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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 3
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Mauceri, Enrico: Scilia ignota: monumenti di Randazzo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0228

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188

E. MAUCERI

scontri tecnici e stilistici, che questo calice, avente rapporti con altri consimili della Penisola,
fosse stato donato dal re Pietro d’Aragona, quando esso invece presenta i caratteri propri

della seconda metà del secolo xiv.1

Una seconda opera d’argento è un grande e
magnifico ostensorio processionale, alto m. 1.42,
eseguito da Antonio Cocula nel 1567, 1 2 * * coi beni
lasciati in dono, alla chiesa dalla baronessa Gio-
vannella De Quatris, e riproducente qua e là
forme e particolari decorativi di carattere gotico.
La composizione figurale consiste nell’Annuncia-
zione ai lati dell’ostensorio, fra otto apostoli ; in
altrettanti angeli con i simboli della Passione in
alto, nel Cristo risorto in cima, e in quattro figu-
rine di santi attorno al fusto. La base è lavorata
riccamente a sbalzo e nel piede sono incise le
seguenti quattro iscrizioni latine, fra le quali è
compresa la firma dell’artista: Ex feudis ligatis
Domina Joannella De Quatris — Antonius Co-
chula faciebat aimo Domini 1567 —Petro Lancea
Procuratore feudorum Ecclesie — Regnante Phi-
lififio D. G. rege Sicilie.

La chiesa di San Niccolò, per la quale Antonello
Gagini, nel 1523, scolpì una magnifica statua di
marmo, rappresentante il Santo titolare che può
considerarsi come una delle sue opere più belle,5
possiede un interessante battistero costituito di
colonnine e di varie mensolette di calcare del
luogo componenti un ottagono, le cui sculture
riproducono, insieme con elementi ornamentali di
stile bizantino, motivi diversi, come mascheroncini
Uniformi, due oche abbraccianti uno di essi,
l’Agnus Dei con la croce. L’ignoto artefice della
prima metà del Quattrocento ha compiuto l’opera
sua di ornatista, tenendo sott’occhio lavori antichi
dell’alto medio evo ed innestandovi quei partico-
lari che, secondo il suo gusto, si confacessero a
renderne meglio il buon effetto.

Il Tesoro di San Niccolò è molto pregevole per
i pezzi di argento che possiede, come due calici
sul tipo di quello di Santa Maria, ma meno ricchi,
una pisside del Quattrocento, una croce proces-
sionale ed un grande ed elegante ostensorio.

1 V. Venturi, Storia dell'arte italiana. - IV. La scul-
tura del Trecento e le sue origini. Milano, 1905, pag. 897
e segg.

2 Sulla vita di quest’orafo nulla si conosce. Da un docu-
mento scoverto dal Di Marzo (/ Gagini, voi. II, pag. 336),

nel quale il suo nome apparve la prima volta, sembra
che fosse residente in Palermo.

J Vedi Di Marzo, op. cit., voi. I, pag. 301-305; II,

Fig. 5 — Antonio Cocula : Ostensorio
Randazzo, Chiesa di Santa Maria

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