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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 3
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0249

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202

MISCELLANEA

tazione di San Sebastiano al tribuno, infatti, la rap-
presentazione è disposta studiatamente in due gruppi,
fra i quali si leva il martire a uguale distanza dall’uno
e dall’altro; nella Pietà gli angeli si atteggiano quasi
uniformemente sotto la tenda, drappeggiata con gran-
dissima cura e regolarità di pieghe e di nastri; nella
Flagellazione i personaggi di destra corrispondono pre-
cisamente a quelli di sinistra, così per il numero come
per la distanza alla quale sono collocati dal Cristo, e
fino il guerriero, che solo in parte sporge di profilo
dalla cornice a dritta, trova la sua perfetta corrispon-
denza nell’opposto lato. Quest’amore e questa ricerca
di simmetria tolgono effetto alla vivacità delle scene,
alle quali i personaggi sembrano partecipare poco e
con freddezza. Potrebbe dirsi, in breve, che in questi
bassorilievi sia la grazia leziosa e un 'poco melensa che

si ritrova nella maggior parte dei dipinti del Perugino.

Con questo pittore lo scultore dei tre bassorilievi
presenta notevoli affinità di predilezioni e di atteggia-
menti, in particolar modo nelle leggiadre figure di
San Sebastiano e del Cristo, nel guerriero che si vede
a capo scoperto e con la mano sul fianco, immedia-
tamente alla destra del tribuno, e in tutta la rappre-
sentazione della Pietà. Se noi consideriamo che in molte
sculture dei lombardi e financo in quelle di Alessandro
Leopardi si palesa evidente l’influenza ora dei Vi variai,
ora di Giovanni Bellini, mentre le figure di Antonio
Riccio sembrano i modelli da cui uscirono quelle di
Liberale da Verona, se pensiamo che tale virtù modifi-
catrice non si esercitò solo dalla scultura sulla pit-
tura, ma fu reciproca, onde già il Morelli vide l’impronta
di Andrea Solario in un bassorilievo di Cristoforo So-
lario il Gobbo, conservato nel museo Trivulzio di Milano,
e quella di Arnadeo nella Natività dell’Ambrosiana, da
lui restituita al Bramantino,1 se, in una parola, teniamo

1 Lermolieff, Kunstkritische Studiai ùber Italienische Malerei.
Die Galerien zu Munchen und Dresden, Leipzig, Brockhaus, 1891,
pag. io, 11.

presenti i rapporti che, quando più quando meno, cor-
sero fra le due arti figurative e a volte ebbero forza
di guidarne e di modificarne gli atteggiamenti, non
ci sarà difficile ammettere che anche l’autore del fregio
esistente nella sala del Consiglio superiore della pub-
blica istruzione abbia veduto delle opere del Perugino
e ne sia rimasto così profondamente suggestionato, da
resuscitare nelle sue sculture lo spirito grazioso e ma-
nierato che fu proprio del gentile pittore umbro.

Insieme con l’influenza peruginesca è notevole nei
bassorilievi del Ministero della pubblica istruzione il
carattere classico di alcune figure e di molti particolari.

Già il primo riscontro può farsi con la figura del
tribuno, il quale siede sul suggestus come un impe-
ratore, per quanto la sua fronte sia circondata da una
corona di forma perfettamente medioevale. Il gruppo
di destra sembra addirittura ricopiato da un bas-
sorilievo romano; i tre personaggi Vestono la clas-
sica toga, la quale nella forma e nella disposizione
corrisponde a quella delle statue antiche, ma nella
tecnica delle pieghe grosse, con grandi occhi, rivela
una fattura tutta moderna. I guerrieri che appari-
scono nel fregio hanno le gambe nude, la spada
corta, la clamide e il classico TÓpap, da cui pendono
le im'pu-fss, secondo i canoni più rigorosi della
moda antica. Il guerriero che impugna l’asta e,
dalla parte destra, assiste alla scena dellaFlagel-
lazione, corrisponde a un tipo di Soplcpopo;, il quale
non infrequentemente si vede nei monumenti an-
tichi; il suo atteggiamento, di perfetto prospetto,
è del tutto classico e può trovare qualche diretto
riscontro nelle figure di armati che appariscono in
alcuni sarcofagi con la rappresentazione del Giu-
dizio di Paride, per esempio in quello famoso di villa
Medici. 1

Vogliamo per altro dichiarare subito che, a nostro
giudizio, una ricerca in questo senso non si deve e
non si può spingere fino alle sue ultime conseguenze,* 2
e che rimane sempre da vedere per quanta parte questo
sapore di classicismo nel fregio in questione sia dovuto
ad una diretta imitazione dell’antico, e per quanta parte
esso invece derivi, di seconda mano, dalle influenze della
pittura del Perugino a cui sopra abbiamo accennato.
Ma non si eccedono i limiti imposti della prudenza più
rigorosa, osservando che l’ispirazione dell’antichità —
comunque lo scultore vi abbia attinto — si rileva, nel
guerriero più volte ricordato, con due altre conside-

! Robert, Die anliken Sarkophag-Reliefs, n. 11, tav. V.

2 Riteniamo, per esempio, che il guerriero citato della Flagel-
lazione difficilmente troverebbe un equivalente classico di assoluta
e perfetta identità. Ma è pur vero che anche nel gruppo di monu-
menti sopra ricordati, ai quali si potrebbe aggiungere qualche sar-
cofago con rappresentanze di Medea, il Sopìcpopo; che si presenta
di prospetto ha sempre qualche varietà di atteggiamento, ma tutti
offrono poi caratteri generali così spiccati e comuni, che bene se
ne può ricostruire idealmente un unico tipo.
 
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