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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 5
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Jacobsen, Emil: La galleria del Castello Sforzesco di Milano
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0347

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LA GALLERIA DEL CASTELLO SFORZESCO

DI MILANO

a piccola ma interessante raccolta di quadri che facente parte un
tempo del Museo artistico municipale era esposta nel Salone in
assai cattive condizioni, e che dal 1894 al 1900 rimase affatto inac-
cessibile, fu da pochi mesi trasportata, com’è noto, nel magnifico
vecchio Castello Sforzesco di Milano, ristaurato con grande intel-
letto d’arte, e quivi essa risorse veramente a vita novella. Or io
vorrei appunto in questo mio articolo richiamare l’attenzione del
pubblico sui tesori di questa raccolta, che non fu mai apprezzata
come merita e che anzi, negli ultimi tempi, venne a gran torto
affatto dimenticata.

notevoli opere dell’arte lombarda primitiva, segnalati lavori della
scuola veneziana e inoltre interessanti quadri d’oltralpe.

Com’è giusto, incomincio con le opere dell’arte lombarda.

I dieci affreschi provenienti dall’abbattuta chiesa di Santa Chiara e rappresentanti scene
della Passione sono una prova del limitato sentimento artistico dei lombardi nella prima
metà del XV secolo.

I cinque affreschi, che prima si trovavano nella demolita chiesa di Santa Maria del
Giardino, furono dipinti dal Foppa e dal Bramantino. Il Giovanni Battista (n. 45) e il San
Francesco che riceve le Stimmate sono magnifiche figure del Foppa. Il Santo col turbante
e col bastone, attribuito pure al Foppa, ha molte caratteristiche che ricordano il Braman-
tino (le pieghe, i toni rossicci delle carni, il braccio sinistro ricoperto). Il Sant'Antonio da
Padova (n. 56) appartiene alla scuola del Bramantino, del quale c’è invece un’opera assai
caratteristica, il Noli me tangere (n. 37).1

I grandi frammenti d’affreschi trasportati su tela, segnati coi numeri 73, 87, 22 e 122,
e tolti dalla sala abbaziale di Sant’Antonio a Milano, rappresentano in varie situazioni
Cristo circondato da angeli. Questi affreschi sono inquadrati in disegni architettonici del
Rinascimento e sono divisi l’uno dall’altro da pilastri ricchi d’ornati. Al disopra corre un
largo, magnifico fregio, dal quale fanno capolino dei putti, e in cui sono incorniciati ritratti
a medaglione. Tutta questa ornamentazione è fra le cose più belle che ci abbia lasciato il
rinascimento lombardo. Le figure meritano la maggiore attenzione. Esse dimostrano tutte
l’influsso di Leonardo da Vinci. Si potrebbe, fra i suoi scolari e imitatori, pensare anzitutto

1 Approfitto dell’occasione per richiamare l’atten- angeli-, presso il marchese Pucci a Firenze. È ripro-

zione su un’opera del Bramantino finora, per quanto dotta da Fritz Knapp nel suo libro su Piero di Cosimo

so, non conosciuta per tale : Maria col Bambino e due come opera d’ignoto.

La raccolta contiene

L'Arte. IV, 38.
 
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