SICILIA IGNOTA
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la cittadina, oggi appena mostra alcuni avanzi di un muro medievale dell’unica nave rimasta
in piedi, e della scala del campanile, oltre ad una volta, decorata di bei costoloni a crociera,
neH’interno della sagrestia, che è in fondo alla navata meridionale, unica parte questa super-
stite della ricostrutta chiesa, servita, sino a data recente, alle esigenze del culto.
Centinaia di pezzi decorativi di scultura e di pittura dovettero andare dispersi o perduti,
e solo per mero miracolo riuscirono a salvarsi due opere insigni, la cui rovina avrebbe
segnato una perdita grave ed irreparabile per l’arte: cioè il sarcofago di Blasco Barresi ed
una grande maiolica robbiana, che poco dopo mi farò a descrivere particolarmente.
Una prova delle dispersioni di chi sa quanti nobili frammenti architettonici dell’antica
e bella fabbrica, si ha nel vicinissimo grottone destinato, in epoca non molto lontana, a sepol-
Mditello, Portale di Santa Maria la Vetere. Particolare
tura della Confraternita dello Spirito Santo, la cui bocca è chiusa da un muro, costruito in
parte con pezzi antichi, e nel quale è stata incastrata una finestrina elegante in calcare, alta
m. 2.95 e larga m. 2.35, proveniente certamente dalla chiesa medesima.
Ma l’ornamento più cospicuo di essa, fortunatamente superstite, è il magnifico portale,
tutto in calcare dolce del luogo (m. 9.50 X 5-9°)) onde nei primi del '500 venne decorato
l’ingresso del prospetto, in sostituzione dell’antico, oggi murato lì a canto, e di cui si vedono
le tracce nell’interno. 1
Trattasi di un’opera sontuosamente ricca, adorna di numerose figure ad alto e basso
rilievo.
1 II primo ad occuparsene e a farne conoscere Pimportanza fu Pillustre architetto G. B. F. Basile (Giornale
di antichità e belle arti. Palermo, i° ottobre 1863, anno I, n. 3).
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la cittadina, oggi appena mostra alcuni avanzi di un muro medievale dell’unica nave rimasta
in piedi, e della scala del campanile, oltre ad una volta, decorata di bei costoloni a crociera,
neH’interno della sagrestia, che è in fondo alla navata meridionale, unica parte questa super-
stite della ricostrutta chiesa, servita, sino a data recente, alle esigenze del culto.
Centinaia di pezzi decorativi di scultura e di pittura dovettero andare dispersi o perduti,
e solo per mero miracolo riuscirono a salvarsi due opere insigni, la cui rovina avrebbe
segnato una perdita grave ed irreparabile per l’arte: cioè il sarcofago di Blasco Barresi ed
una grande maiolica robbiana, che poco dopo mi farò a descrivere particolarmente.
Una prova delle dispersioni di chi sa quanti nobili frammenti architettonici dell’antica
e bella fabbrica, si ha nel vicinissimo grottone destinato, in epoca non molto lontana, a sepol-
Mditello, Portale di Santa Maria la Vetere. Particolare
tura della Confraternita dello Spirito Santo, la cui bocca è chiusa da un muro, costruito in
parte con pezzi antichi, e nel quale è stata incastrata una finestrina elegante in calcare, alta
m. 2.95 e larga m. 2.35, proveniente certamente dalla chiesa medesima.
Ma l’ornamento più cospicuo di essa, fortunatamente superstite, è il magnifico portale,
tutto in calcare dolce del luogo (m. 9.50 X 5-9°)) onde nei primi del '500 venne decorato
l’ingresso del prospetto, in sostituzione dell’antico, oggi murato lì a canto, e di cui si vedono
le tracce nell’interno. 1
Trattasi di un’opera sontuosamente ricca, adorna di numerose figure ad alto e basso
rilievo.
1 II primo ad occuparsene e a farne conoscere Pimportanza fu Pillustre architetto G. B. F. Basile (Giornale
di antichità e belle arti. Palermo, i° ottobre 1863, anno I, n. 3).