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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 6
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Calzini, Egidio: La galleria annessa all' Istituto di belle arti di Urbino
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0433

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LA GALLERIA D'URBINO

375

Un altro lavoro di Giovanni
appartenente alla stessa epoca,
e cioè agli ultimi anni di sua
vita, è quello della figura giova-
nile di donna, con corona regale
sul capo, un’ampolla di sangue
nella destra e la palma del mar-
tirio nella sinistra (fìg. ioa). Nel
catalogo è distinta con la sem-
plice indicazione di Santa Mar-
tire. Fino a pochi anni fa la
splendida tavoletta dalle tinte lu-
centi, smaltate, staccantesi di
sulla trasparenza cristallina del
fondo con un magnifico paesag-
gio, caratteristico nelle opere
del Santi, era indicata, non so
perchè, come lavoro di maestro
ignoto, mentre vi si riscontra in
ogni particolare tutta la maniera
del nostro. Giovi notare, oltre il
resto, il modo di concepire e ren-
dere il paese in quest’opera lu-
minosa, il segnare minuto, dili-
gente delle piegoline sottili quasi
trite, specialmente nelle maniche,
le quali hanno pieno, perfetto
riscontro nelle tuniche indossate
dagli angeli che sostengono il
Cristo morto, nella tavoletta di
cui ho detto sopra.

Il biografo di Giovanni non
ricorda affatto la Santa Martire,
nè riconobbe la mano del mae-
stro in due tele egualmente pos-
sedute dalla galleria (che io già
nominai in principio), e che egli
dovè pure ammirare nelle sue ripetute visite alla città di Raffaello. Intendo dire delle due
tele di uguali dimensioni, ma qui riprodotte in misure diverse, e che durante il secolo passato
subirono tante attribuzioni quanti furono gli intelligenti che le presero in esame.

La prima rappresenta l'Angelo e Tobia (fìg. iia), l’altra San Rocco (fig. i2a); tutt’e due
provengono dalla chiesa di San Francesco.

Nel manoscritto della libreria Biancalana, dal Pungileoni più volte citato nelle sue opere,
le due tele sono dette « amendue di Raffaello Sanzi, sono però della prima maniera».'
Lo stesso P. Pungileoni si mostra incerto nell’attribuzione e non sa decidersi tra il figlio
Raffaello ed il padre suo Giovanni Santi. Taluno le giudicò di Timoteo Viti, altri persino

Sk



Fig. n — Giovanni Santi: L’Arcangelo Raffaele e Tobia
Urbino, Galleria (Fot. del sig. Conte Castracane)

conte C. Castracane, che molto si adoperò a fine di
ritirare in pinacoteca il bel San Sebastiano e procu-
rarne il restauro. Una parola di lode inoltre all’ Isti-
tuto di Belle Arti che, con l’aiuto del Ministero del-

l’istruzione pubblica, sostenne la spesa del restauro
del quadro e della copia posta in luogo dell’originale
nell’oratorio di San Sebastiano.

1 Op. cit., pag. 91.
 
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