LISETTA CI ACCIO
linea della persona (si veda, ad esempio, nella fig'. 5 il pezzo di marmo rustico attaccato
all’elmo); il che non può spiegarsi se non ammettendo che le figure sieno state scalpellate
via da membrature architettoniche con le quali erano state lavorate in un sol blocco di
marmo. E poiché le traccie di abrasioni si notano non su una sola superficie piana, ma
tutt’attorno alle figure nella parte posteriore, il pezzo di architettura aderente a ciascuna
delie due virtù non poteva essere che una nicchia.
Abbiamo così nella Giustizia e nella Fortezza due sculture
originariamente in tutto simili alla Prudenza e alla Tempe-
ranza, mi pare quindi ragionevole ammettere che queste rap-
presentazioni delle quattro virtù cardinali dovessero essere
unite in un solo monumento.
Ma non basta: anche le altre cinque figure, che nel monu-
mento Chiaves sono disposte a semicerchio dietro il sarcofago,
sono evidentemente, come la Giustizia e la Fortezza, figure
già aderenti a delle nicchie da cui furono rintagliate dai van-
dali di Innocenzo X, ubbriacati dal loro bisogno di movimento
e di libertà ed odio per tutto ciò che sapesse di compostezza
e di timidezza. Queste figure hanno inoltre le stesse dimensioni
che le quattro virtù cardinali ; di più tre di esse sono pure
virtù, le teologali : Fede, col calice dell’olocausto divino, Spe-
ranza, immobilizzata nell’ardente preghiera, e Carità, rappre-
sentata come una nutrice.
Le altre due figure, collocate ai lati, mi sembrano da iden-
tificarsi nella Vergine Annunziata, ritta in piedi, con il libro
delle preghiere nella mano sinistra e la destra portata sul
petto in atto modesto ed ubbidiente, secondo l’iconografia
più in uso nella scultura del secolo xiv e della prima metà
del XV;1 e nell’arcangelo Gabriele pure ritto, vestito come
spesso gli angioli nell’arte romana del secolo xv con peplo
classico doppiamente succinto formando colpos, con i capelli
ricciuti e gonfi, ma corti, con la destra in atto di chi accom-
pagna col gesto la parola, e la sinistra accostata alla persona,
tenendo un sottile oggetto ora caduto, forse un giglio od
un ramo di palma in metallo.2
Indubbiamente tutte le cinque figure sono opera della stessa
mano e riflettono tutte l’influenza diretta del maestro delle
virtù cardinali ; il trattamento e l’acconciatura dei capelli sono
uguali, e così pure i volti presentano, almeno programmati-
camente, i medesimi tratti caratteristici di modellatura e le
vesti gli stessi partiti di pieghe, perfino la solita doppia
piega triangolare sul petto e le cinture fatte di stoffa attor-
cigliata che abbiamo veduto negli angioli di Sant’Andrea. Ciò nondimeno non possiamo asso-
lutaménte ammettere che il nostro noto maestro abbia eseguito anche queste cinque figure;
Fig. 5 — Frammento
del monumento Chiaves: la Giustizia
Roma, Basilica di San Giovanni
in Laterano
(Fotografia Gargiolli)
1 Ricordo le annunciazioni pisane, quella di Dona-
tello in Santa Croce a Firenze, e l’altra di Bernardo
Rosellino ad Empoli, il cui tipo veniva ancora ripro-
dotto da Benedetto da Maiano nella tomba di San Sa-
vino a Faenza.
2 Anche il Courajod (Les débuts du naturalismo
italien - La sculpture de l’école romaine auXIVe siècle,
voi. II delle Le<;ons professés à Vécole du Louvre, Paris,
1901, pag. 220) riconosceva VAnnunciazione nelle due
figure. Il Fraschetti per contrario (op. cit., pag. 114)
credeva identificare le due statuette nelle due virtù
mancanti al ciclo delle sette virtù nel monumento
Chiaves : la Prudenza e la Temperanza. Ma esse sono
prive di ogni attributo distintivo di queste due figure
allegoriche.
linea della persona (si veda, ad esempio, nella fig'. 5 il pezzo di marmo rustico attaccato
all’elmo); il che non può spiegarsi se non ammettendo che le figure sieno state scalpellate
via da membrature architettoniche con le quali erano state lavorate in un sol blocco di
marmo. E poiché le traccie di abrasioni si notano non su una sola superficie piana, ma
tutt’attorno alle figure nella parte posteriore, il pezzo di architettura aderente a ciascuna
delie due virtù non poteva essere che una nicchia.
Abbiamo così nella Giustizia e nella Fortezza due sculture
originariamente in tutto simili alla Prudenza e alla Tempe-
ranza, mi pare quindi ragionevole ammettere che queste rap-
presentazioni delle quattro virtù cardinali dovessero essere
unite in un solo monumento.
Ma non basta: anche le altre cinque figure, che nel monu-
mento Chiaves sono disposte a semicerchio dietro il sarcofago,
sono evidentemente, come la Giustizia e la Fortezza, figure
già aderenti a delle nicchie da cui furono rintagliate dai van-
dali di Innocenzo X, ubbriacati dal loro bisogno di movimento
e di libertà ed odio per tutto ciò che sapesse di compostezza
e di timidezza. Queste figure hanno inoltre le stesse dimensioni
che le quattro virtù cardinali ; di più tre di esse sono pure
virtù, le teologali : Fede, col calice dell’olocausto divino, Spe-
ranza, immobilizzata nell’ardente preghiera, e Carità, rappre-
sentata come una nutrice.
Le altre due figure, collocate ai lati, mi sembrano da iden-
tificarsi nella Vergine Annunziata, ritta in piedi, con il libro
delle preghiere nella mano sinistra e la destra portata sul
petto in atto modesto ed ubbidiente, secondo l’iconografia
più in uso nella scultura del secolo xiv e della prima metà
del XV;1 e nell’arcangelo Gabriele pure ritto, vestito come
spesso gli angioli nell’arte romana del secolo xv con peplo
classico doppiamente succinto formando colpos, con i capelli
ricciuti e gonfi, ma corti, con la destra in atto di chi accom-
pagna col gesto la parola, e la sinistra accostata alla persona,
tenendo un sottile oggetto ora caduto, forse un giglio od
un ramo di palma in metallo.2
Indubbiamente tutte le cinque figure sono opera della stessa
mano e riflettono tutte l’influenza diretta del maestro delle
virtù cardinali ; il trattamento e l’acconciatura dei capelli sono
uguali, e così pure i volti presentano, almeno programmati-
camente, i medesimi tratti caratteristici di modellatura e le
vesti gli stessi partiti di pieghe, perfino la solita doppia
piega triangolare sul petto e le cinture fatte di stoffa attor-
cigliata che abbiamo veduto negli angioli di Sant’Andrea. Ciò nondimeno non possiamo asso-
lutaménte ammettere che il nostro noto maestro abbia eseguito anche queste cinque figure;
Fig. 5 — Frammento
del monumento Chiaves: la Giustizia
Roma, Basilica di San Giovanni
in Laterano
(Fotografia Gargiolli)
1 Ricordo le annunciazioni pisane, quella di Dona-
tello in Santa Croce a Firenze, e l’altra di Bernardo
Rosellino ad Empoli, il cui tipo veniva ancora ripro-
dotto da Benedetto da Maiano nella tomba di San Sa-
vino a Faenza.
2 Anche il Courajod (Les débuts du naturalismo
italien - La sculpture de l’école romaine auXIVe siècle,
voi. II delle Le<;ons professés à Vécole du Louvre, Paris,
1901, pag. 220) riconosceva VAnnunciazione nelle due
figure. Il Fraschetti per contrario (op. cit., pag. 114)
credeva identificare le due statuette nelle due virtù
mancanti al ciclo delle sette virtù nel monumento
Chiaves : la Prudenza e la Temperanza. Ma esse sono
prive di ogni attributo distintivo di queste due figure
allegoriche.