Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 4.1901

DOI Heft:
[Appendice]: Arte decorativa
DOI Artikel:
Tesorone, Giovanni: La porcellana di Napoli e la collezione Charlesworth
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24146#0512

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
20

ARTE DECORATIVA

studiato non soltanto la collezione Charlesworth nel suo complesso, bastevole da sè sola a
indicare tutta la storia della nostra porcellana, ma converrebbe conoscere la ricca collezione
dei biscuits del defunto conte di Chiaromonte (non ancora disgregata) e la collezione già del
Duca di Martina, ora di suo nipote Conte dei Marsi, e la collezione del Conte Correale, e gli
oggetti di Casa Cassaro, di Casa Lecca-Guevara e di Casa De Riseis (provenienti dalla Duchessa
di Bovino), quelli di Casa Roccella di Bruzzano, di Casa Spinelli e di parecchie altre, per
acquistare una cognizione compiuta di questa eletta manifestazione d’arte industriale nostrana.

Per buona ventura a queste raccolte, che le dovizie e l’amor patrio dei loro possessori
serbano tuttavia alla città nostra, vanno aggiunte opere notevoli ed inalienabili custodite da
tre Musei : quello della Reai Casa, nella stessa Reggia di Capodimonte ove la fabbrica nacque,
quello di San Martino e il Museo civico Gaetano Filangieri. Fra queste opere primeggiano
la stanza, di porcellana che ho più avanti ricordata, e il famoso gruppo di biscuit; la Cadila
dei Giganti del Tagliolini, una fantasia decorativa degna del Bernini, svolta con una virtù
plastica che sembra per diritta via ereditata dal grande Maestro. Il primo documento risale
al primo periodo della fabbrica, il secondo va riferito al periodo ferdinandeo e fa riscontro
al trionfo in biscuit del gran servito da tavola per quaranta coperti, mandato in dono a
Giorgio III d’Inghilterra, lavoro ampio e complesso raffigurante 'un ludo gladiatorio ricco
di trecento figure di oltre trenta centimetri d’altezza ciascuna.

Ho parlato della collezione Charlesworth come di cosa che fosse dato ancora vedere qui
a Napoli, ma, ahimè, essa, divisa in tre lotti dagli eredi del defunto possessore, è stata in
tre consecutive vendite tutta dispersa in Italia e fuori. Il nucleo maggiore di essa, risultante
di oltre mille pezzi sceltissimi, fu acquistato per ingente somma da una cospicua famiglia
inglese, la quale, or son pochi giorni soltanto, ha ritirato dall’ufficio di esportazione del Museo
Nazionale di Napoli gli ultimi quarantasei pezzi che il Ministero d’istruzione, non potendo
acquistare per inopia di mezzi, ha fatto in bella maniera fotografare a proprie spese. Il fatto,
che non è privo di amarezza per noi italiani e pei napoletani in ispecie, è stato narrato con
ogni particolarità dal conte A. Filangieri di Candida nel Corriere napoletano del primo fasci-
colo bimestrale del IdArte di quest’anno, ed è inutile tornarvi sopra se non per trarre qualche
conforto dalla circostanza che di tante squisite immagini d’arte resta almeno fra noi un
grafico ricordo fedele. Vi resterà certo assai più quando, col concorso già in parte iniziato
dal Ministero d’Istruzione, col favore della Reai Casa, dei Musei italiani e stranieri 1 e dei
privati possessori delle nostre più belle porcellane, io potrò menare a termine una storia
compiuta della fabbrica di Napoli considerata nella sua evoluzione storica, artistica e tecnica,
e nei suoi rapporti con le fabbriche minori locali e con quella del Buen Retiro, ove si spense
questo non ultimo lume di urbanità onde il Monarca spagnuolo compose l’aureola del
proprio trono.

Giovanni Tesorone.

1 Nel Museo civico di Torino evvi una larga e ben
composta raccolta di porcellane napoletane, dovuta in
massima parte al defunto marchese Emanuele d'Aze-
glio che la raccolse ed ora riordinata dal direttore di
quel Museo, prof. Vittorio Avondo. Nel Museo di Sè-
vres poi, ove la nostra fabbrica è rappresentata più dal
lato storico-tecnico che dal lato artistico, vi è qualche
pezzo di non piccolo interesse, come, per esempio, una

delle mensole della stanza di porcellana. Il mio illustre
amico M. Émile Baumgart, direttore generale della Ma-
nifattura, il quale ha preso vivo interesse alla futura
pubblicazione, ha avuto il grazioso e cortese pensiero
di offrirmi spontaneamente la riproduzione fotografica
di tutti i pezzi che possono destarmi interesse, fra i
quali è la bella mensola testé menzionata.

Sono riservati tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica per VItalia e per l’estero.

Adolfo Venturi, Direttore - Ettore Modigliani, Redattore capo

Roma — Tip. dell’ Unione Cooperativa Editrice, via di Porta Salaria, 23-A.
 
Annotationen