MISCELLANEA
21 I
alla chiesa di San Giovanni a Mare e una quarta alla
chiesa della Trinità di Sessa. Di queste opere solo
l’ultima fu eseguita da Costanzo. Il 4 novembre dello
stesso anno il Quartararo venne incaricato da Matteo
Ferrillo di una colia simile in tutto a quella posta sul-
l’altar maggiore della chiesa di Montoliveto, e il Q.
consegnò il lavoro ai 18 novembre 1492. Il 9 e il
24 gennaio 1492 il Q. fu ricompensato con 20 ducati
per una parte delle pitture eseguite nella camera del
re in Castelnuovo. Il 24 settembre 1492, innanzi a
Pietrobono da Salerno, pittore, Niccolò de lo Fer-
rino, pittore, Gabriele d’Oliveri, ferraio, Martino de
Luca, pittore, stabilì, d’accordo con la moglie Anto-
nella Siscorsa, non avendo prole, di mettere in comune
i propri beni. La prima notizia 1 sull’esistenza di questo
artista risale al 1485; nel 1489 il Q. appare a Palermo,
ove si trovava anche nel 1494.
Abbiamo riassunte le notizie che si hanno sul sog-
giorno a Napoli di questo artista fino a poco fa sco-
nosciuto, perchè insieme a quel Costanzo de Moysis
veneto merita di esser tenuto d’occhio anche senza
voler dare la stura alle ipotesi audaci.1 2
1 Di Marzo, La pitt. in Palermo nel Rinasc., Palermo, 1902;
Mauceri Enrico, in Emporium, dicembre 1903.
2 Di un Costanzo, medaglista e pittore, è parola in un docu-
mento del r. Archivio di Stato di Modena, pubblicato dal Venturi
neWArch. si. dell'arte (1896, pag. 374). Di questo Costanzo si conosce
soltanto una medaglia rappresentante Maometto II, datata 1481 e
firmata OPVS CONSTANTII. Ma dal documento si apprende che
Della permanenza del Quartararo a Napoli è re-
stata qualche traccia. A lui si può attribuire senza esi-
tazione una tavola rappresentante tre San Giovanni,
esposta nella chiesa di San Giovanni a Mare ed ora
ridotta in pessimo stato, essendo battuta al suolo,
causa la rottura dei sostegni (!); e con molta proba-
bilità due altre: una fatta evidentemente per un rap-
paciamento, raffigurante la Vergine col Bambino tra
due Santi, conservata al Museo di San Martino, e l’altra
raffigurante la Vergine e il Bambino tra San Pietro e
San Paolo, posta nella quinta cappella a sinistra in
San Gaetano.
Per l’affresco di San Severino serve molto come
termine di confronto VIncoronazione della Vergine del
Museo di Palermo, opera certa del Quartararo. Nel-
l’affresco di Napoli il Quartararo si rivela un artista
di maniera franca e rapida, ma le figure sono per lo
più alquanto impacciate nei movimenti, lumeggiate
troppo vivamente d’oro nelle carni, non presentano
grande varietà di espressione e l'aggruppamento non
egli fu inviato dal re di Napoli a Maometto II, il quale desiderava
un pittore italiano e che ai servigi di Maometto restò fino al 1481,
anno di morte del sultano. Nel 1485 Costanzo dipinse un ritratto
di Ferrante d’Este, figlio di Ercole I e di Eleonora d’Aragona,
duchi di Ferrara, il quale si trovava a Napoli e nel 1485 non aveva
ancora otto anni. Non potrebbe darsi che questo Costanzo, meda-
glista e pittore, fosse lo stesso Costanzo de Moysis, veneto, che la-
vorava insieme al Quartararo ? Che fosse il pittore il quale ha dipinto
a Sanseverino sotto l’influsso dell’artista veneto capo (il Solario?) e
del Quartararo?
Vestizione di Benedetto. Napoli, Santi Severino e Sossio
21 I
alla chiesa di San Giovanni a Mare e una quarta alla
chiesa della Trinità di Sessa. Di queste opere solo
l’ultima fu eseguita da Costanzo. Il 4 novembre dello
stesso anno il Quartararo venne incaricato da Matteo
Ferrillo di una colia simile in tutto a quella posta sul-
l’altar maggiore della chiesa di Montoliveto, e il Q.
consegnò il lavoro ai 18 novembre 1492. Il 9 e il
24 gennaio 1492 il Q. fu ricompensato con 20 ducati
per una parte delle pitture eseguite nella camera del
re in Castelnuovo. Il 24 settembre 1492, innanzi a
Pietrobono da Salerno, pittore, Niccolò de lo Fer-
rino, pittore, Gabriele d’Oliveri, ferraio, Martino de
Luca, pittore, stabilì, d’accordo con la moglie Anto-
nella Siscorsa, non avendo prole, di mettere in comune
i propri beni. La prima notizia 1 sull’esistenza di questo
artista risale al 1485; nel 1489 il Q. appare a Palermo,
ove si trovava anche nel 1494.
Abbiamo riassunte le notizie che si hanno sul sog-
giorno a Napoli di questo artista fino a poco fa sco-
nosciuto, perchè insieme a quel Costanzo de Moysis
veneto merita di esser tenuto d’occhio anche senza
voler dare la stura alle ipotesi audaci.1 2
1 Di Marzo, La pitt. in Palermo nel Rinasc., Palermo, 1902;
Mauceri Enrico, in Emporium, dicembre 1903.
2 Di un Costanzo, medaglista e pittore, è parola in un docu-
mento del r. Archivio di Stato di Modena, pubblicato dal Venturi
neWArch. si. dell'arte (1896, pag. 374). Di questo Costanzo si conosce
soltanto una medaglia rappresentante Maometto II, datata 1481 e
firmata OPVS CONSTANTII. Ma dal documento si apprende che
Della permanenza del Quartararo a Napoli è re-
stata qualche traccia. A lui si può attribuire senza esi-
tazione una tavola rappresentante tre San Giovanni,
esposta nella chiesa di San Giovanni a Mare ed ora
ridotta in pessimo stato, essendo battuta al suolo,
causa la rottura dei sostegni (!); e con molta proba-
bilità due altre: una fatta evidentemente per un rap-
paciamento, raffigurante la Vergine col Bambino tra
due Santi, conservata al Museo di San Martino, e l’altra
raffigurante la Vergine e il Bambino tra San Pietro e
San Paolo, posta nella quinta cappella a sinistra in
San Gaetano.
Per l’affresco di San Severino serve molto come
termine di confronto VIncoronazione della Vergine del
Museo di Palermo, opera certa del Quartararo. Nel-
l’affresco di Napoli il Quartararo si rivela un artista
di maniera franca e rapida, ma le figure sono per lo
più alquanto impacciate nei movimenti, lumeggiate
troppo vivamente d’oro nelle carni, non presentano
grande varietà di espressione e l'aggruppamento non
egli fu inviato dal re di Napoli a Maometto II, il quale desiderava
un pittore italiano e che ai servigi di Maometto restò fino al 1481,
anno di morte del sultano. Nel 1485 Costanzo dipinse un ritratto
di Ferrante d’Este, figlio di Ercole I e di Eleonora d’Aragona,
duchi di Ferrara, il quale si trovava a Napoli e nel 1485 non aveva
ancora otto anni. Non potrebbe darsi che questo Costanzo, meda-
glista e pittore, fosse lo stesso Costanzo de Moysis, veneto, che la-
vorava insieme al Quartararo ? Che fosse il pittore il quale ha dipinto
a Sanseverino sotto l’influsso dell’artista veneto capo (il Solario?) e
del Quartararo?
Vestizione di Benedetto. Napoli, Santi Severino e Sossio