luglio e agosto: richiese per sè
dugento ducati d’oro all’anno e le spese di vitto; prò imo suo consotio, sette ducati d’oro
mensili e le spese stesse; per due garzoni tre ducati d’oro al mese. Benozzo di Lese fu il
compagno prescelto, Gio. di Antonio di Firenze e Jacomo di Poli furono i due garzoni. Il
nome di consocio dato nel documento della condotta ci fa comprendere come Benozzo Gozzoli
era a quel tempo già un maestro; e come le sue pitture eran quelle d’un cooperatore. Certo
egli aveva fatto il suo tirocinio presso Frate Giovanni, e prima del 1447, per essere in que-
st’anno designato come un compagno. Max Wingenroth (Die Jugendwerke des Benozzo Goz-
zoli. Heidelberg, 1887) suppone che la sua educazione si facesse alla scuola di Paolo Uccello,
tanto è in Benozzo l’amore della prospettiva. Osserviamo però che nulla c’ è in questo pit-
tore che ritragga della meravigliosa industria di Paolo Uccello nel ricercare addentro la