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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 1
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Venturi, Adolfo: Le Vele d'Assisi
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0068

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3i

LE “ VELE n D'ASSISI

una dottoressa, seduta in uno scanno, davanti a un leggìo, specchiantesi, e con un compasso.
Dietro le bende che ne inquadrano il volto, nell’occipite della donna allegorica, lasciò scor-
gere appena un’altra faccia di vecchio barbato, come d’antico filosofo, per indicare che nel
corso dell’età s’acquista esperienza. Il pittore delle vele conservò alla Prudenza il compasso
e lo specchio, e la figurò con due facce, una d’aspetto giovanile, l’altra di vecchia; male
tolse ogni particolare carattere. Coronatole il capo, che spicca sopra il nimbo esagonale,
ricamate le vesti, le scrisse dietro : S[aneto) PRVDENTIA. Così dietro la figura allegorica
della Obbedienza scrisse: S. OBEDIENTIA; e dietro l’altra dell’Umiltà : S. HVMILITAS.
Anche qui si scorge come il concetto religioso togliesse ogni vivezza aH'allegoria ; e facesse
della personificazione d’una qualità morale un santo o un angiolo delegato da Dio a eser-
citare sulla terra la giustizia sovrana e divina.

Nel compartimento della Castità (fig. 14) vi sono le tre figure S. CASTITAS, S. MAN-
DITI A, S. FORTITVDO, con la vernice comune a tutte le imagini delle vele, colla divota

Fig 14 — La Castità. Assisi, Basìlica inferiore. Vela

unzione a tutte particolare. Amore poi a destra, fuggente il flagello della Penitenza, è figurato
con ghirlanda in capo, con gli occhi bendati, con una rama fiorita nella sinistra, con un
turcasso appeso alla bandoliera che si adorna de’ vinti cuori umani. Le gambe finiscono come
quelle d’un uccello da preda: egli corre per sfuggire gli aculei del frate flagellante e uno
scorpioncello che è la Morte, precipita verso le zampe levate ed aperte di un porco spino
sdraiato a terra. Evidentemente tutto ciò è di una invenzione così meschina, così artifi-
ciosa, così puerile da far pensare che fosse suggerita da un frate zoccolante più che da
Giotto o dall’Alighieri.

Anche nel trionfo del Gloriosus Franciscus, questi prende l’aspetto dell’idolo portato
in processione : coi grandi occhi spalancati guarda innanzi a sè ; vestito di paludamento a
ricami d’oro, seduto sopra un tappeto splendente, sotto il baldacchino stellato, il Santo sembra
impietrito, mentre i razzi par che gli scoppino intorno. Non così avrebbe indicato Dante
il modo di glorificare il poverello d’Assisi, non così aveva insegnato Giotto.

La quarta vela, dove è dipinto San Francesco in gloria, non appartiene tutta al maestro
oblungo, pittore delle altre tre, ma anche ad un suo debole cooperatore, che altera i linea-
menti garbati, castigati degli angeli, e dà loro occhi strabici, bocche scure e labbra con-
 
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