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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 3
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Ciaccio, Lisetta: Scoltura romana del Rinascimento, [1]: primo period (sino al pontificato di Pio II)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0217

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SCOLTURA ROMANA DEL RLNASCLMENTO

177

tipi costantemente da lui usati ; vi è un poco in diminuzione la nota prettamente classicheg-
giante, mentre prende qualche importanza la ricerca dell’espressione, e d’altra parte la tecnica
si fa meno accurata. Ora fra le diverse sculture del nostro maestro quelle che offrono le
maggiori somiglianze con il tabernacolo di Viterbo sono la lunetta vaticana ed il rilievo di
Santa Maria Maggiore, sia per la modellatura dei volti che per il trattamento dei capelli
e del panneggio. Ma poiché il complesso di tali lievi trasformazioni da ciò che erano le
maniere dell’artista nelle Virtù di San Giovanni Laterano, appare meno sensibile nelle sud-
dette opere romane che non nel tabernacolo di Viterbo, mi sembra ragionevole supporre
questo posteriore a quelle. A ciò si aggiunge ancora, per ritardarne la data, l’osservazione
della cornice che, pur offrendo gli stessi particolari di quella delle nicchie Acquaviva, è
trattata in modo assai più corretto e spedito, e della forma della conchiglia delle nicchie,
a pieghettature assai più fitte che non in quelle della Temperanza e della Prudenza, essendo
questa una prova quasi sicura di posteriorità. ' Onde, per tutte queste ragioni, io supporrei

Fig. 9 — Frammento di tabernacolo. Viterbo, Chiesa della Trinità
(Fotografia Gargiolli)

il tabernacolo di Viterbo scolpito molto tempo dopo le virtù del monumento Chiaves ed
anche dopo la lunetta vaticana (1463 64), forse fra il 1465 e 1470.

Delle altre opere vedute, i frammenti del sepolcro del cardinale di Portogallo e la statua
giacente di Eugenio IV sappiamo che non possono essere anteriori al 1447, data della
morte dei due personaggi. Le sculture Chiaves inoltre non potrebbero nemmeno essere ante-
riori al 1449, quando pare, per le pratiche fatte dalla Signoria di Firenze, che non fossero
ancora ripresi i lavori lasciati sospesi dal Filarete : esse quindi, tenendosi conto anche degli
elementi stilistici assai primitivi offerti dalla dorma dei capitelli, della cornice e della con-
chiglia,2 possono datarsi intorno al 1450, se pure non dobbiamo invece ammettere che il

1 Infatti le conchiglie che si cominciarono ad usare
nell’arte romana, pare, sullo scorcio della prima metà
del secolo xv, forse dietro l’esempio del motivo ar-
chitettonico decorativo della tomba Crivelli (f 1432) di
Donatello in Aracoeli, si fecero dapprima a poche e
larghissime pieghettature, come nell’altare eseguito
sotto il pontificato di Eugenio IV (1431-1447) nella
sacrestia di San Giovanni Laterano, e poi un po’ più
fitte come nella tomba di Nicolò V (j- 1455) i cui

L'Arte. IX, 23.

frammenti si conservano tuttora nelle Grotte vaticane,
ed in seguito più fitte ancora come nel monumento
del cardinale d’Albret (4 1465) in Aracoeli, sinché nel-
l’ultimo quarto del secolo le troviamo a scanalature
minutissime.

2 Questa presenta pieghettature più fitte che non
quelle dell’altare di Eugenio IV e più larghe delle
altre del monumento di Nicolò V.
 
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