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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 1
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Mauceri, Enrico: Sicilia ignota: monumenti di Militello, Piazza Armerina ed Aidone
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0049

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ENRICO MAUCERI

i

2

arricchito dalla loro famiglia. Niente di più facile,
quindi, che il loro illustre congiunto abbia donato a
quel luogo pio il suo ritratto. 1 2

* * *

Vicino ad un antico castello quattrocentesco con
quattro torrioni angolari, quasi interamente trasfor-
mato, e del quale restano pochi avanzi, in fondo
ad una piazza, vi ha la maggiore e più bella fontana
del paese, di carattere seicentesco, detta « la bella
Zizza »,3 dove, nel mezzo, è collocato un bassorilievo
in marmo di Carrara, rappresentante una elegante
figura muliebre. J E questa una scultura, piena di
grazia e di leggiadria, che appartiene certamente al
primo Rinascimento, e che non sembra improbabile
attribuire ad Antonello Gagini. La gentile immagine,
di belle forme e dalla classica acconciatura, preme
leggermente la mammella sinistra da cui sgorga un
sottil filo di acqua limpida e pura, ed ha tale e tanta
espressione di grazia da sembrare una figura assolu-
tamente tizianesca. Ella addita un cartello nel quale
sono incise queste parole:

QVI SITIS PARCE MENTIRI
NON SINE TEMPERANTIA

* * *

Militello, verso la fine del '500, estintasi la famiglia
Barresi, passò in potere dei Branciforti, dei quali si
rese famoso, nei primi del secolo xvil, don Fran-
cesco, poeta e letterato, ch’ebbe in moglie donna
Giovanna d’Austria.

E di questo secondo periodo storico sono le altre chiese della moderna Militello, che
presentano quasi tutte un grande ed esuberante sfoggio di barocco, mischiato di sovente ad
elementi cinquecentistici così nella decorazione del prospetto, come in quella dell’ interno, e
dove di rado s'incontra qualche opera pregevole (degno solo di ricordo il grandioso coro
settecentesco della chiesa di San Benedetto). Girando per quelle chiese, m’imbattei casual-
mente in un quadro mezzo rovinato, appeso ad una parete d’una cappelletta, già sagrestia
della diruta chiesa dei Santi Pietro e Paolo, la quale conserva varie vestigia così medievali
come del secolo XVII. Trattasi d’una grande tela incollata su tavola di forma quadrata (m. 2.35),
non dovendo tener conto della brutta lunetta sovrastante del secolo XVIII, e rappresenta
San Pietro benedicente, dalla barba e dai capelli ricciuti, vestito di ricco piviale di broccato
d’oro e con un volume aperto nella sinistra. Ai suoi lati stanno due angeli, dalla chioma

1 Vincenzo Natale, Sulla storia dei letterati ed
altri uomini insigni di Militello. Napoli, 1837, pag. 146.

2 « Ai 28 di aprile del 1607, dopo due anni di fatica

per cavare un acquedotto di più miglia nelle cinte dei
monti, fu portata nella piazza di Militello l’acqua detta

della Zizza, erigendosi due fontane ». V. Natale,
op. cit., pag. 16.

5 P. Ludovico Fazio nell’opera citata (pag. 93) la
chiama Ninfa.
 
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