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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 2
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Giovannoni, Gustavo: Il chiostro di Sant'Oliva in Cori
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0147

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IL

CHIOSTRO DI SANT’OLIVA IN CORI

'RA le casupole che si arrampicano verso T alto dell’ abitato di
Cori, presso agli avanzi delle antiche mura dell’or.*: (apparte-
nenti in quel tratto alla ricostruzione sillana) sorgono la chiesa
ed il convento di Sant’Oliva, e protendonsi in avanti su di un’ampia ter-
razza e guardano la vasta sottostante pianura pontina. E la chiesa una
costruzione frammentaria a cui dalla prima edificazione, forse del X o del-
1’ XI secolo, quasi tutti i periodi successivi hanno portato modificazioni ed
aggiunte ; ha a lato un piccolo campanile, su cui fino a poco tempo fa
ergevasi un olivo, forse a denotare il simbolo agrario, per così dire, che il
nome della santa patrona di Cori racchiude. Il convento (ora trasformato
in scuola comunale) serba invece, non soltanto nel chiostro ma in ogni sua
parte, i caratteri di un modesto edificio del Quattrocento; un po’ mal ridotto
per due cause : una positiva data da taluni lavori di rifacimento eseguiti,
l’altra negativa consistente invece nella mancanza di regolari restauri di
riparazione e di conservazione.

E infatti nella seconda metà del sec. XV che, secondo riferiscono concordi
le memorie storiche locali,1 il convento fu costruito. Nel 1466 gli agostiniani che avevano il loro
monastero nella Valle, fuori la porta Romana di Cori, nel luogo detto dell’Insito, ottennero, ad
istanza del padre generale Ambrogio Massari, di trasferirsi nell’interno del paese e costruire
il loro convento accanto alla chiesa di Sant’Oliva, ed ivi si stabilirono prendendo le rendite
di due parrocchie soppresse per decreto del papa Paolo II. I lavori furono relativamente
rapidi, poiché nel 1480 ebbe, come vedremo, compimento il chiostro ed in quell’anno istesso
fu ivi tenuto un capitolo provinciale; già qualche anno avanti era stata costruita e dipinta
la cappella del Crocefisso annessa alla chiesa di Sant’ Oliva, nella quale un’ iscrizione, che
il Nibby lesse e che ora non si vede più, ricordava appunto il padre Ambrogio anzidetto ;
il quale, 2 nativo di Cori, volle evidentemente, appena assunto nel 1477 al generalato del-
l’ordine, impiegare la sua attività e la sua influenza per dotare di un’importante costruzione
il suo paese.

Certo a spingere così attivamente l’opera di edificazione dovettero contribuire le generose
elargizioni d’un munifico donatore. Fu questi quel cardinale Rotomagense, Guglielmo d’Estou-

1 Cf. Volpi, Antiche memorie appartenenti alla città
di Cori, Roma, 1732; Moroni, Dizionario d’erudi-
zione, ecc., Roma, 1866, alla parola « Velletri »; Nibby,
Analisi dei dintorni di Roma, Roma, 1848, voi. I,
Pag- 513-

2 Sulla vita e le opere del padre Ambrogio Mas-
sari, scrittore e teologo di grande valore, generale ago-

stiniano dal 1477 al 1484 (anno in cui fu imprigionato
per ordine di Innocenzo Vili), vedere il Tiraboschi,
Storia della lett. Hai., Roma, 1873, toni. VI, lib. II,
pag. 253, nonché la prefazione delle opere di Sant’Am-
brogio a lui dedicate da un contemporaneo, Masello
Venia (vedi l’edizione veneziana del 1532, che conser-
vasi all’Angelica).
 
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