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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 3
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0260

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220

MISCELLANEA

Santi. Tutti seggono sur un basso seggio, disegnato
in prospettiva, sotto un soffitto a lacunari, e spiccano
sopra il fondo della stanza retta da arcate, con occhi
ne’ pennacchi e con due porte ai lati. Alle estremità
della ricca banda, entro due simili compartimenti fian-
cheggiati da colonne, senza l’arcata sovrimposta, di
nuovo lo stemma papale retto non da due angioli,
ma da un angiolo solo, essendosi dovuto tagliare la
pezza di ricamo lavorata a parte, per adattarla in quei

splenda nel cielo dentro tondi tra lingue di fuoco e
fiamme d’amore divino. Nessun miglior partito quindi
per i maestri del tempo di Sisto IV di quello sugge-
rito dalla quercia dei Della Rovere: Melozzo nell’af-
fresco che rappresenta Platina davanti a Sisto IV cir-
condato dai suoi, chiuse la scena tra due pilastri or-
nati da rami di quercia con ghiande dorate sul fondo
azzurro; e sono i consueti rami che sembrano ornare
il Quattrocento, intessere la corona civica all’arte ita-

Paliotto di Sisto IV. Dettaglio. Ornati - (Fotografia Gargiolli)

luoghi che dovevano essere più lunghi rettangoli, a
seconda del disegno.

La decorazione ricavata dalla rovere dello stemma
papale era caratteristica del tempo di Sisto IV. Le
imprese di Borso d'Este s’alternano a quel tempo nei
lacunari dell’anticamera di Schifanoia; le penne ondeg-
giano entro gli anelli a punta di diamante nelle aule
medicee; i draghi s’inarcano a Milano per disegnar
con la curva il nome dello Sforza. Sin dalla metà del
Quattrocento, il precipuo motivo di decorazione delle
sale signorili, delle cappelle gentilizie, dei codici mi-
niati era fornito dalle imprese adottate dai committenti
dell’opera d’arte e più dal loro stemma; e l’artistico
costume durò sino a tutto il Quattrocento. Basti ri-
cordare come nelle aule dei Borgia in Vaticano il toro
dello stemma papale s’innalzi sugli archi di trionfo,

liana. Dovunque, negli edifici non costruiti, ma nati
in quell’età felice, nelle sculture fior di vaghezza, negli
affreschi splendenti s’intrecciano i rami di quercia. Si
intrecciarono lungo la biblioteca di Sisto IV tra pro-
feti, dottori della chiesa e filosofi ; formarono la corona
mortuaria di quel pontefice sulla sua tomba in San
Pietro gettata in bronzo da Antonio Poliamolo.

A questo stesso maestro noi assegniamo il disegno
del paliotto, in ispecial modo quello delle figure del
pontefice Sisto IV e di San Francesco. Basti osservare
1 disegno della mano destra del Santo con quel dito
mignolo contratto, e quello del piede destro roton-
deggiante, e la testa stessa del beato Francesco con
zigomi prominenti, con forte ossatura, con lineamenti
alterati, per riconoscervi la mano del Poliamolo. Sap-
piamo del resto che l’artista forni i disegni per para-
 
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