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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

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[Appendice]: Arte decorativa
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Calzini, Egidio: Roste in ferro battuto in Ascoli Piceno
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https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0501

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ARTE DECORATIVA

Roste in ferro battuto in Ascoli Piceno.

EL primo Rinascimento anche in Ascoli Piceno fiorirono le arti così
dette minori: nella scultura in legno e nell’ebanisteria si ebbero artisti
valenti, come lo attestano svariati e bellissimi lavori, segnati alcuni
da artisti ascolani, adornanti le porte e il coro del Duomo, e come lo
attestano altresì molte altre opere che si conservano in diverse chiese
e conventi della città.

L’arte del ferro battuto, invece, trascurata anche qui durante il
Rinascimento, come in altre parti d’Italia, e ciò forse per i lavori
fusi in bronzo, allora in gran voga, fiorisce più tardi, mercè artisti
che si ha ragion di credere del luogo, e la cui arte potè poi tramandarsi in paese fino al
secolo xix.

Con Antonio Giosafatti, veneto, e Fulgenzio Morelli, toscano, sèultori e architetti entrambi,
l’architettura in Ascoli assunse sin dal principio del Seicento un carattere fastoso e pieno
d’attrattive. Grandiosi edifizì, nella simpatica e forte tinta del travertino, sorsero in quel
tempo nelle piazze e nelle vie più frequentate della città; così le chiese costruite nel Sei-
cento e nel Settecento, e molte ancora fra le più antiche si abbellirono, non immuni delle
vaghe bizzarrie dell’epoca, di facciate sontuose e solenni. Allo stesso modo le abitazioni
signorili, abbandonate le linee gentili e severe ad un tempo del medioevo e l’elegante deco-
razione del Rinascimento, accolsero le ingegnose fantasie de’ due architetti novatori, ai quali
poi si aggiunse più tardi il Cavagna, che popolarono di figure e di cariatidi i frontoni delle
porte e delle finestre, dalle ben aggettate cornici, adorne di festoni e di cartelle genialmente
disposte.

I portali grandiosi de’più severi palazzi ascolani, contornati all’ingiro da pesanti bugne
e formanti un tutto insieme coi sovrapposti e ben proporzionati balconi, soppressa la clas-
sica cornice ad architrave, diedero luogo alle graziose lunette rischiaranti all’interno l’in-
gresso del palazzo ; ciò che valse a unire in bella armonia l’opera dello scalpellino con quella
del lavoratore in ferro.

In Ascoli, non meno che in altre città delle Marche, si andò manifestando per i bal-
coni e, più ancora, per le roste delle porte in ferro battuto una certa predilezione; e il
carattere che da queste emerge sta tutto nella bellezza delle proporzioni, nella genialità e
semplicità dei mezzi decorativi, nell’ornamentazione sobria, limitata ordinariamente a foglie
e fiori distribuiti con gusto e fine discernimento.

Sono diverse e svariate le lunette, in ferro specialmente, che qui ancora si conservano
intatte sopra le porte di case patrizie o all’ingresso di edifici pubblici. Quelle di cui pre-
sento le fotografie, tolte dal posto per cui furono ideate, apparirebbero forse men belle ed

L’Arte - Appendice - 2.
 
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