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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 1
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0098

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6o

CORRIERI

magnifica collezione di antiche trine di Fiandra. Le
camere da letto, la stanza da pranzo, la cucina, ogni
parte della pittoresca dimora aveva riacquistato il suo
aspetto primitivo, come se i suoi ospiti di quattro se-
coli fa si fossero appena assentati temporaneamente:
una ricostruzione di ambiente completa, fatta con grande
cura e grande fedeltà.

Il comitato organizzatore di tale esposizione, desi-
derando giustamente che a Bruges sia conservata per
sempre una raccolta di oggetti così preziosa, racco-
glieva dai numerosi visitatori una parola di lode, un
apprezzamento benevolo, in apposito registro da pre-
sentarsi alle autorità di Bruges ed ai vari depositari
degli oggetti, per poter vedere esauditi i propri voti.

Alle espressioni di ammirazione di cui l’album ve-
niva ricoprendosi abbiamo aggiunto di buon grado la
nostra, coll’augurio che l’esposizione, divenendo per-
manente, venga ad aggiungere una bellezza di più
alle innumerevoli che già vanta la deliziosa città di
Bruges.

Pietro D’Achiardi.

Notizie da Costantinopoli.

Il museo imperiale ottomano. —- Costantinopoli
vanta oggi uno dei musei più ricchi e meglio ordinati
tra le capitali d’Europa. L’origine del Museo impe-
riale è piuttosto antica: fino dal 1850 si raccolsero
nell’antica chiesa bizantina di Sant’Irene (oggi tra-
sformata in deposito d’armi) alcuni monumenti de-
stinati a formare il primo nucleo della raccolta.
Nel 1875 la collezione era già divenuta così impor-
tante che si dovè adattarla in un nuovo ambiente, e
fu scelto il bellissimo edificio che è nella cinta del-
l’antico serraglio e porta il nome di Tchinili Kiosk
(chiosco delle ceramiche); una delle prime costruzioni
fatte dai turchi a Costantinopoli subito dopo la con-
quista, nell’anno 1466. In seguito continuando ad
aumentare il numero dei monumenti si è costruito di
fronte a Tchinili Kiosk un nuovo grande edificio, e
attualmente se ne sta innalzando un altro. Grazie alle
intelligenti cure di S. E. Harndy Bey, direttore del
Museo, questo è divenuto un istituto ordinato secondo
i criteri scientifici più moderni: la disposizione degli
oggetti è eccellente, l’illuminazione ottima, una bi-
blioteca di molte migliaia di volumi permette agli stu-
diosi di completare le loro ricerche.

Tutte le antichità che vengono in luce nell’ impero
ottomano sia nelle provincie d’ Europa che in quelle
d’Asia, son trasportate al Museo della capitale che è
divenuto così custode della più importante collezione
di monumenti orientali che esista.

L’arte bizantina non è però rappresentata nel Museo
di Costantinopoli da quel gran numero di monumenti
che si dovrebbero aspettare: la distruzione delle opere
d’arte cristiana al tempo della conquista ottomana, e

la proibizione assoluta di fare degli scavi entro il ter-
ritorio della città, sono le due ragioni principali di
tale mancanza. In gran parte anzi, i monumenti bi-
zantini del Museo vengono da altri luoghi ; da Salo-
nicco viene il famoso ambone con l’adoraziene dei
magi, dall’As:a Minore i sarcofagi, dalle isole molti
bassorilievi figurati. Alcune di tali opere sono state
pubblicate dallo Strzygowski ; noi ci riserviamo ad
altra volta di illustrarle più ampiamente tutte, edite
ed inedite. Ogni giorno la raccolta si accresce di qual-
che oggetto: capitelli, cornici, iscrizioni, ecc.; non si
fa quasi mai una nuova costruzione nella città senza
che nello scavare i fondamenti, non venga in luce
qualche frammento antico. Pochi giorni or sono si è
scoperta una pietra scolpita con la croce iscritta in
una corona, e un’iscrizione dedicatoria in caratteri del
secolo x; nell’innalzare il nuovo edilìzio del Museo
son venuti fuori dei resti di pitture anch’esse non po-
steriori al ix-x secolo. Ma quanti tesori restano se-
polti tra le rovine dei templi distrutti e abbandonati,
senza speranza, per ora, che ritornino alla luce!

Dalle province continuano a giungere di continuo
oggetti di scavo: si annunzia ora l’arrivo imminente
di un altro sarcofago di quel tipo detto asiatico, che
è stato rinvenuto di recente a Isnik, l'antica Nicea,
e che il solerte direttore del Museo ha ordinato di
trasportare a Costantinopoli.

La conservazione dei monumenti. — Purtroppo,
dobbiamo riconoscerlo con dolore, quanto che si fa
a Costantinopoli a cura e conservazione delle cose
antiche, non esce dalle mura del Museo imperiale ;
pel resto tutto è lasciato nel più completo abbandono.
E questo si può dire non soltanto dei monumenti
pagani e cristiani, ma anche delle stesse moschee mu-
sulmane, dei cimiteri, delle tombe imperiali, delle fon-
tane. Le mura antiche della città in alcuni punti son
ridotte allo stato di rovine da cui ogni giorno si stac-
cano dei massi che vanno ad accumularsi alle macerie
raccolte in basso. Nessuna lotta, nessuna misura di
precauzione vien presa contro le molte cause di di-
struzione a cui vanno soggetti i monumenti di Costan-
tinopoli: gl’incendi e i terremoti frequentissimi nella
città, i danni delle intemperie, la lenta disgregazione
che il tempo opera sulle cose antiche, la trascuratezza
e il malanimo degli abitanti. La vetusta basilica di
San Giovanni Battista, la più antica chiesa di Co-
stantinopoli è in uno stato deplorevole: il terremoto
del 1894 ha fatto cadere gran parte del tetto e ha
fortemente danneggiato tutta la costruzione che ri-
monta all’anno 463 di Cristo, e da quel tempo essa
è rimasta scoperchiata e le mura esposte alle intem-
perie deperiscono di giorno in giorno ; le colonne delle
gallerie interne si piegano, i pilastri si sgretolano. La
chiesa era stata trasformata in moschea col nome di
Imrahor Giami ; ora, dopo la rovina, la moschea si è
 
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