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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI issue:
Fasc.4
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Colasanti, Arduino: Note sull'antica pittura fabrianese: Allegretto Nuzi e Francescuccio di Cecco Ghissi
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0318

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NOTE SULL’ANTICA PITTURA FABRIANESE

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alquanto inferiori. La tavola di Montegiorgio, che al Cavalcasene parve il capolavoro di
Francescuccio, è dipinta con una negligenza alla quale contrasta la cura minuziosa onde sono
studiati e riprodotti alcuni particolari di ricami e di fiori dorati ; il quadro di Ascoli, in con-
fronto, è assai meglio lavorato, mentre quello della collezione Fornari, opera della vecchiezza
del pittore, rivela una esecuzione più trascurata ; il frammento di Fermo mostra in tutta
la sua evidenza l’ingenuità dell’artista, che dimentica a un tratto di disegnare i contorni del
braccio della Vergine e, senza alcuna differenza di piani, come su una superficie unica, con-
tinua sul corpetto di Maria la decorazione della manica.

Alla stessa guisa di Allegretto, Francescuccio Ghissi ama le stoffe preziose arabescate
d’oro. La Madonna di Fabriano veste una tunica, su cui si vedono uccelli svolazzanti fra
tralci di vite, e un canopio ricamato a ornati geometrici, molto simile a quello che indossa la
Vergine del Nuzi nel trittico di Macerata; la Madonna di Fermo ha sul manto grappoli d’uva,
pampini e foglie, sul corpetto uccelli affrontati i quali stringono nel becco viticci, in mezzo
a racemi stilizzzati che si attorcono con eleganti volute ; anche gli angioli nelle tavole di
Montegiorgio e di Ascoli hanno abiti più o meno decorati o il capo cinto da una corona di
fiori. Nell’esecuzione di questi particolari si esercita la pazienza del pittore, che studia dal
vero i motivi della sua decorazione vegetale e disegna con infinita cura gli uccellini bezzi-
canti fra i rami; e, affinchè il naturale drappeggiar delle vesti non guasti quella brillante e
squisita armonia di ricami luminosi, egli abolisce completamente le pieghe e fascia le sue
Madonne nei loro rigidi manti, come in reliquiari preziosi. Così questa virtuosità da minia-
tore non si rivela intiera che nelle cose più minute, e nella tavoletta del Museo cristiano
vaticano, cioè nel più piccolo dei lavori eseguiti dal maestro, tocca il più alto grado di
gentilezza e poesia.

Il difetto di ogni ricerca originale di tecnica e di forma consente al Ghissi di affinare
il suo sentimento estetico nella elaborazione di un unico tipo femminile. Francescuccio di
Cecco è uno spirito religioso; ma la sua religione non è preghiera o implorazione, come
nelle opere dei senesi e dei fiorentini contemporanei ; essa è sola elevazione del sentimento
verso la bellezza. Quella del pittore marchigiano è un’anima fatta di amore, e il suo amore
è puro perchè non contiene la passione. Tutte le sue opere sono la sincera manifestazione
di questo stato psicologico, poiché, pure nell’insufficienza dei mezzi rappresentativi e nella
povertà del concetto, esprimono il sentimento della quiete perfetta. L’arte di Francescuccio
Ghissi comincia e si chiude con un unico accordo di pace; il suo significato più profondo
consiste nel riposo. E quelle figure umili e buone, quegli angioli devoti, quelle Madonne
che si abbandonano con languore e fissano inconsapevolmente lo sguardo nell’infinito, la-
sciano di loro un ricordo e un appagamento, perchè la loro contemplazione non costa uno
sforzo e non risveglia nessuna ansiosa interrogazione.

Tali erano le condizioni della pittura in Fabriano, quando Gentile di Niccolò di Gio-
vanni Massi tentava le prime prove, ispirandosi alle opere di Francescuccio di Cecco assai
più che a quelle di Allegretto Nuzi e celebrando in gloria dell’amore e della bellezza quel
senso della signorile eleganza e della vita, che per tutta Italia si rinnovava ormai nelle feste,
nelle cavalcate, nelle caccie, nelle giostre, nella poesia e nell’arte.

Arduino Colasanti.
 
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