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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 3
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0266

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2 2 6

CORRIERI

# * *

La Galleria della Biblioteca Ambrosiana, che

aveva ricevuto l’ultimo suo assetto intorno al 1830,
per l’accumularsi di nuove opere e per altre circo-
stanze, non era più in condizioni rispondenti alla sua
importanza. Il prefetto della Biblioteca stessa, mon-
signor Ceriani, costituì (sarà un anno e mezzo) una
Commissione, ch’egli stesso ha presieduto e che ri-
sultò composta del vice-prefetto dottor Achille Ratti,
lo storico ben noto che pur si interessa con passione
all’arte, l’architetto senatore Luca Beltrami, il pittore
professor Luigi Cavenaghi e lo studioso specialista di
stampe antiche sig. Antonio Grandi. Questa Commis-
sione, studiato il piano di un nuovo assetto della Gal-
leria, ha radicalmente modificate alcune delle sale e
data a tutte una decorazione sobria, ma adatta arti-

Milano, La Simonetta. Ornati d’una volta
(Fotografia di Carlo Fumagalli)

sticamente a questa raccolta ; poi è proceduta corag-
giosamente ad una selezione e conseguentemente al-
l’invio a magazzeno di calchi in gesso, sculture, pitture
ed oggetti artistici, acquistando non piccolo spazio; ed
infine è addivenuta ad un nuovo ordinamento. Cosi
ha potuto procedere ad una classificazione e distribu-
zione più razionale e più opportuna a seconda del-
l’epoca, dello stile e della intonazione delle opere.
I quadri di pregio non sono più soffocati da un mondo
di pitture grandi e piccole e di svariato tempo ed ef-
fetto e non pochi dei quadri di minori dimensioni ap-
paiono isolati su appositi sostegni. Pitture, sculture e
disegni hanno acquistato l’effetto corrispondente alla
loro importanza, ciò che i francesi dicono così bene:
la mise en valeur d’un’oeuvre d’art; e la Galleria Am-
brosiana ora ha un assetto ed un ordinamento in re-
lazione alla sua importanza di celebrità mondiale.

In occasione di tutto questo riordinamento parecchie

pitture vennero ripulite ed alcune liberate dalle ridi-
pinture e restauri vecchi. La sposina risplende ancor
maggiormente, il ritratto virile che nell’antico ordina-
mento le stava vicino e comunemente dichiarato rap-
presentare un duca di Milano e di mano di Leonardo,
è riapparso ben diverso di prima e nella sua interezza,
una vera rivelazione.

Entrambi questi quadretti hanno dato occasione a
due scritti del senatore Luca Beltrami, uno pubblicato
in occasione di nozze col titolo : Il ritratto dì Bea-
trice d’Est e di Leonardo da Vinci, 1 è uscito il 6 di-
cembre dello scorso anno 1905; l’altro intitolato:
« Il Musicista » dì Leonardo da Vinci è apparso sul
Corriere della sera del 22 dello stesso dicembre.

Anche se venisse mai assodato che una delle due
pitture sia davvero di Leonardo da Vinci, sul che mi
permetto di esser assai dubbioso, dinanzi a tutte e due
che sono di stile e di tecnica così diversa una dal-
l’altra è lecito domandarsi come mai il Beltrami abbia
potuto ammettere che entrambe siano dovute alla
mente ed alla mano di Leonardo da Vinci. Egli mi
consentirà che io esprima alcune mie considerazioni.

Il senatore Morelli, confutando il Bode ed altri ha
già criticamente dimostrato che la Sposina è dello stesso
stile e della stessa tecnica del pittore di parecchi ri-
tratti che portano la firma di Ambrogio De Predis.
Si dirà che questa dimostrazione critica per quanto
stringente è pur sempre sindacabile e suscettibile, di
rettifica col progredir degli studi. Ma comunque sia,
come ammettere che sia di mano di Leonardo un ri-
tratto di profilo piantato rigidamente, tagliato in tutto
il suo contorno in modo secco e reciso sul fondo, con
un collo duro come il legno, con una modellazione
appena sufficiente, un chiaroscuro molto povero, un
colorito caldo, ma convenzionale anziché vero, dunque
in uno stile e con una tecnica per nulla conformi con
quelli di Leonardo? Nonostante queste deficienze, la
Sposina, disegnata con tanta sincerità, condotta con
tanta cura in tutti i particolari dell’acconciatura, della
veste e dei monili, dipinta con un processo tecnico
così buono che ha sfidato i secoli ed oggi é ancora
meravigliosamente conservata, è nel complesso così
piacevole e brillante che è rn’opera bella e preziosa.
Ma abbiamo da continuare come nel passato a ritenere
soltanto dei sommi maestri le opere belle? a non co-
noscere che i nomi di Leonardo, Raffaello, Correg-
gio, ecc. ?

Ora, che il cardinale F'ederico Borromeo non inten-
desse formulare giudizi personali ma soltanto riferire
quelli accolti nel tempo suo e che riteneva accetta-
bili, ne abbiamo la prova nel fatto che nella propria
descrizione del suo Museo, dettata in latino e man-
data alle stampe nel 1625, fra gli originali degli arte-
fici maggiori della raccolta stessa indica una testa che 1

1 Milano, MCMV, tipografia Allegretti (fuori commercio).
 
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