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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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Brunelli, Enrico: Pietro de Saliba
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0399

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358

ENRICO BRUNELLI

garzone nella bottega di Iacobello, nè riappare poi sino al 1497, del quale anno è datato
il suo primo quadro di indiscutibile autenticità.

Accanto alle figure dei due Antonelli seniore e iuniore, si delinea, più che mai oscura
ed incerta, la figura di un terzo Antonio parimenti siciliano, parimenti messinese, parimenti
pittore. Ma di lui dirò più a lungo in altra occasione. 1

Pietro da Messina potrebbe apparire come un artista cui la fortuna maggiormente
arrise, che non ad Antonello de Saliba o a Iacobello. Il suo nome andò oltre i confini
dell’isola natale; e gli storici dell’arte, che tacquero degli altri due, fecero di lui menzione
come di un collaboratore, come di un parente forse del maggiore Antonello. In realtà la
memoria serbata di Pietro deriva principalmente da una identificazione, tutt’altro che giu-
stificata, fra lui e quel Pino da Messina, cui accenna Francesco Sansovino;2 mentre oggi
soltanto si rende possibile cominciare a costituire, su basi sicure, la biografia di Pietro.
Questi (che è, secondo ogni probabilità, diverso da quel Pino che effettivamente collaborò
con Antonello) va invece, con certezza quasi assoluta, identificato con un Pietro de Saliba,
pittore che appare a Messina nel 1497 e a Genova nel 1501. Così può stabilirsi che il
Petrus Messaneus, di cui a Venezia e a Budapest sono due quadri firmati, non è altri che
un fratello di Antonello de Saliba e un nipote di Antonello seniore. Ma tutto ciò esige una
breve dimostrazione.

Devesi al La Corte Cailler la pubblicazione dell’unico documento che si riferisca alla
attività in Messina di Pietro de Saliba. Questi s’impegnava il 14 marzo 1497 a dipingere,

monografia ebbi conoscenza delle pubblicazioni del
La Corte Cailler e del Di Marzo (uscite nello stesso
anno, ma poco prima), dalle quali si deducono alcune
maggiori notizie biografiche sul pittore, e si può, fra
altro, fissar la sua nascita al 1466 67. Dovrei eliminare
l’ipotesi da me proposta, che Antonello de Saliba sia
stato discepolo di Antonello seniore; mentre risulta
che la sua educazione artistica cominciò solo nel 1480,
sotto Iacobello. Ma se non potè esserne scolaro, certo
Antonello subì profondamente gli influssi dello zio.
Così persisto nel credere che egli sia stato a Venezia,
sebbene il La Corte Cailler lo neghi e dica anzi (An-
tonello, pag. 378) che è provato che egli non vi fu.

10 non so veramente donde il La Corte abbia tratta
questa prova negativa, cui contrastano gli influssi ri-
mescili (forse anche vivarineschi) che sono pur tanto
palesi in Antonello de Saliba.

1 In una Madonna della collezione Cook di Richmond
(n. 47), firmata ANTVS | DE MESSI | NA | OPVS,
si manifesta un artista che nulla ha di comune sia con
Antonello seniore sia con Antonello de Saliba, ma che
invece mostra un carattere schiettamente ed esclusi-
vamente veneto e un’affinità palese con la maniera di
Lazzaro Sebastiani e di Giovanni Mansueti. Dobbiamo
inferirne senz’altro la falsità della segnatura? E perchè?
A Venezia, nella fine del secolo xv, la colonia messi-
nese è numerosa ; e in essa troviamo due Antonii da
Messina, diversi certamente l’uno dall’altrq (Ludwig,
op. cit.): l’uno, già morto nel 1480, che il Ludwig iden-
tifica col maggiore Antonello, l’altro (egregius vii ser
Antonius de Messina quondam Viori, di cui rimane un
testamento del 1479 a favore della propria serva), che

11 Ludwig stesso propende a identificare con Antonello

de Saliba. L’una e l’altra identificazione possono
oggi facilmente dimostrarsi erronee; quindi abbiamo
non solamente un terzo, ma anche un quarto Antonio
da Messina. Ma i documenti non ci dicono che questi
Antonii fossero pittori ; nè è pertanto proponibile la
ipotesi che uno di essi sia l’ANTVS di Richmond.
Pur questa firma rimane a suffragare la tesi dell’esi-
stenza di un terzo Antonello. Non posso qui non ram-
mentare il fatto che la chiesa di Sant’Andrea di Bigonzo,
presso Ceneda, possiede affreschi distrutti in parte, in
parte deperiti, ove esiste la segnatura ... mcccclxxxv
. .. Antonellus pinxit. La data indica che non può
trattarsi del vecchio Antonello, morto nel 1479, non
di Antonello de Saliba, che in quell’anno aveva di-
ciotto anni appena. Dunque? Questa segnatura datata
sarebbe decisiva ; ma pur troppo manca la designa-
zione della patria di quest’altro Antonio. E che deve
pensarsi infine della firma ANTONIVS MESANESIS,
apposta alla Pietà posseduta, a Vienna, dalla Galleria
del Belvedere? Non si tratta certamente di un’opera
del maggiore Antonello ; e solo con riserva potrebbe
pensarsi, per tal quadro, ad Antonello de Sabba. Io per
ora espongo soltanto dubbi e ipotesi, riservandomi di
tentare fra breve la prova dell’esistenza di un terzo pit-
tore, di nome Antonello da Messina. L’affermazione,
frattanto, non è temeraria.

2 Francesco Sansovino, Venetia citta nobilissima
et singolare, descritta in XIIII Libri, In Venetia ap-
presso Iacomo Sansovino, 1581, lib. II, pag. 49, chiesa
di San Giuliano. — ... <5^ Antonello da Messina che fu
il primo inventore della pittura à olio, fece il San Chri-
stoforo, ér Pino da Messina il San Sebastiano che sono
da i lati del S. Rocco fatto di rilievo. ..
 
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