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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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Fasc. 6
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Gavini, Ignazio Carlo: Santa Maria Assunta in Assergi, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0463

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SANTA MARIA ASSUNTA IN ASSERGI

403

tura che invece rimase nei fianchi dei listelli. Ritengo questo ciborio lavoro rarissimo ed
originale, non avendo mai riscontrato negli Abruzzi nulla di somigliante e perchè rappre-
senta l’opera di transizione fra due secoli. Le foglie della cuspide e alcuni altri intagli mani-
festano ancora le tradizioni dell’arte gotica e lombarda, mentre le candeliere, le rosette, le
mensole, l’intaglio degli ovuli esprimono quanto l’artista avesse progredito verso il gusto
del secolo che sorgeva. Infatti, nello zoccoletto si trova incisa la data 1502. E veramente
dobbiamo dolerci che il nome dell’autore non sia fino a noi arrivato e non ci sia possibile
attribuirlo ad una scuola piuttosto che ad un’altra, staccandosi di troppo dai lavori consi-
mili di quell’epoca. Certo è che l’artista, seguendo le tradizioni allora da tutti apprezzate e
che l’arte lombarda aveva lasciato in Abruzzo, sapeva modellare e scolpire con quella fran-
chezza e genialità che sono proprie dei grandi maestri italiani.

La fotografia che presento, meglio di qualunque dimostrazione, sia la prova di quanto
asserisco.

Ma la mia opera non era compiuta per la conservazione di un monumento che nella
sua integrità avrebbe acquistato certo maggior lustro ; onde mi affrettai a stuccare tutto
intorno l’affresco, ricomponendo i pezzi di già caduti, a demolire l’armadio e a trasportare
l’edicola al suo posto, murandola secondo le antiche tracce e restituendola così all’uso di
ciborio per l’olio santo.

Nella piccola abside, ora totalmente nascosta dietro l’ampio altare maggiore, grattando
il muro dipinto di bianco, mettemmo allo scoperto una pittura di grande semplicità decora-
tiva che occupa tutto intorno la parete semicircolare fino all’altezza di due metri. Rappre-
senta un cortinaggio di originalissima fattura composto di tanti teli verticali a colori alter-
nati appesi al muro con chiodi e legati
fra loro con dei nastri. Sulla stoffa si me-
scolano gigli e fiori non egualissimi, perchè
eseguiti a mano libera, benché ad una sola
tinta senza modellatura. A quei tempi si
preferiva una certa irregolarità ed inegua-
glianza alla esattezza antipatica dei nostri
spolveri.

Altre vestigia di pitture trovammo
nella piccola stanza alla destra dell’altare
maggiore che fu creduta una biblioteca e
che nel secolo XVI era interamente rico-
perta di affreschi. Rimane solamente qual-
che pezzo di figura nell’archivolto che la
metteva in comunicazione con la navatella
destra, ma la vasta apertura fu chiusa per
addossarvi un altare e non rimase di fianco
altro che una porticina.

L’importanza che ebt>e nel Rinasci-
mento e specialmente nel 1500 la nostra
chiesa, oltre che desumersi dai numerosi
avanzi di opere d’arte, potrà facilmente
rilevarsi dai pochi documenti del sec. XIV
che giunsero fino a noi ed accuratamente
citati nell’opuscolo del prof. Moscardi. La
Prepositura di Assergi aveva il suo Capi-
tolo che vantava diritti e rendite rilevanti ;
quindi niente di più naturale che posse-
desse anche una piccola biblioteca. Cinque Assergi, Santa Maria Assunta. Pila del secolo xv
 
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