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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI issue:
Fasc. 5
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Brunelli, Enrico: Pietro de Saliba
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0412

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PIETRO DE SA ZIE A

37i

si sia rinvenuta l’autentica firma originaria di Pietro.’ Ciò il Paoletti non dice: egli si limita
a proporre, in luogo dell’attribuzione antica, un’attribuzione che pare a lui più conforme al
valore del quadro, ove non si trovano le qualità superiori degli Antonelli incontestabili. E l’at
tribuzione nuova gli fu suggerita dal fatto che del Cristo di Antonello esiste una copia fatta
indubbiamente da Pietro.

Non è qui il luogo per discutere se sia un originale o una copia il quadro di Venezia-
Se esso è una copia, è un’ottima copia, traverso alla quale si può intendere tutta la gran-
dezza del tipo di Cristo creato dal maggiore Antonello.1 2 Questi non seppe rendersi interprete
degli affetti profondi dell’ animo, ma dalle sue abitudini di osservazione analitica, derivate
dai fiamminghi, fu condotto a dare una rappresentazione, studiata in ogni particolare e in
ogni particolare scupolosamente vera, dello strazio di un uomo torturato. Ritrasse lo strazio
in un uomo di tipo volgare, ma dello strazio trovò l’espressione più potente e più efficace;
bandì ogni idealismo, ma col realismo ottenne il massimo dell’effetto drammatico. Del tipo,
da lui creato, il Cristo di Venezia è una fine interpretazione analitica, ove l’esecuzione è
precisa e vigorosa, ove l’angoscia è resa intensamente. Questo busto produce un effetto di
durezza, ma è la durezza di un bassorilievo in bionzo; mentre il Cristo di Budapest, smorto,
inefficace, appare di legno.

Se il Cristo di Venezia spettasse a Pietro, dovremmo dire che questi si presenta sotto
due aspetti profondamente diversi, a volte sciatto e volgare, a volte robusto e fine. Ma le
opere autentiche ci mostrano un Pietro solo, sciatto e volgare sempre. Ora può un pittore
meschino elevarsi, nella scala del mediocre, di qualche grado; ma può cambiar natura? Può
l’autore del Cristo di Budapest e della Madonna di Santa Maria Formosa esser l’autore del
Cristo di Venezia, duro ma forte, della Madonna degli Scalzi, debolmente disegnata ma piena
di grazia? Finché un diverso Pietro non ci sia rivelato da documenti certissimi, dovremo
escludere, dal novero delle sue, qualsiasi opera, ove sia una nota artistica personale o una
traccia di vigoria o un lampo di bellezza.

Enrico Brunelli.

Maggio 1906.

1 Sotto la seconda elle della firma, si scorge una
asticella o un'ombra di asticella, in cui potrebbe rav-
visarsi la traccia trasversale di una erre, alterata poi
in una elle. Avremmo così non soltanto un us, ma un
rus finale originario ; donde la possibilità del sospetto
cher quivi fosse un’antica firma Petrus. Ma non si dà
cosi corpo a un’ombra?

2 Se il Cristo alla colonna di Piacenza appartiene

certamente al 1473, dobbiamo attribuire una data al-
quanto posteriore al Cristo di Antonello, donde de-
rivano la copia (?) di Venezia, quella di Richmond e
quella di Budapest; dato il carattere veneziano di
questa seconda edizione, rispetto alla prima. Tale data
potrebbe fissarsi intorno al 1475-76; in corrispondenza
del secondo (?) soggiorno che fece Antonello a Ve-
nezia.
 
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