MISCELLANEA
63
Infelicissimo il panneggiamento, trattato, se vuoisi,
con cura, ma eccessivamente trito.
3. La Risurrezione, con l’iscrizione: [7«r]BANTUR
STULTI SERVANTES CLAUSTRA SEPULCHRI.
Cristo non appare nella scena, e nemmeno appare il
sepolcro: ma veggonsi soltanto i soldati di guardia,
due dei quali, malgrado l’iscrizione, dormono tran-
quillamente ; mentre un terzo, riscosso dal sonno, è
in atto di precipitare al suolo con la testa in basso e
le gambe levate: di un quarto soldato si scorge sol-
tanto la gamba, agitantesi in aria, e il resto della figura
Le attitudini dei soldati addormentati non mancano
di naturalezza, ma ha alquanto del ridicolo e occupa
troppo posto nella composizione la figura del soldato
che precipita a gambe per aria ; lo scultore che pre-
dilige le pose compassate, calme, evidentemente si
trova a disagio nel render con naturalezza e garbo un
movimento vivace. In complesso il bassorilievo riesce
fra (nielli dì migliore effetto.
4. Le Marie alla tomba di Cristo, con l’iscrizione:
[A«r]REXIT VERE DOMINUS NOLITE TIMERE.
Sulla tomba sta inginocchiato un angelo, che agita
Duomo di Cagliari. Ambone dell'Epistola
è occultato dal bue del gruppo descritto degli evan-
gelisti. Compie il novero dei personaggi una figurina
curiosa, ignuda e alata, di demonio con corpo di fan-
ciullo e grossa testa, dalla faccia deforme simile a una
maschera. È un fatto singolare nell’ iconografia medioe-
vale questa introduzione di un demone tra i soldati
di guardia al sepolcro. Nè questo modo di-rappresen-
tare il demonio con corpo fanciullesco e testa spro-
porzionatamente grossa si riscontra mai nell’arte to-
scana, fino a Nicola Pisano, che introdusse una figurina
di tal genere nel Giudizio universale del pulpito del
Battistero di Pisa. Si noti anche nel bassorilievo di
Cagliari il modo con cui sono armati i soldati; cioè
con elmetti a punta, corazze lisce che scendono fino
al ginocchio e grandi scudi di forma ovale, secondo
il costume militare del secolo xii.
con le mani un turibolo, mentre annuncia il resur-
rexit non est hìc alle Marie. La composizione riesce
simmetrica, chiara ; ma l’effetto ne è guastato dalla
posa goffa, contorta dell’angelo; oltre che dalla fred-
dezza che risulta dalla mancanza di vita delle Marie,
dalla somiglianza soverchia del loro atteggiamento,
dalla inespressività delle loro identiche fisonomie. In-
teressanti nel bassorilievo sono le due minuscole figu-
rine scolpite davanti alla tomba, in atto di tenerne
leggermente sollevato il coperchio con le braccia tese.
Seguono nei lati dell’ambone i seguenti soggetti:
i. La Collera d’Erode per la nascita del Redentore,
con l’iscrizione: REX DOLET AUDITO NASCENTIS
NOMINE REGIS. Erode è rappresentato seduto, colgo-
mito appoggiato alle ginocchia, e in atto di strapparsi la
barba. Innanzi a lui stanno i carnefici, armati di bastone.
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Infelicissimo il panneggiamento, trattato, se vuoisi,
con cura, ma eccessivamente trito.
3. La Risurrezione, con l’iscrizione: [7«r]BANTUR
STULTI SERVANTES CLAUSTRA SEPULCHRI.
Cristo non appare nella scena, e nemmeno appare il
sepolcro: ma veggonsi soltanto i soldati di guardia,
due dei quali, malgrado l’iscrizione, dormono tran-
quillamente ; mentre un terzo, riscosso dal sonno, è
in atto di precipitare al suolo con la testa in basso e
le gambe levate: di un quarto soldato si scorge sol-
tanto la gamba, agitantesi in aria, e il resto della figura
Le attitudini dei soldati addormentati non mancano
di naturalezza, ma ha alquanto del ridicolo e occupa
troppo posto nella composizione la figura del soldato
che precipita a gambe per aria ; lo scultore che pre-
dilige le pose compassate, calme, evidentemente si
trova a disagio nel render con naturalezza e garbo un
movimento vivace. In complesso il bassorilievo riesce
fra (nielli dì migliore effetto.
4. Le Marie alla tomba di Cristo, con l’iscrizione:
[A«r]REXIT VERE DOMINUS NOLITE TIMERE.
Sulla tomba sta inginocchiato un angelo, che agita
Duomo di Cagliari. Ambone dell'Epistola
è occultato dal bue del gruppo descritto degli evan-
gelisti. Compie il novero dei personaggi una figurina
curiosa, ignuda e alata, di demonio con corpo di fan-
ciullo e grossa testa, dalla faccia deforme simile a una
maschera. È un fatto singolare nell’ iconografia medioe-
vale questa introduzione di un demone tra i soldati
di guardia al sepolcro. Nè questo modo di-rappresen-
tare il demonio con corpo fanciullesco e testa spro-
porzionatamente grossa si riscontra mai nell’arte to-
scana, fino a Nicola Pisano, che introdusse una figurina
di tal genere nel Giudizio universale del pulpito del
Battistero di Pisa. Si noti anche nel bassorilievo di
Cagliari il modo con cui sono armati i soldati; cioè
con elmetti a punta, corazze lisce che scendono fino
al ginocchio e grandi scudi di forma ovale, secondo
il costume militare del secolo xii.
con le mani un turibolo, mentre annuncia il resur-
rexit non est hìc alle Marie. La composizione riesce
simmetrica, chiara ; ma l’effetto ne è guastato dalla
posa goffa, contorta dell’angelo; oltre che dalla fred-
dezza che risulta dalla mancanza di vita delle Marie,
dalla somiglianza soverchia del loro atteggiamento,
dalla inespressività delle loro identiche fisonomie. In-
teressanti nel bassorilievo sono le due minuscole figu-
rine scolpite davanti alla tomba, in atto di tenerne
leggermente sollevato il coperchio con le braccia tese.
Seguono nei lati dell’ambone i seguenti soggetti:
i. La Collera d’Erode per la nascita del Redentore,
con l’iscrizione: REX DOLET AUDITO NASCENTIS
NOMINE REGIS. Erode è rappresentato seduto, colgo-
mito appoggiato alle ginocchia, e in atto di strapparsi la
barba. Innanzi a lui stanno i carnefici, armati di bastone.