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RMIL JACOBSEN
da Santa Croce. Maria tiene il Bambino nudo e ritto sul ginocchio sinistro, mentre i Santi
Girolamo e Giovanni Battista stanno ai lati. Un ricco paesaggio si dispiega nello sfondo.
Il quadro n. 16, rappresentante Maria col Bambino vestito, e ai lati San Pietro e
,San Francesco (dato come « scuola di Giovanni Bellini»), sembra d’un seguace di Bene-
detto Diana.
Di Jacopo Tintoretto è il busto d’un vecchio riguardevole coi capelli e la barba com-
pletamente bianchi, il senatore veneziano Soranzo.1 E dipinto con larghezza ardita ed è di
una vitalità esuberante. Con poche pennellate vi è reso un carattere assai significativo.
Jacopo Bas.sano e la sua bottega sono abbondantemente rappresentati nella nostra g'al-
leria. Soprattutto è da ricordare il ritratto d’un capitano. La composizione ardita e larga,
alcune particolarità, come la fattura del colletto bianco, il rosso singolare della sciarpa, le
mani ne indicano con sufficiente sicurezza come autore Jacopo stesso. Sono invece attribuiti
alla sua bottega i quattro quadri con le quattro stagioni. Essi, alquanto danneggiati dall’edace
dente del tempo, sono tuttavia condotti con tanto ingegno che si debbono, almeno in parte,
far risalire al maestro stesso.
Della maniera dello Schiavone sono le quattro tavolette con scene della storia di Giu-
ditta e Oloferne.
Infine sono pure rappresentati nella galleria, con buoni quadri, il Tiepolo, il Guardi, il
Piazzetta e il Bonghi.
Altre scuole italiane.
Fra gli altri quadri di scuola italiana che non possono venire ascritti nè tra i lombardi,
nè tra i veneziani puri, senza alcun dubbio la Madonna Bolignini del Correggio è di gran
lunga il più importante. Maria col Bambino nudo in grembo siede in mezzo a un bel pae-
saggio dipinto con pennello facile e smagliante. Il viso, d’un taglio assai fine, ha un’espres-
sione piena di bontà materna. Il piccolo Gesù è ancora del tutto ingenuo e incoscente. Il
suo piccolo braccio destro si appoggia senza forza al protettore braccio della madre. Quindi
abbiamo ancora l’amabile San Giovanni fanciullo che ficca il suo braccio sotto quello di
Gesù, così che di queste tre braccia risulta un nodo mirabile. Giovanni contempla il Bambin
Gesù con uno sguardo pieno d’amore e di devozione, mentre questi, con ingenuo stupore,
mira la croce che tiene con la mano. Il quadro, con le sue tinte fresche finamente intonate,
è tutto immerso in un delicato bagno di chiaro-oscuro. Le mani, specialmente la sinistra
della Madonna, sono un po’ angolose, e non riuscirono ad apparire interamente sangue e
carne.
Le due ali con bimbi (nn. 44 e 51) sono senza dubbio di Calisto da Lodi, come lo
dimostrano il rosso caratteristico e le pieghe parallele. Ambedue le tavole sembrano essere
state ritagliate da un insieme di maggiori dimensioni.
Colgo l’occasione per ricordare un quadro non conosciuto e dàwero importante di Ca-
listo da Lodi : L'Adorazione dei pastori della National Gallery, attribuito al Salvoldo.
I quattro Santi in grandezza naturale (nn. 15-17) sono della scuola di Cremona. Forse
ne fu autore Bernardino Campi.
La Madonna n. 250 ricorda assai dappresso Girolamo Genga. Fa specialmente pensare
a lui l’assai comico Bambino col capo affatto nudo di capelli. Anche il Frizzoni ebbe a dirmi
di ritenerlo un Genga.
Un’opera importante è il ritratto d’un giovane signorilmente vestito di nero, di G. B. Mo-
roni. Con la destra egli indica un vaso nel quale si consumano in alte fiamme ogni sorta
di adornamenti e gioielli. A spiegazione del suo pensiero sotto al vaso è posta l’iscrizione:
SIC ET TV.
1 Anche nella Galleria di Venezia è uh ritratto del Soranzo. Vedi il mio lavoro: Bilderbenemmngen in
Venedig, in Repertorium f. Kunstw., 1899.
RMIL JACOBSEN
da Santa Croce. Maria tiene il Bambino nudo e ritto sul ginocchio sinistro, mentre i Santi
Girolamo e Giovanni Battista stanno ai lati. Un ricco paesaggio si dispiega nello sfondo.
Il quadro n. 16, rappresentante Maria col Bambino vestito, e ai lati San Pietro e
,San Francesco (dato come « scuola di Giovanni Bellini»), sembra d’un seguace di Bene-
detto Diana.
Di Jacopo Tintoretto è il busto d’un vecchio riguardevole coi capelli e la barba com-
pletamente bianchi, il senatore veneziano Soranzo.1 E dipinto con larghezza ardita ed è di
una vitalità esuberante. Con poche pennellate vi è reso un carattere assai significativo.
Jacopo Bas.sano e la sua bottega sono abbondantemente rappresentati nella nostra g'al-
leria. Soprattutto è da ricordare il ritratto d’un capitano. La composizione ardita e larga,
alcune particolarità, come la fattura del colletto bianco, il rosso singolare della sciarpa, le
mani ne indicano con sufficiente sicurezza come autore Jacopo stesso. Sono invece attribuiti
alla sua bottega i quattro quadri con le quattro stagioni. Essi, alquanto danneggiati dall’edace
dente del tempo, sono tuttavia condotti con tanto ingegno che si debbono, almeno in parte,
far risalire al maestro stesso.
Della maniera dello Schiavone sono le quattro tavolette con scene della storia di Giu-
ditta e Oloferne.
Infine sono pure rappresentati nella galleria, con buoni quadri, il Tiepolo, il Guardi, il
Piazzetta e il Bonghi.
Altre scuole italiane.
Fra gli altri quadri di scuola italiana che non possono venire ascritti nè tra i lombardi,
nè tra i veneziani puri, senza alcun dubbio la Madonna Bolignini del Correggio è di gran
lunga il più importante. Maria col Bambino nudo in grembo siede in mezzo a un bel pae-
saggio dipinto con pennello facile e smagliante. Il viso, d’un taglio assai fine, ha un’espres-
sione piena di bontà materna. Il piccolo Gesù è ancora del tutto ingenuo e incoscente. Il
suo piccolo braccio destro si appoggia senza forza al protettore braccio della madre. Quindi
abbiamo ancora l’amabile San Giovanni fanciullo che ficca il suo braccio sotto quello di
Gesù, così che di queste tre braccia risulta un nodo mirabile. Giovanni contempla il Bambin
Gesù con uno sguardo pieno d’amore e di devozione, mentre questi, con ingenuo stupore,
mira la croce che tiene con la mano. Il quadro, con le sue tinte fresche finamente intonate,
è tutto immerso in un delicato bagno di chiaro-oscuro. Le mani, specialmente la sinistra
della Madonna, sono un po’ angolose, e non riuscirono ad apparire interamente sangue e
carne.
Le due ali con bimbi (nn. 44 e 51) sono senza dubbio di Calisto da Lodi, come lo
dimostrano il rosso caratteristico e le pieghe parallele. Ambedue le tavole sembrano essere
state ritagliate da un insieme di maggiori dimensioni.
Colgo l’occasione per ricordare un quadro non conosciuto e dàwero importante di Ca-
listo da Lodi : L'Adorazione dei pastori della National Gallery, attribuito al Salvoldo.
I quattro Santi in grandezza naturale (nn. 15-17) sono della scuola di Cremona. Forse
ne fu autore Bernardino Campi.
La Madonna n. 250 ricorda assai dappresso Girolamo Genga. Fa specialmente pensare
a lui l’assai comico Bambino col capo affatto nudo di capelli. Anche il Frizzoni ebbe a dirmi
di ritenerlo un Genga.
Un’opera importante è il ritratto d’un giovane signorilmente vestito di nero, di G. B. Mo-
roni. Con la destra egli indica un vaso nel quale si consumano in alte fiamme ogni sorta
di adornamenti e gioielli. A spiegazione del suo pensiero sotto al vaso è posta l’iscrizione:
SIC ET TV.
1 Anche nella Galleria di Venezia è uh ritratto del Soranzo. Vedi il mio lavoro: Bilderbenemmngen in
Venedig, in Repertorium f. Kunstw., 1899.