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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 8.1905

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Fasc. 3
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https://doi.org/10.11588/diglit.24150#0274

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CORRIERI

225

L’asta pubblica Sangiorgi. — La ditta Sangiorgi
ha proceduto, dal 26 aprile ai primi di maggio, alla
vendita della collezione di maioliche, tappeti e oggetti
d’arte del marchese Ignazio Cavalletti ; di alcuni quadri,
bronzi, marmi, ecc., dell’eredità del marchese Della
Rena ; dei quadri italiani e francesi del marchese
Pier Francesco Rinuccini ; di oggetti d’arte antica di
M. Galli-Dunn.

Notevoli le maioliche del Cavalletti, alcuni alberelli
di Cafaggiolo, un piatto di mastro Giorgio Andreoli

l’arte, illustrato dal Da Morrona, che lo vide nelle
mani del Cardinal Zelada a Roma, segnato: Johannes
de Pisis - Pinxit. È un raro quadro del Greuze,
acquistato intorno al 1850 a Parigi da un nobile signore
di Reggio Emilia, venduto ora a un collezionista sviz-
zero, per lire 5000. Trattasi del gentile ritratto di gio-
vinetta, di cui diamo qui la riproduzione.

Più numerosa delle altre, la collezione Galli-Dunn
vantava tre quadri attribuiti stranamente a Vittor Car-
paccio, mentre essi sono opera d’un maestro, forse

Imitatore di Piero della Francesca: Ritorno - Asta Sangiorgi, Roma

da Gubbio, scodelle e vasi di] Urbino e di Deruta;
importante la porta gotica a due battenti, divisa in
cinque riquadri, cogli stèmmi dei Della Rovere, prove-
niente, a quanto si dice, dalla cappella della Carità
del palazzo ducale d’Urbino.

Tra gli oggetti d’arte, provenienti dall’eredità del
marchese Della Rena, si distinguevano il busto in
marmo del marchese Gerio della Rena (*j* 1652), con-
dottiere al servizio di Carlo Emanuele I di Savoia e
di Filippo IV di Spagna, e quattro piccoli gruppi bac-
chici in bronzo dorato, di due de’ quali diamo qui la
riproduzione.

Tra i quadri Rinuccini, vanno ricordati un trittico,
pubblicato già dal D’Agincourt, nella sua Storia del-

della Marca d’Urbino, che seguì pedestremente le
orme di Piero della P’rancesca. La prima delle tre
tavole rappresenta cavalieri e dame in costume della
metà del secolo xv, accingentisi a partire sopra una
nave per l’isola di Citerà; la seconda figura, l’arrivo
all’isola stessa, i cavalieri e le dame che s’appressano
al tempio di Venere; la terza il ritorno dall’isola di
Citerà, e un re che perdona a sua figlia damigella, e
la concede in isposa a un cavaliere. Oltre queste tre
tavole, curiosissime per i costumi, la collezione si ador-
nava di un altare in terracotta smaltata, attribuita a
Luca della Robbia, invece con probabilità di Giovanni.
E vantava belle maioliche e vasi di bronzo dorato,
segnati Thomire à Paris.

L’Arte. Vili, 29.
 
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