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MISCELLANEA
Lasciando a parte per ora ogni questione relativa
alla grande iscrizione, che pure fu spostata in varie
parti ed è tronca in altre, ci basti di segnalare i gros-
solani errori in cui tutti caddero sin qui, per non avere
osservato che le leggende apposte di qua e di là dalle
statuette del bacino superiore non corrispondono tal-
volta alle statuette medesime.
Una di esse rappresenta una fanciulla che porta una
testa virile: PVELLA FERENS SALOMON [em].
Il Vermiglioli spiega cosi la enigmatica rappresenta-
zione: « divulgatasi per l’orbe intiero la sapienza di cui
il Signore fece larghissimo dono al Re Salomone, dice
marcatissima epigrafe REX — MAGNA (?) Il Vermi-
glioli pensò che « codesto Re fosse Rodolfo d’Abspruch
eletto Re de’ Romani nel 1273, quando appunto tra-
vagliavasi nella grand’opera della fonte». Ma egli è
invece un profeta, come ci fanno accorti le figure di
Davide e di Mosè, postevi a confronto. L’epigrafe va
ricostruita così : SALOMON — REX . E quel MAGNA
va dopo il frammento d’un’altra scritta, il seguito della
parola VICTORIA, che sta a sinistra di una statuetta
recante una palma.
ROMA— GENTIVM suona un’altra iscrizione, che
il Vermiglioli suppone incompleta e da completarsi così :
La fonte di Piazza a Perugia. (Cliché dello Stabilimento di arti grafiche a Bergamo)
il sacro Testo, che tutta la terra desiderava contem-
plare il suo sembiante, e ravvisare in esso la sapienza
medesima, ... A noi sembra pertanto, che codesta
statuetta divenga un’acconcia parafrasi al sacro Testo
medesimo, dall’ingegno, non meno che dalla artistica
licenza ideata». Un bel modo invero di presentare re Sa-
lomone all’ammirazione delle genti! L’artista, secondo
il Vermiglioli e gli altri che gli prestaron fede, avrebbe
dato a una donzella la testa veneranda spiccata dal
corpo. Ma basti confrontare questa testa con quella
di San Giovanni Battista, pure figurato in un’altra sta-
tuetta, per accorgerci che la fanciulla è Salome recante
a Erodiade il capo reciso del Precursore.
Il SALOMON dellascritta andava attaccato a un’altra
parola. Vi è di qua e di là della figura di un uomo
barbato, tutto avvolto in un manto, con saraballa, la
ROMA Domina GENTIVM ; ma a ROxMA va unita
una lastra, a cui si è attaccata la figura di S. PAVLVS
DOCTOR — CAPVD MVNDI. Escambiandosi le parti
già scambiate, le iscrizioni si rintegrano così: ROMA
— CAPVD MVNDI; S. PAVLVS DOCTOR — GEN-
TI VM.
DIVINITAS — BEATI LAVRENTI è l’epigrafe
che si legge ai lati di una donna che addita il cielo,
dalla Teoteta o Divinitas di San Lorenzo, secondo il
Vermiglioli, il quale anzi volle vedere nella muliebre
figura lo stesso Santo diacono contemplante la patria
celeste, tutto velato come un Augusto in atto di com-
piere sacri riti. Invece a DIVINITAS deve far seguito
EXCELSA, parola che si è rifugiata dietro l’altra di
CLERICVS. Manco male che l’iscrizione «chiarissi-
mamente marcata: CLERICVS EXCELSA», non fu
MISCELLANEA
Lasciando a parte per ora ogni questione relativa
alla grande iscrizione, che pure fu spostata in varie
parti ed è tronca in altre, ci basti di segnalare i gros-
solani errori in cui tutti caddero sin qui, per non avere
osservato che le leggende apposte di qua e di là dalle
statuette del bacino superiore non corrispondono tal-
volta alle statuette medesime.
Una di esse rappresenta una fanciulla che porta una
testa virile: PVELLA FERENS SALOMON [em].
Il Vermiglioli spiega cosi la enigmatica rappresenta-
zione: « divulgatasi per l’orbe intiero la sapienza di cui
il Signore fece larghissimo dono al Re Salomone, dice
marcatissima epigrafe REX — MAGNA (?) Il Vermi-
glioli pensò che « codesto Re fosse Rodolfo d’Abspruch
eletto Re de’ Romani nel 1273, quando appunto tra-
vagliavasi nella grand’opera della fonte». Ma egli è
invece un profeta, come ci fanno accorti le figure di
Davide e di Mosè, postevi a confronto. L’epigrafe va
ricostruita così : SALOMON — REX . E quel MAGNA
va dopo il frammento d’un’altra scritta, il seguito della
parola VICTORIA, che sta a sinistra di una statuetta
recante una palma.
ROMA— GENTIVM suona un’altra iscrizione, che
il Vermiglioli suppone incompleta e da completarsi così :
La fonte di Piazza a Perugia. (Cliché dello Stabilimento di arti grafiche a Bergamo)
il sacro Testo, che tutta la terra desiderava contem-
plare il suo sembiante, e ravvisare in esso la sapienza
medesima, ... A noi sembra pertanto, che codesta
statuetta divenga un’acconcia parafrasi al sacro Testo
medesimo, dall’ingegno, non meno che dalla artistica
licenza ideata». Un bel modo invero di presentare re Sa-
lomone all’ammirazione delle genti! L’artista, secondo
il Vermiglioli e gli altri che gli prestaron fede, avrebbe
dato a una donzella la testa veneranda spiccata dal
corpo. Ma basti confrontare questa testa con quella
di San Giovanni Battista, pure figurato in un’altra sta-
tuetta, per accorgerci che la fanciulla è Salome recante
a Erodiade il capo reciso del Precursore.
Il SALOMON dellascritta andava attaccato a un’altra
parola. Vi è di qua e di là della figura di un uomo
barbato, tutto avvolto in un manto, con saraballa, la
ROMA Domina GENTIVM ; ma a ROxMA va unita
una lastra, a cui si è attaccata la figura di S. PAVLVS
DOCTOR — CAPVD MVNDI. Escambiandosi le parti
già scambiate, le iscrizioni si rintegrano così: ROMA
— CAPVD MVNDI; S. PAVLVS DOCTOR — GEN-
TI VM.
DIVINITAS — BEATI LAVRENTI è l’epigrafe
che si legge ai lati di una donna che addita il cielo,
dalla Teoteta o Divinitas di San Lorenzo, secondo il
Vermiglioli, il quale anzi volle vedere nella muliebre
figura lo stesso Santo diacono contemplante la patria
celeste, tutto velato come un Augusto in atto di com-
piere sacri riti. Invece a DIVINITAS deve far seguito
EXCELSA, parola che si è rifugiata dietro l’altra di
CLERICVS. Manco male che l’iscrizione «chiarissi-
mamente marcata: CLERICVS EXCELSA», non fu