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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc.4
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0346

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CORRIERI

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limite delle ombre parallele. Le membra e le dita sono
rappresentate senza quelle articolazioni così tese che
distinguono il Poliamolo.

Confrontiamo inoltre la stampa con l’incisione di
Ercole e il leone di G. A. da Brescia eseguita probabil-
mente da un disegno del Mantegna. I tipi della faccia,
del corpo, il trattamento dei muscoli, delle membra,
delle dita corrispondono quasi in ogni dettaglio. Inoltre
il metodo di rappresentare il fondo è completamente
nello stesso spirito e intieramente differente dal Polia-
molo o dalla scuola fiorentina del tempo. Per certi ri-
flessi, specialmente per una certa durezza di linee, la
incisione si avvicina anche più ad un altro Ercole e
Anteo (questa volta attribuito dal Bartsch al Mantegna,
n. 16), che all’Andrea da Brescia ora ricordato. Poiché

G. A. da Brescia stesso fece una copia di questo Ercole
e Anteo e questa non è nella maniera di Zoan Andrea,
noi ci dobbiamo accontentare di qualificarla per l’opera
di qualche anonimo incisore, tratta dal Mantegna, o
di qualche incisore come Simone di Ardizone, il cui
nome non è stato collegato a nessuna opera determi-
nata. In conclusione noi vogliamo dire soltanto che se
l’incisione di Ercole e Anteo attribuita dal Bartsch al
Poliamolo, non è di G. A. da Brescia, il che è del
tutto possibile, essa è certamente di qualche incisore
della scuola del Mantegna.

British Museum. — La piccola collezione di di-
segni di G. B. Castiglione nel British Museum è stata
recentemente accresciuta da un disegno che fino dal
suo acquisto, nel 1860, era rimasto senza discussione
coi disegni della scuola di Rembrandt. Esso ci pre-
senta un adattamento del paesaggio e della città,

quale si vede nell’incisione del Sant’Antonio di Durer
(B. 58). Quella città nell’opera di Diirer si suppone
che sia un ricordo degli schizzi eseguiti nel Tirolo
durante il*prìmo viaggio dell’artista in Italia, e che
sia stata presa da un disegno di Trento con una
certa mescolanza di caratteristiche gotiche del Borgo
di Norimberga. Nella copia l’elemento gotico sparisce
in gran parte ed è ristabilito completamente il carat-
tere italiano. 11 Santo sul davanti è omesso, e a de-
stra la composizione è un poco allargata, e quello che
pare un lago viene su vicino ai muri dalla stessa parte.
Il contorno a penna e bistro può scusare in qualche
modo l’antica attribuzione, ma tutte le caratteristiche
del colore all’acquarello, con tinte variate di bruno,
verde, rosa, bianco e bleu (quest’ultimo colore corri-

spondente esattamente a quello dei due altri disegni
del Castiglione nel Gabinetto delle stampe del British
Museum') giustificano pienamente la nuova attribu-
zione. A. M. H.

Notizie d’ Arezzo.

Scoperta di affreschi di Pier della Francesca
ad Arezzo. — In una delle Chiese di proprietà del
Municipio aretino, il quale per singolare disposizione
ha il possesso dei principali edilìzi sacri della città, e
precisamente nell’elegantissimo tempio di Santa Maria
delle Grazie, il cui portico meraviglioso tra il verde
della campagna sembra lo sfondo di un quadro del
quattrocento, ebbi occasione alcun tempo addietro di
rinvenire casualmente un affresco che riconobbi per
opera di Lorentino d’Arezzo, scolaro di Pierdella Fran-
cesca.

Piero della Francesca: Affresco. Arezzo, presso Santa Maria delle Grazie

L'Arte. IX, 39.
 
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