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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 4
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Miscellanea
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282

MISCELLANEA

Paris Bordon ; Il Redentore
(Da una stampa di Filippo Andrea Kilian)

Assai probabilmente adunque quel quadro e questo
dei signori Rasi son tutt’uno. Pare tuttavia che, col
mutar di proprietario, anche l’attribuzione del dipinto
sia stata mutata, giacché da Bordon divenne Tiziano.
Spetta al Cavalcasene di aver richiamato su di esso
l’attenzione degli studiosi e di averlo ribattezzato col
vecchio nome : « In casa del sig. avv. Girolamo Rasi
abbiamo veduto una tela colla mezza figura, grande
al naturale, di Nostro Signore che benedice con la
destra e tiene nell’altra un cartello ; attribuito a Ti-
ziano, ma che è invece un bel lavoro di Paris Bor-
done».1 Gli altri storici dell’arte ne tacciono comple-
tamente.

Ma l’antica attribuzione, ripristinata senza mostra
di esitanza alcuna dal Cavalcasene e convalidata dal
giudizio autorevole del Frizzoni e del Bailo, è supe-
riore ad ogni dubbio? Ecco il problema che ci siamo
posti e che cercheremo di venir qui, per quanto sia
possibile, dilucidando.

Premettiamo però che l’attestazione dell’ Elenco
del 1798 (anche concesso, come sarebbe pur da prò-

1 Cavalcaselle e Crowe, Tiziano, la sua vita e i suoi tempi,
Firenze, 1878, voi. II, pag. 490.

vare, che si tratti del medesimo quadro) non
ha per noi altro valore che quello di rendere
alquanto più antica, ma non per questo molto
più sicura, la tradizione locale. Quanta credenza
si debba dare agli elenchi della fine del secolo
xviii, anche se compilati da persone giudiziose
e competenti (il che nel nostro caso non sap-
piamo), parmi di aver ormai provato abbastanza,
trattando recentemente della ex-chiesa pado-
vana di Sant’Agostino. 1 Nessuna prova di
fatto ci soccorre dunque nella questione e tutta
verte questa sulle osservazioni critiche di con-
fronto.

Esaminiamo prima i caratteri di evidente
affinità che ha questo dipinto colle altre opere
sicure dell’artista. Non si può negare che nel
suo insieme, come dicemmo, esso non ci ri-
chiami subito alla memoria il nome del Bor-
don, quantunque opere certe di lui prima d’ora
non si conoscessero che per il soggetto e per
il modo della trattazione possano direttamente
confrontarsi con esso. Rimane invece la ripro-
duzione grafica di un « Salvatore a mezza fi-
gura con una banderuola sulla quale si legge :
PAX VOB/S» eseguita da Fil. And. Kilian
di sur un quadro, già appartenente al conte
de Brohul di Dresda, la cui paternità era asse-
gnata al Bordon. 2 Ma se l’incisione, assieme
ad altre notizie raccolte con la solita diligenza
dal Bailo e dal Biscaro,3 ci prova che questo
del Redentore a mezza figura fu un soggetto
più volte trattato dal Trevigiano, nessun gio-
vamento essa reca alla discussione nostra, come quella
che ha evidentemente (come suol essere nelle antiche
incisioni) alterati o mal riprodotti i caratteri dell’opera
pittorica. Il Cristo datoci dal Kilian rassomiglia poco
al Cristo di Ravenna, anzi non conserva se non le
note principali del tipo bordoniano.

A noi conviene dunque confrontare direttamente il
nostro quadro con quegli altri quadri del Bordon, che,
pur differenti per soggetto, ad esso meglio si avvicinano
per caratteri artistici. La testa, specialmente ha tratti
spiccati di somiglianza con altre teste del nostro, ha, per
usare una frase corrente, l’aria delle teste bordoniane
e a ragione il Bailo la poneva a raffronto, notandone
la affinità, col tipo del Redentore quale appare in due
pale della Braidense : La presentazione di San Dome-
nico e il Battesimo di Cristo ; quantunque, a vero dire,
essa affinità si mostri assai più viva nella prima che
nella seconda, avendo in questa il Cristo lineamenti
molto più marcati e, direi quasi, più maschi che nel-

1 La prima revisione delle pitture in Padova e nel territorio, in
Bollettino del Museo civico di Padova, 1901, IV, 1-2.

2 Per cortese condiscendenza del prof. Bailo possiamo presen-
tare ai lettori anche la rarissima stampa del Kilian.

3 Pag. no.
 
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