Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

DOI Heft:
Fasc. 6
DOI Artikel:
Miscellanea
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0485

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
MISCELLANEA

425

Un pittore marcbegiano, poco noto, è pure Du-
rante Nobili di Caldarola, nato, pare, nel 1508.

Il Lanzi scrisse che « s’ingegnò di parere miche-
langiolesco» (sic!). Invece, come mi assicura il gen-
tilissimo conte Silveri Gentiioni fu seguace del Lotto
insieme col suo compaesano Simone De Magistris.

Nel 1563 dipinse una tela a tinte freddissime, cineree,
ancor visibile con la firma in San Francesco a Pau-
sula ove prese stanza. Un secondo dipinto su legno,
d’identica fattura con una Madonna in gloria, San Se-
bastiano, San Francesco, ecc., sta incontro al prece-
dente, ma non so a causa dell’altezza se firmato o no.

A Ripatransone, a San Michele Arcangelo, un quadro
del 1558 con San Savino, San Paolo (?) e la solita Ver-
gine col Pargolo avente la stessa intonazione grigia
facilmente riconoscibile, e poche dorature nelle vesti ;
ritengo per fermo sia anch’esso del Nobili. Egli nel 1571
operava ancora una Nostra Donna con Santi per Ascoli
(San Pier di Castello); però se si associò al Lotto,
imitandolo forse ne’ primi tempi, non sembrami te-
nesse poi la sua maniera. Ciò dico, considerato lo stile
d’una tela conservatissima che di lui ha Mogliano, mai
registrata e nominata per sua, nemmeno in paese, per
quante ricerche abbia fatte. Si vede in un altare a de-
stra nella chiesa di San Gregorio, e figura una Madonna
ritta, con mani giunte e veste tutta d’oro a fiorami,
schiacciante il serpe coi piedi. Ai due lati quattro Santi
con grandi libri fitti di minuta scrittura. In alto gloria
d’angeli con nuvole di aspetto solido, come di roccia, e
in mezzo il Padre Eterno con globo oltre la simbolica
colomba. Salito a leggere da vicino su quei libri, ri-
levai da un d’essi che il lavoro fu fatto a spese di
certa confraternita, e scoprii pure la firma del pittore
in un semplice: Durans faciebat, più l’anno 1546.

In Massa fermana nella chiesa di San Francesco
vidi pure una sua grande tavola col ritratto del com-
mittente, opera già nota al Ricci e firmata : Durans
pig. fat (sic) con l’anno 1549; ma senza dorature di
sorta.

Giacché ho nominato Massa, qui mi cade acconcio
fare una rettifica. Nella ricordata chiesa di San Fran-
cesco non è già una tavola di Pietro Vannucci figu-
rante il Presepio con i pastori adoranti, come stampa
nella sopraccennata Guida il Marinocchi. Il cav. Vin-
cenzo Vitali Brancadoro nelle Notizie storiche e sta-
tistiche dì Massa (1895), su parere di alcuni, reputò
che il lavoro « per ogni rispetto bellissimo, anzi me-
raviglioso » potesse attribuirsi al Pagani. Infatti non
deve mettersi in dubbio che sia suo, e non è bello
continuare in equivoci e sostener leggende, che non
reggono a sana critica. 1

1 Così a Macerata si voleva che del Vannucci fosse la tela
della Madonna della Misericordia ; poi si disse di no, e si assegnò
al Crivelli da uomini che parevano conoscitori ; infine testé si ri-
tornò a stampare fosse assolutamente del Perugino, secondo una
vecchia scritta ora distrutta. Quest’anno il prof. Cantalamessa, ve-

Un’altra tavola d’altare di Vincenzo Pagani, che
pure non si trova descritta, riconobbi a Porchia, ove
la dicevano del Crivelli! Chi mi condusse a vederla
e intese subito il mio diverso giudizio, che confrontava
perfettamente con quello dato poco prima dal pittore
cav. Luigi Fontana, rimase assai impressionato e de-
luso, stimandosi da tutti che il quadro rappresentasse
a dirittura un tesoro! Eccone il soggetto: La Vergine
in trono avente il Bambino con un pomo in mano.
A destra di chi guarda, Santa Lucia e Santa Caterina ;
San Giovanni Battista e San Sebastiano a sinistra, tutte
figure in piedi. Due putti alzano una tenda dietro il
trono. In fondo il mare con barchette lontane, castelli
con torri, rupi cavernose, alberelli.

Altro quadro sull’autore del quale non dovreb-
besi più dubitare, è una tavola un po’sciupata con
Santa Lucia su fondo d’oro con angeli in alto, esi-
stente in una cappella di Santa Maria della Rocca in
Offida.

Fu compiuto nel dicembre 1490, e spetta senza
dubbio all’Alamanni. Il Marchionni nelle Notizie sto-
riche e statistiche di Offida (1889), se la cavò col dire
ch’era opera «di artista pieno di fede e di perizia».
Troppo poco in verità!

A Cupra Marittima il grande trittico che orna la
nuova collegiata con la Vergine, San Basso vescovo
e San Sebastiano, è pure da ascriversi con ogni cer-
tezza all’Alamanni senza ripeter più che è lavoro di
Vittorio Crivelli, o vagamente della scuola di Carlo.
Chi faccia uno studio attento alle tavole di Pietro Ale-
manni, che nel bel numero di 12 contai nella pina-
coteca municipale.di Ascoli, son certo dovrà convenire
che sono nel vero.

Una terracotta di fra Mattia della Robbia. —

Era stata posta in vendita qui da un anno in una
botteguccia senza trovare offerenti, come cosa dispre-
gevole ed è stata da poco acquistata dal sottoscritto.
Anche conoscitori dell’antico erano stati ben lontani
dal sospettare la mano del laborioso figlio di Andrea,
resosi domenicano, come il fratello Ambrogio, credo
vestendo l’abito per mano di fra Girolamo Savo-
narola.

È un quadrato con una Cena, in cui Cristo fra gli
Apostoli, seduti intorno, sta nell’atto d’istituire il sa-
cramento dell’ Eucarestia alzando il calice e il pane.
Mi sono convinto che fosse opera di fra Mattia, per
aver prima trovato nel Museo civico di Ripatransone
(messo insieme con grande cura e dispendio dall’eru-
dito canonico arciprete cav. Cesare Cellini) altri tre
quadrati d’identico stile, pure privi di smalto e mi-

fiuta l’immagine, escluse affatto che fosse dei due pretesi artefici,
e riconoscendovi la maniera umbra,, ritenne anch’egli probabile fosse
di Sinibaldo Ibi, come chi scrive aveva prima asserito con piena
convinzione.

L'Arte. IV, 54*
 
Annotationen