Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI Heft:
Fasc. 3
DOI Artikel:
Corrieri
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0270

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
230

CORRIERI

pella Sistina » ; nella quale si fa espressa menzione
« del lavoro che giornalmente si va facendo ».

Non di una ripulitura ma di un barbaro ritocco, si
ha notizia più tardi, nei 1762, sotto il pontificato di
Clemente XIII, perchè il Richard1 narra di aver ve-
duto artisti mediocrissimi intenti a ricoprire le nudità
delle figure del Giudizio e della volta ; e la cosa è
confermata dal Chattard,2 il quale ci dà il nome del-
l’autore principale dei ritocchi, Stefano Pozzi, ma ci
attesta insieme che il lavoro fu ristretto all’affresco
del Giudizio. Nè ripulitura nè ritocco, ma un sem-
plice e rozzo restauro si ebbe da ultimo nel 1798,
quando, per un’esplosione di polvere, essendosi stac-
cata dalla volta la figura ài Atlante sopra la sibilla
Delfica, venne rifatto, ma questo fu lasciato senza alcun
dipinto, l’intonaco caduto.

Si arrivò così fino all’anno 1903, allorché, doven-
dosi provvedere al rifacimento del tetto della Cap-
pella, nel timore che la caduta di qualche materiale
potesse danneggiare la volta sottostante, il prof. Seitz,
direttore delle gallerie pontificie, chiese che prima di
ogni altra cosa si esaminasse lo stato delle pitture, per
avvisare ai mezzi necessarii e più opportuni per tute-
larne l’incolumità durante i lavori. Risultato dell’ispe-
zione fu, che le condizioni generali degli affreschi non
erano peggiori di quanti altri se ne trovano di quel-
l’età, tanto che poterono resistere alle scosse per lo
scoppio della polveriera e del terremoto, che non per-
tanto riparazioni risultavano non solo utili ma anche
di qualche urgenza : pareva quindi necessario proce-
dere ad un lavoro generale di restauro, che valesse
ad allontanare dall’opera di Michelangelo, per quanto
è umanamente possibile, i malanni della vecchiaia.
Il comm. Seitz espose lo stato delle cose a Leone XIII,
e, non osando assumere da solo la responsabilità di
tanto lavoro, domandò di essere coadiuvato da una
Commissione della quale propose egli stesso i nomi
che gli furono di buon grado accordati. Essi furono :
il comm. Boni, direttore degli scavi del Foro Romano,
il comm. Valles dell’Accademia di Spagna, il cav. Gai
dell’Accademia di San Luca e il dott. Steinmann, lo
storico della Cappella Sistina ; ai quali lo stesso com-
mendator Seitz volle che si aggiungessero i colleghi
comm. Galli, direttore generale dei Musei pontificii,
comm. Marucchi, direttore speciale del Museo Egizio,
comm. Sneider, architetto dei Sacri Palazzi, conimeli-
dator Mannucci, sottoforiere, dott. Nogara, direttore
speciale del Museo Etrusco, presieduti dal marchese
Giulio Sacchetti, forier maggiore dei Sacri Palazzi.

In quell’anno 1903 la Commissione tenne due se-
dute, a breve distanza, nel locale della Cappella stessa,
la prima il 18 giugno e la seconda il 2 luglio seguente,
nelle quali, escluso a priori qualsiasi restauro che im-

1 Description historìque et critique de VItalie, Nouv. ediz. V,
Pag. 375-

2 Nuova descrizione del Vaticano, II, pag. 41.

plicasse l’uso del pennello e dei colori, si convenne
nell’idea che esso dovesse consistere prima nella ri-
pulitura diligente degl’intonachi dalla polvere, e nel
fissarli poi solidamente al muro sottostante, così da
impedirne, per qualsiasi accidente, il distacco; e si
proponeva senz’altro di dar principio ad un esperi-
mento dei lavori, affidandone per prova l’incarico ai
due egregi artisti Cecconi Principi e Giovanni Cingo-
lani. Stavano per essere attuati i primi saggi di prova,
quando sopraggiunsero la malattia e la morte di
Leone XIII, che fecero sospendere per il momento
qualsiasi esecuzione. Ma la dilazione fu breve. Salito
al trono pontificio Pio X, ed informato degli studi
già avviati, egli ne ordinò la prosecuzione, riconfer-
mando le cose com’erano già stabilite.

La Commissione, presieduta in questo secondo pe-
riodo dal maggiordomo di allora, ed ora cardinale,
mons. Cagiano d’Azevedo, che mostrò grandissimo
interesse per la continuazione dei lavori, fu convocata
ancora tre volte: il io febbraio e il 24 maggio 1904,
e da ultimo il io maggio 1905. Nelle prime due adu-
nanze, dopo aver discussi i varii sistemi usati in Roma
e altrove nei restauri degli affreschi antichi, e dopo
avere esaminate le prove di saggio eseguite in prece-
denza nella Cappella stessa dai signori Cecconi Prin-
cipi e Cingolani, la Commissione, scelse ed approvò
il procedimento che fu poi osservato in tutto il corso
dei lavori; e nella terza, che fu come di chiusura e
di collaudo, rimosse tutte le impalcature che turbavano
la vista dell’artistico edificio, essa ebbe la compiacenza
di ammirare l’antico monumento, a cui la sapiente
opera compiuta pareva avesse dato un aspetto più
fresco e giovanile. In quella memorabile seduta la
Commissione espose anche alcuni voti d’ordine secon-
dario per la migliore sistemazione della Cappella, come
la riapertura delle due finestre in alto sulla fronte, il
collocamento di una cattedra pontificia stabile, di stalli
convenienti ai lati e dell’ inferriata che fino a non molto
tempo addietro chiudeva la cancellata, voti che mon-
signor maggiordomo accolse con favore, promettendo
di sottoporli all’approvazione del Santo Padre ; ma la
parte più importante della riunione fu la relazione dei
lavori compiuti, letta dal comm. Seitz, promotore ed
animatore indefesso di tutta l’opera, la quale, come
documento storico dei criterii e del metodo con cui il
restauro fu eseguito, merita di esser qui, ne’ suoi punti
essenziali, riferita

« La parte storica che si riferisce all’operato della
Commissione nominata dalla S. M. di Leone XIII e
confermata da S. S. Pio X felicemente regnante, è già
nota: resta ora a riassumere l’opera di riparazione
compiuta a consolidamento di tutte le pitture di Mi-
chelangelo.

<• Si ebbe cura da principio di riconoscere quale fosse
il sistema più pratico onde riattaccare quelle parti
d’intonaco cadenti, alcune delle quali si sarebbero po-
 
Annotationen