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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 5
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0410

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356

MISCELLANEA

fiancheggiata a sinistra da San Martino che divide il
manto col povero, e a destra da Santa Lucia. I ca-
ratteri boccacineschi sono evidenti nel dipinto, come
in niun altro mai di quell’autore. Nella classificazione
delle sue opere va assegnata a questa uno dei primi
posti, anzi il primo posto come precedente ogni altra
manifestazione pittorica del troppo esaltato pittore
ferrarese.

Museo civico di Reggio Emilia. — Il Museo ci-
vico, grazie alle cure dell’ispettore onorario de’Mo-
numenti, prof. Naborre Campanini, va assumendo un
nuovo aspetto, e le antichità romane e medioevali,
alquanto trascurate allora che il Museo era dedito
solo alle ricerche preistoriche, oggi hanno trovato il
loro posto. Tra le altre cose, abbiamo ammirato un
San Sebastiano in terra cotta, che altra volta stava in
pezzi tra le ciarpe di un magazzino: una terracotta
che ci richiama le forme rudi ma vigorose di Cosmè
Tura. È forse uno dei frammenti delle « anchone de
terra de rnezo relevo et de tutto relevo per lo ornato
de lo altare grande de la chiesa de Sancta Maria de
novo fabrichato per lo R.mo Abbate Zobolo qui a
Regio?»1 Erano alcune ancone che nel 1470 i reli-
giosi e canonici regolari di Santa Maria delle Grazie
in Reggio fecero fabbricare a Ferrara. Quantunque
non si abbia modo di connettere queste notizie alla
statua, pure siamo tratti dallo stile suo a pensarci.

Quadri di Bernardino Zacchetti, reggiano. —

Nella chiesa di San Prospero ci è un quadro di San-
t’Omobono che le guide attribuivano alla maniera
raffaellesca, e che il Frizzoni aggiudicò al Sodoma.
Si sapeva, per via d’un documento pubblicato dal
Campori, che il celebre artista soggiornò a Reggio
d’Emilia, e al suo biografo parve di trovarne le tracce
nel Sant’Omobono. Veramente l’attribuzione non era
rispettosa per quel modellatore potente, luminoso, del
Sodoma; e il Frizzoni stesso, in seguito, manifestò
dubbiezze e si mostrò disposto ad abbandonare l’attri-
buzione, che pure aveva un fondo di verità. Il dipinto
è di uno scolaro del Sodoma. Difatti nella sagrestia
di San Prospero vi è un quadro di San Bernardino,
di Sant’Andrea e di un altro santo, attribuito per
tradizione allo Zacchetti, e che ha col Sant’Omobono
un’evidente affinità, specie nella testa del Sant’Andrea,
forte, quadrata, come cavata da una di marmo ro-
mana. Anche la densità delle ombre è comune ai due
quadri, che sono quindi tutti e due di Bernardino
Zacchetti. Un terzo quadro dello stesso artista, con
gli sbattimenti di luce propri del Sodoma, il quale
gli deve essere stato maestro, è il Cristo che appare
alla Maddalena, dipinto esposto nélla quadreria ora
formata presso il Museo civico. Questi quadri bastano
a ricostruire una individualità artistica oggi dimenti-

1 R. Arch. di Stato in Modena. Registro della Camera, Man-
dati, 1470, a c. 136.

cata, e confusa finanche con altre ben differenti, per
esempio, in San Prospero, dove gli si attribuisce pure
una tavola in legno rappresentante San Paolo, che è
invece della scuola di Fra Bartolomeo di San Marco.

Il Mauriziano. Affreschi di Nicolò dell’Abate. —

Presso a Reggio, sulla via Emilia, di là dal ponte
sul Rodano, vi è la villetta, soggiorno tranquillo e
prediletto, di Ludovico Ariosto; e in essa vi sono
due stanzette dipinte con le figure di filosofi, di sto-
rici, di poeti, alcuni de’ quali sono fedelissimi ritratti,
seduti sul vertice o sul pendio di montagne. E vi
sono cicli di leggende e storie d’amore, quella di Gri-
selda tra le altre. Tutto fu dipinto, a mio parere, da
Nicolò dell’Abate, in quella sua forma particolare di
figurette piccolissime, veramente insolite nella pittura
a fresco, e quali egli colori pure nel castello di Scan-
diano. Le stanzette dove Ludovico Ariosto « empia
le carte », sono in una misera condizione, per ridi-
pinture sofferte dalle belle storie figurate sulle pareti.
Tutto pare che venga meno, anche il culto dei grandi :
il lauro che Naborre Campanini ha piantato innanzi
la villetta ora è secco! I bei ricordi d’arte cadono, o
sono guasti da graffiti villani e da scarabocchi. Ed era
quello il luogo che l’Ariosto ricordava a Sigismondo
Malaguzzo, stando in Garfagnana governatore del duca
di Ferrara:

Già mi fùr dolci inviti a empir le carte

I luoghi ameni, di che il nostro Reggio,

II natio nido mio n’ ha la sua parte.

Il tuo Mauriz'fan sempre vagheggio

La bella stanza e ’l Rodano vicino

De la Najade amato ombroso seggio.

Casa Fiordibelli. Affreschi di Nicolò dell’Abate.

— A proposito di Nicolò dell’Abate citiamo un af-
fresco di lui, non ricordato sin qui, che adorna la
corte della casa Fiordibello. È diviso in tre parti: a
sinistra si vedono piccole figure di cavalieri; nella
parte media, un roseto dov’ è una dama, a cui s’ac-
costa un cavaliere per esprimerle una promessa o una
dichiarazione d’amore; a destra, al margine d’un ro-
seto, un uomo che mira una ninfa dormiente. E un
affresco abbastanza ben conservato, benché esposto
alle intemperie, e d’una vivacità dossesca di colore, e
e di eleganza tutta cinquecentesca nei ricchi costumi.

Un insigne edificio del secolo XVI in Reggio. —

Il nobilissimo edificio, dove ora si accolgono e s’istrui-
scono i fanciulli poveri, è un esemplare tra i più belli
di architettura lombarda. Il fregio che corre sotto il
cornicione è adorno delle teste dei dodici imperatori,
alternate da uno stemma con un fiore di giglio sopra
un crescente, che gli studiosi reggiani sapranno attri-
buire ad alcuna delle antiche famiglie del luogo. A
me basta d’attirare l’attenzione sull’ importante monu-
mento, il quale richiama, per le sue forme decorative,
gli edifici milanesi del principio del secolo xvi. Esso
 
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