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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 3
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Mauceri, Enrico: Giacomo Serpotta, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0209

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GIACOMO SERPO TTA

manto, che le scopre appena il seno ; e l’altra la
Verginità, giovinetta coronata di rose, dalla chioma
sparsa sugli omeri e col quadro del Crocifisso nella
sinistra.

I putti appartengono, senza alcun dubbio, a
Domenico Castelli.

Chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi. — Tanto
il Mongitore 1 quanto il Palermo2 asseriscono che
il Serpotta modellò le statue di stucco della cap-
pella del Santissimo Crocifisso.

La quale sarebbe la seconda a sinistra, en-
trando nella navata ; ma le due figure ivi esistenti,
ritoccate e dipinte con un colore giallastro, sono
ridotte in così cattivo stato che non si può rav-
visarvi la mano dell’artefice. Quella sola a sinistra
del quadro, malgrado sia mutila e screpolata, nella
sua larva mostra ancora l’impronta della tecnica
di Giacomo. Così serpotteschi sono pure i due
angeli della cappella dirimpetto, anch’essi barba-
ramente dipinti, che ricordano quelli delle .Stim-
mate; e i putti in alto, nei quali il panneggio e
il modo di trattare i capelli son propri dell’artista.

Per quel po’, insomma, che si può scorgere
nel loro carattere, credo che tali lavori si debbano
ascrivere ai primi anni del secolo xvm.

Oratorio di Santa Maria del Ponticello. —

Era sopra la chiesa omonima, appartenne a una
compagnia di musici e fu distrutto nel 1823. Il
Serpotta dovette por mano a decorarlo prima
del 1714, giacché da un’apoca del 20 novembre
di quell’anno si ricava ch’egli si dichiara soddi-
sfatto del pagamento di onze 45, tari 1 x e grani 4,
che, insieme con le altre ricevute, completavano
la somma di onze 75, tari 11 e grani 4. L’atto Domenico Castelli: Putti

aggiunge: « Et sunt diete uncie 75, 11,4 superius Palermo

confesse in compotum illarum unciarum nonaginta Museo Nazional® (dalla chìesa delle Stimmate)

. , (Fotografia dell’architetto E. Petri)

qumque prò toto attratto et magisterio debitis ut

dicitur in dover stocchiare il cappellone di sudetta compagnia iuxta formam concerti orethenus
facti inter dictos de Sirpotta Marchese et Bado ».3 L’oratorio fu inaugurato il 12 novembre 1719
con grande entusiasmo dei fedeli, i quali videro pubblicato, nell’occasione, un opuscolo
bislacco, enfatico e stranamente ampolloso, - in cui son descritti gli stucchi.4

1 Op. cit., f. 119.

2 Guida di Palermo, pag. 590.

3 Archivio di Stato, not. Bonaccorso Giacomo, mi-
nute 1714-15, ind. Vili, n. 3482.

4 Le Meravìglie in prospetto. Dialogo a cinque voci
e più stromentì da cantarsi nella venerabile Compagnia
di Santa Maria di tutte le Grazie, sotto titolo del Pon-
ticello. Palermo, 1719. Trascrivo questo brano assai
curioso : « Per far giustizia al maiestoso del bello, che
tanto profusamente qui splende, io non bramo altri

Giudici, o spettatore, che i tuoi lumi, mal’atta essendo
là debiltà di mia penna a descrivere tutto il nobile,
che nelle statue e figure si trova, tutto il dovizioso,
che in tanto oro risplende, tutto l’ammirabile che:nel-
l’intreccio del disegno, e nella proprietà delle allu-
sioni si ammira, poiché solo è vanto dell’occhio, tutto,
che si uniscano moltiplicità di meraviglie, cogliere
delli stupori l’eccessi, e tramandando alla mente quel
nobile, che chiude dello oggetto veduto ogni parte :
descriverne mutolo con distinzione le glorie ; vieni
 
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