LA FACCIATA DI SAN LORENZO IN FIRENZE
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di mezo el frontone con le sue cornici et finimenti et Dal contratto stesso si ha la descrizione delle deco-
ornamenti di arme et di livree, el quale ha ad essere razioni figurate, statue e bassorilievi, che dovevano
Fig. 8 — Modello in legno conservato nell’Accademia di belle arti di Firenze
nella forma che pel modello si vede, et di più detti
ornamenti.
« Item, perchè in ditto modello’non sono intera-
mente fatti tutti li ornamenti/come intagli di cornici
et porte et altre storiette, el ditto Michelagniolo vole
essere tenuto ad fare tutte le dette cose nel modo et
luoghi che si conviene, a tutte sue spese et ancora
ad tutto quello muramento achadessi per congiugnere
le rivolte di tale faccia col vechio della Chiesa ».
* * *
Ma oltre che dal molto particolareggiato contratto,
il concetto che ebbe Michelangiolo nella decorazione
della fronte del San Lorenzo si rileva chiarissimo da
uno schizzo conservato nella Galleria, che i discen-
denti del grande maestro legarono alla città, e dove
appunto appaiono tutti gli elementi descritti nel'con-
tratto stesso (fig. 6).
La parte centrale dell’edifizio, come anche le estreme
parti laterali, si protendono in aggetto sulle duella-
vate laterali, con un gradevole movimento di linee.
arricchire questa facciata, di cui lo schizzo che pubbli-
chiamo non dà altro che lo schema.
Nella stessa Galleria poi, oltre quello descritto, si
conserva un altro schizzo (fig. 7), nonché il suo svi-
luppo in più grandi proporzioni, il quale tien conto
maggiormente delle linee organiche della basilica e
mostra una linea terminale più simpatica e più confa-
cente alla struttura deH’edifizio.
* * -*
Michelangiolo era ben lieto di porsi all’opera e si
riprometteva dal lavoro della facciata onore grandis-
simo. « A me basta l’animo — scriveva egli a Domenico
Bonsignori da Carrara il 2 di maggio del 1517 — far que-
st’opera della facciata di San Lorenzo, che sia d’archi-
tettura e di scultura lo specchio di tutta Italia; ma biso-
,gnia che ’l Papa e ’l Cardinale si risolvino presto, se vo-
gliono ch’io la facci o no». Frattanto il 15 luglio del 1518
scriveva al cardinale Giulio de’ Medici che non tro-
vando dentro in Santo Lorenzo nè fuora appresso stanze
al proposito per lavorare i marmi per la facciata si era
L'Arte. IV, 33.
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di mezo el frontone con le sue cornici et finimenti et Dal contratto stesso si ha la descrizione delle deco-
ornamenti di arme et di livree, el quale ha ad essere razioni figurate, statue e bassorilievi, che dovevano
Fig. 8 — Modello in legno conservato nell’Accademia di belle arti di Firenze
nella forma che pel modello si vede, et di più detti
ornamenti.
« Item, perchè in ditto modello’non sono intera-
mente fatti tutti li ornamenti/come intagli di cornici
et porte et altre storiette, el ditto Michelagniolo vole
essere tenuto ad fare tutte le dette cose nel modo et
luoghi che si conviene, a tutte sue spese et ancora
ad tutto quello muramento achadessi per congiugnere
le rivolte di tale faccia col vechio della Chiesa ».
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Ma oltre che dal molto particolareggiato contratto,
il concetto che ebbe Michelangiolo nella decorazione
della fronte del San Lorenzo si rileva chiarissimo da
uno schizzo conservato nella Galleria, che i discen-
denti del grande maestro legarono alla città, e dove
appunto appaiono tutti gli elementi descritti nel'con-
tratto stesso (fig. 6).
La parte centrale dell’edifizio, come anche le estreme
parti laterali, si protendono in aggetto sulle duella-
vate laterali, con un gradevole movimento di linee.
arricchire questa facciata, di cui lo schizzo che pubbli-
chiamo non dà altro che lo schema.
Nella stessa Galleria poi, oltre quello descritto, si
conserva un altro schizzo (fig. 7), nonché il suo svi-
luppo in più grandi proporzioni, il quale tien conto
maggiormente delle linee organiche della basilica e
mostra una linea terminale più simpatica e più confa-
cente alla struttura deH’edifizio.
* * -*
Michelangiolo era ben lieto di porsi all’opera e si
riprometteva dal lavoro della facciata onore grandis-
simo. « A me basta l’animo — scriveva egli a Domenico
Bonsignori da Carrara il 2 di maggio del 1517 — far que-
st’opera della facciata di San Lorenzo, che sia d’archi-
tettura e di scultura lo specchio di tutta Italia; ma biso-
,gnia che ’l Papa e ’l Cardinale si risolvino presto, se vo-
gliono ch’io la facci o no». Frattanto il 15 luglio del 1518
scriveva al cardinale Giulio de’ Medici che non tro-
vando dentro in Santo Lorenzo nè fuora appresso stanze
al proposito per lavorare i marmi per la facciata si era
L'Arte. IV, 33.