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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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Ciaccio, Lisetta: Scoltura romana del Rinascimento, [2]: primo periodo (sino al pontificato di Pio II)
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0391

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350

LISETTA CI ACCIO

Anzi io propenderei a crederlo pel fatto che in ambedue i disegni si vede un grande rilievo
rappresentante Cristo, ed otto piccoli rilievi laterali con figure di santi. Veramente questi
pezzi sono ritratti nei due disegni con varianti tutt’altro che lievi : nel Ciaconio Cristo è
benedicente in gloria, seduto sulle nuvole; nel Grimaldi è rappresentato sotto forma di
Pietà, ritto nella tomba, sorretto da due angioli ; e quanto agli otto pezzi minori nel Cia-
conio sono nicchie con figure intere, nel Grimaldi lastre con mezze figure. Ma, tenendosi
conto della nota imprecisione dei due disegnatori, specialmente del Grimaldi,1 si può ancora

ammettere che essi, disegnando a memoria, forse dopo
aver potuto con poco agio vedere i frammenti mal
collocati o accatastati, avessero l’intenzione di ritrarre
gli stessi modelli, senza farsi scrupolo di aiutarsi con
la fantasia là dove la memoria mancava.

Ma comunque sia, i nn. 48 e 51 delle Grotte Vati-
cane non possono in nessun modo ritenersi frammento
della tomba di Callisto III : essi non sono nè nicchie
con figure intere, nè rilievi con busti, bensì lastre lavo-
rate sì in rilievo, ma con una figura intera di santo,
e sono di forma tale da doversi escludere che mai faces-
sero parte di un monumento fune rario del secolo xv.

Le figure posano su una specie di gradino spor-
gente, sul quale vanno pure a terminare una cornice
a foglie che gira tutt’attorno al campo rettangolare
occupato dalle figure e due piatti pilastrini a tre sca-
nalature che stanno a dividere l’un campo dall’altro
e che reggono una cornice ad ovuli. I due santi hanno
testa piuttosto grande per l’esile corpo, allungata, dal-
l’ovale un po’ quadro, che presenta una strana model-
latura molto pronunciata; labbra alquanto grosse,
scoperte anche nella figura del n. 48 (fig. 5) con baffi
e barba ; occhi grossi e bene aperti, senza indicazioen
di iride o pupilla; fronte breve, in parte ricoperta dalla
massa compatta della capigliatura. L’attitudine delle
braccia è dura e senza disinvoltura, le mani, che pre-
sentano una strana forma caratteristica della palma
molto più larga all’attaccatura del pollice che a quella
delle altre dita, vorrebbero essere di fisonomia natura-
listica. Nel complesso le figure sono lavorate molto finemente, in modo speciale nel panneggio
a pieghe classicheggianti : sottili, copiose, piatte nelle maniche e nel busto, assai migliori
nella parte inferiore della persona, ove presentano maggior rilievo, pur disegnando con tra-
sparenza le forme ricoperte.

Tutte queste particolarità ci permettono di riconoscere come opera dello stesso mar-
moraro altre due lastre simili che, insieme con altri pezzi pure del secolo XV, ma certa-
mente posteriori, formano il paliotto dell’altare di San Girolamo, all’ ingresso (a sinistra)
della cappella di Sisto V in Santa Maria Maggiore2 (fig. 8).

(secondo il Grimaldi)
(Fot. Sansaini)

1 Si veda ad esempio nel mss. cit. a c. 71 il ciborio

di Innocenzo Vili, ove ai lati della portella sono
rappresentati due angioli librati, laddove nei fram-
menti superstiti li vediamo eretti e fermi: a c. i85v il
monumento di Paolo II, che non presenta altre scul-
ture se non la Resurrezione ed il Giudizio universale,

e nella base non ha assolutamente posto per le tre
Virtù teologali ed i due rilievi con Adamo ed Èva,
che ci sono stati conservati e che vediamo collocati
al loro giusto posto nella stampa del Ciaconio.

2 A. Valentini, La patriarcale basilica liberiana,
Roma, 1839, tav. LXXXII.
 
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