LE “ VELE n D'A SSL SI 27
La cronologia delle opere di Giotto, lo abbiamo detto, è ancora da tracciarsi; ma intanto
notiamo che i suoi affreschi della cappella Peruzzi in Santa Croce a Firenze dimostrano
un’arte più evoluta che negli altri suoi affreschi con le storie di San Francesco nella cap-
pella Bardi della stessa chiesa. Questi sono alquanto prossimi alla pittura della cappella
dell’Arena di Padova; quelli all’altra delle Maddalene in Assisi. Ammesso che gli affreschi
della cappella dell’Arena sieno stati eseguiti verso il 1306, converrà lasciare molto tempo
in mezzo per giungere alle ordinate ed ampie scene della cappella Peruzzi e altro tempo
in mezzo poi per arrivare alla vivezza coloristica della pittura delle Maddalene. E poiché
nella cappella Bardi fra i Santi dell’ordine francescano non manca Ludovico di Tolosa cano-
nizzato nel 1317, può ammettersi che essa sia stata dipinta poco dopo quest’anno; e che
più tardi, prima del 1329 in cui Giotto si recò a Napoli, e dopo aver eseguita la cappella
Peruzzi in Santa Croce, abbia lasciato ad Assisi nelle istorie della Maddalena evangelica e
Fig. 9 — \L Obbedienza. Assisi. Basilica inferiore. Vela
della Maddalena Egiziaca l’ultimo ricordo della sua potenza rinnovatrice della pittura ita-
liana. La immagine di San Ludovico vescovo di Tolosa ricompare con altri Santi ad Assisi,
proprio nel braccio destro della crociera, sotto le storie già citate de’ miracoli di San Fran-
cesco; e poi che l’autore di cjue’ Santi lavorò nella cappella di San Martino, la cui esecu-
zione è giuocoforza di portare a tempo posteriore alla canonizzazione di San Lodovico di
Tolosa, possiamo credere di data prossima a quelli i dipinti immediatamente superiori di
qua e di là dalla entrata alla cappella di San Niccolò. Quei fascioni con Santi, che com-
pletavano la decorazione del braccio destro della crociera, non furono di certo eseguiti gran
tempo dopo le rappresentazioni dei miracoli di San Francesco, essendo essi il naturale
completamento di queste. Qualche anno dunque prima della chiamata a Napoli di Giotto,
si eseguirono gli affreschi descritti del braccio della crociera a destra nella basilica inferiore
di San Francesco. E cioè il maestro oblungo e il suo cooperatore nerastro, reduci da Padova,
eseguirono le istorie della vita di Cristo nella volta a botte in quel braccio di crociera e
le altre rappresentazioni nel basso, mentre il grande maestro dipingeva la cappella delle
Maddalene. Una ragione di più si può ricavare a prova della quasi contemporaneità del-
l’opera di Giotto in quel sacrario e di quella de’ maestri nel braccio destro della crociera,
osservando, nel sottarco all’entrata della cappella delle Maddalene, il lavoro di scolari che
La cronologia delle opere di Giotto, lo abbiamo detto, è ancora da tracciarsi; ma intanto
notiamo che i suoi affreschi della cappella Peruzzi in Santa Croce a Firenze dimostrano
un’arte più evoluta che negli altri suoi affreschi con le storie di San Francesco nella cap-
pella Bardi della stessa chiesa. Questi sono alquanto prossimi alla pittura della cappella
dell’Arena di Padova; quelli all’altra delle Maddalene in Assisi. Ammesso che gli affreschi
della cappella dell’Arena sieno stati eseguiti verso il 1306, converrà lasciare molto tempo
in mezzo per giungere alle ordinate ed ampie scene della cappella Peruzzi e altro tempo
in mezzo poi per arrivare alla vivezza coloristica della pittura delle Maddalene. E poiché
nella cappella Bardi fra i Santi dell’ordine francescano non manca Ludovico di Tolosa cano-
nizzato nel 1317, può ammettersi che essa sia stata dipinta poco dopo quest’anno; e che
più tardi, prima del 1329 in cui Giotto si recò a Napoli, e dopo aver eseguita la cappella
Peruzzi in Santa Croce, abbia lasciato ad Assisi nelle istorie della Maddalena evangelica e
Fig. 9 — \L Obbedienza. Assisi. Basilica inferiore. Vela
della Maddalena Egiziaca l’ultimo ricordo della sua potenza rinnovatrice della pittura ita-
liana. La immagine di San Ludovico vescovo di Tolosa ricompare con altri Santi ad Assisi,
proprio nel braccio destro della crociera, sotto le storie già citate de’ miracoli di San Fran-
cesco; e poi che l’autore di cjue’ Santi lavorò nella cappella di San Martino, la cui esecu-
zione è giuocoforza di portare a tempo posteriore alla canonizzazione di San Lodovico di
Tolosa, possiamo credere di data prossima a quelli i dipinti immediatamente superiori di
qua e di là dalla entrata alla cappella di San Niccolò. Quei fascioni con Santi, che com-
pletavano la decorazione del braccio destro della crociera, non furono di certo eseguiti gran
tempo dopo le rappresentazioni dei miracoli di San Francesco, essendo essi il naturale
completamento di queste. Qualche anno dunque prima della chiamata a Napoli di Giotto,
si eseguirono gli affreschi descritti del braccio della crociera a destra nella basilica inferiore
di San Francesco. E cioè il maestro oblungo e il suo cooperatore nerastro, reduci da Padova,
eseguirono le istorie della vita di Cristo nella volta a botte in quel braccio di crociera e
le altre rappresentazioni nel basso, mentre il grande maestro dipingeva la cappella delle
Maddalene. Una ragione di più si può ricavare a prova della quasi contemporaneità del-
l’opera di Giotto in quel sacrario e di quella de’ maestri nel braccio destro della crociera,
osservando, nel sottarco all’entrata della cappella delle Maddalene, il lavoro di scolari che