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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc.4
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Fabriczy, Cornelius von: Memorie sulla Chiesa di Santa Maria Maddalena de'Pazzi a Firenze e sulla badia di San Salvatore a Settimo
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0303

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2 6 2

C. DE FABRICZY

B(eaia). M. Maddalena de Pazzi al detto luogo di Cestello e lo depositorno nella Cappella
ch’era nel Noviziato, e se ne fece del tutto rogito per mano di pubblico Notaro.

(fol. ii 8). Addì 6 Dicembre. Monsignore Nunzio messe in possesso l’Abbate di Cestello
con li suoi due Monaci restati in Firenze del Monasterio già di Monache in Borgo S. Friano,
con precetto però, che per tre giorni continui vi si lasciassero entrare huomini e donne a
vedere il luogo per curiosità, si come nel medesimo modo haveva concesso, che huomini e
donne potessero entrare per tre giorni continui avanti l’entrata delle Monache nel già nostro
antico Cestello per sodisfare alla curiosità. 27

C. de Fabriczy.

27 Di parecchie opere d’arte che ancora oggi si ve-
dono in Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, o che vi
erano collocate fino agli ultimi tempi, non si fa men-
zione nelle memorie del Signorini. Tali sono: il ma-
gnifico altorilievo in terracotta dipinta e dorata di
Donatello che fino ai nostri giorni stava sull’altare
maggiore, e il busto parimente in terracotta dipinta
di Santa Elisabetta, opera del Rossellino, che si crede
il ritratto di una delle donne pie della famiglia Pazzi,
ambedue sculture comprate dall’antiquario Stef. Bar-
dini e da lui vendute nel 18S8 al Museo di Berlino
(nn. 39-A e 149-A del catalogo); tale è la tavola di
Cosimo Rosselli raffigurante la Madonna in trono con
ai lati San Giacomo e San Pietro, che dall’altar mag-

giore della chiesa al tempo del rifacimento della tri-
buna fu traslata nella sagrestia, ed ai tempi nostri poi
passò negli Uffizi (v. Vasari, III, 185); tale finalmente
la statua in legno di San Sebastiano, che — fiancheg-
giata dalle figure dipinte dei SS. Rocco ed Ignazio —
in ricca incorniciatura di legno adorna l’altare della
quarta cappella a sinistra. Mentre il Vasari (IV, 239)
e il Cinedi (pag. 488) parlano di queste figure di santi,
assegnandole a Raffaellino del Garbo, non rammentano
nè loro nè alcun altro scrittore antico la statua di
San Sebastiano. Raffrontandola con l’altra scolpita in
Sant’Ambrogio da Leonardo del Tasso, noi crediamo
poter attribuire anch’essa, insieme con la splendida
incrociatura, a questo maestro.
 
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