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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 2
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Ohlsen, F. Y.: I bassorilievi nei sacrofagi in Roma (metá del IV, fine del V secolo): saggio di classificazione cronologica basata sill'analisi tecnica
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0132

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F. Y. OHLSEN

congiunzione tra il ciclo bacchico e quello nettuniano — vivono per tutto il V secolo, se
pure non continuano, in forma puramente decorativa, nel medio evo.

Se del ciclo Adamo ed Èva in novanta casi su cento non è rappresentato che il gruppo
originario, che è una di quelle triadi simmetriche sì conformi al gusto dell’epoca,1 pure
cronologicamente non gli tengono dietro le altre manifestazioni più complesse ; la Creazione
(che anzi, stilisticamente è sorta d’un getto coll’Adorazione dei Re Magi, che è fra le pri-
missime rappresentazioni bibliche)1 il Verbo che consegna ad Adamo e ad Èva i doni sim-
bolici, e l’Offerta di Caino e Abele al Creatore. Il monumento su cui tutte queste storie si

Scema PasWif-- ji-vssc-

Santa Petronilla. Esempio dell’ultimo gruppo
di rappresentazioni pastorali

trovano ammassate (193 Later.) è, se non de’primissimi, certo non degli ultimi dell’arte
funeraria cristiana (primi del IV sec.). Nè la maggiore o minore fedeltà biblica è indizio
di maggiore o minore antichità. Ad esempio, l’ultimo episodio del ciclo Adamo e Èva e
la Visione d’Ezechiele (la quale se non teologicamente, certo stilisticamente è imparentata
alla Creazione) sono tolti dagli Evangeli apocrifi, eppure compaiono il primo, come dissi,
sugl’inizi del iv secolo, il secondo al n. 191 Lat. cr., cioè nell’epoca costantiniana (le pieghe
formano solchi circolari come sulle Vittorie delle basi dell’Arco costantiniano). Per la invaria-
bilità degli atteggiamenti valga per tutti quello d’Adamo e d’Èva reggenti la gigantesca
foglia di fico (esempio: Lat. cr., 117, ecc.) che, varcando ben sette secoli, giunge invariato
a Pietro Vassalletto, il quale lo applica ad un motivo ornamentale nel chiostro di San Paolo
fuori le mura.

E vero che non tutti i cicli biblici sono osservati così rigidamente come questo e che
il continuo apparire e mai disparire di altri cicli rende vieppiù ricca la fioritura dell’arte
biblica; è vero che questa stessa arte biblica non forma da per sè sola l’arte cristiana,
bensì un semplice, per quanto importante, capitolo, e che come fu precorsa dal simbolismo
velato delle catacombe dettato dal timore, cede a sua volta parte del suo terreno al simbo-
lismo più diafano delle basiliche trionfanti dettato già dai primi rigori del dogma — ma i gradini
di questa scala non possono precisarsi se non con l’analisi tecnica de’ sarcofagi su cui si
basa. E dunque maggiore il vantaggio che apportiamo all’iconografia che non quello che
vi possiamo attendere. Infatti, come mi è riuscito di abbozzare per primo uno specchietto
delle ultime rappresentazioni mitologiche, così ho potuto completare l’albero genealogico

1 Composizioni trinitarie simili tra loro sono: Adamo
ed Èva presso l’albero, Daniele fra i leoni, Cristo fra
due apostoli, Moltiplicazione dei pani e finalmente la
Crocifissione ; in tutte queste scene vi è la figura cen-
trale maggiore ed eticamente più importante (Albero
della scienza del bene e del male, Daniele, Cristo cro-
cifisso) che bipartisce due masse laterali minori ed
eticamente subordinate (Adamo ed Èva, leoncini, apo-
stoli, croci dei ladroni).

2 Trono di Maria — trono Creatore, uguale il perso-
naggio assistente {Verbo), uguale il profilamento di
Maria e del Creatore, uguale la contrapposizione delle
due parti della composizione {Maria, Creatore — Re
Magi, Adamo ed Èva) e ciò perchè entrambe le storie
derivano dal Mito di Prometeo (Cfr. Lat. cr., 104,
estrema scena superiore e inferiore parte sinistra, e il
Mito di Prometeo nell’atrio del Meleagro in Vaticano.
 
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