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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 5
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0429

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CORRIERI

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gesto del Battista mostra che accanto era la figura
di Cristo, vale a dire della Madonna col Bambino nel
grembo. Dall’altra parte della Madonna stavano altri
tre santi in mezza figura; due di questi esistono an-
cora, in Inghilterra, nella raccolta Fuller-Russel. I tre
santi di Berlino mostrano uno stile assolutamente duc-
cesco, ma sembrano più plastici e meno calligrafici.

I colori sono pesanti ma vivi. Quest’arte è molto
differente dalla maniera di Simone Martini, di cui in-
vece il Waagen si ricordava, quando vedeva l’ancona.
È interessante il fatto, che nel principio del Trecento
a Firenze non si trovava un pittore indigeno per di-
pingere il quadro centrale per la chiesa dei Minori.
Questo fatto è importante anche perla storia di Giotto.
Era questo troppo occupato dagli affreschi? Era a
Padova o in altra città dell’Italia superiore ? O aveva
forse poca inclinazione per preparare e dipingere una
ancona con tante tavole in cornici d’oro, un’opera
che costava tanto tempo, tanta diligenza ? L’arte se-
nese tendeva più che la fiorentina a queste cose deco-
rative, composte come un mosaico prezioso, ricco di
tanti colori, pilastri, fiali e cornici. La galleria di Ber-
lino possiede già da venti anni un pezzo della predella
dell’ancona di Duccio; adesso con questa grande ta-
vola con i tre santi ha acquistato un altro cimelio
dell’arte primitiva senese non meno storico, non meno
splendido e più monumentale.

Altri acquisti recenti sono una lunetta di Luca della
Robbia colla Madonna e due angeli, fatta verso il 1460;
somiglia alla Madonna Piot (Mad Andrée, Paris) e alla
lunetta della via dell’Agnolo a Firenze, trasportata
adesso per la tristezza di tutti gli amici dell’arte al
Bargello. Un quadro di Giovanni Bellini, la Madonna
col Bambino sul fondo di un tappeto rosso appartiene
al tempo primo del pittore. Diverse tavole di Sassetta,
Giovanni di Paolo, ecc., completano la collezione del
Quattrocento senese. Due piccoli quadri allegorici, stu-
pendi nella loro colorazione mantegnesca, sono attri-
buiti al Parentino. Il signor E. Simon ha acquistato un
ritratto già nella collezione Leuchtenberg a Pietro-
burgo, dal Berenson battezzato come un’opera del suo
Amico di Sandro, qui a Berlino ricuperato di nuovo
come un quadro autentico e primitivo di Sandro stesso,
dipinto nello stesso tempo del Sebastiano di Berlino.

Paul Schubring.
Notizie di Firenze.

Le notizie artistiche che provengono da Firenze non
sono fortunatamente soltanto quelle dei furti frequenti,
e sempre impuniti, di opere d’arte Mentre s’involano
di continuo opere di scultura specialmente dalle chiese
di campagna, nelle chiese cittadine di tanto in tanto
vengono in luce antichi dipinti, o dimenticati o na-
scosti sotto lo scialbo delle pareti ; e più ne verreb-

bero se, oltre a maggiori assegni disponibili, ci fosse
anche più buona volontà.

Per cura dell’Ufficio regionale d’arte e per l’opera
solerte del restauratore signor Giuseppe Piccini, si
continua il lavoro di scoprimento — già iniziato fino
dall’anno scorso —- degli affreschi trecentistici che
adornavano la seconda cappella nel braccio destro del
transepto di Santa Maria Novella, contigua alla cap-
pella Strozzi dipinta da Filippino Lippi. Al di sopra
della balza con mezze figure di santi e profeti, sco-
perta fino dall’anno passato, sono venute in luce, assai
ben conservate e vigorose di disegno e di colore,
quattro storie della vita di San Gregorio Papa, cui fu
dedicata la cappella dopoché, nel 1335, dall’antica
confraternita di San Pier Martire, fondata nel 1243,
che fu poi chiamata di Santa Maria o dei Landesi, la
cappella stessa passò alla famiglia dei Bardi per te-
stamento di Riccardo di Ricco dei Bardi. Per memoria
di questo passaggio e di questa nuova dedicazione i
Bardi posero una lapida scolpita colla figura di San
Gregorio e le loro armi nel pilastro all’entrata della
cappella. Oltre le quattro storie intere delle due pa-
reti maggiori, altre due frammentarie ne sono apparse
nel vano fra l’antica finestra e il pilastro d’angolo.
La maniera facilmente riconoscibile è quella di Spi-
nello, e ricorda assai i freschi della cappella di via
della Scala. È un’altra pagina assai interessante che
così si aggiunge all’opera artistica di questo fortunato
artefice, di cui ci sono avanzati più lavori forse che di
ogni altro pittore del Trecento.

Ma, quello che è più notevole ancora, al di sotto
dell’intonaco della*nuova'pittura, è riapparsa l’antica
decorazione a forme bizantine, assai rozza e primitiva,
dell’antica cappella. Una figura di santo domenicano
che si scorge, assai sbiadita, in un frammento di questa
ornamentazione, mentre fa pensare che la cappella
fosse in antico dedicata o a San Domenico o più pro-
babilmente a S. Pier Martire, mostra che oltre alla de-
corazione l’antico fresco conteneva storie di quel santo
domenicano. In ogni modo, questa scoperta della de-
corazione duecentesca conferma la supposizione del
Wood Brown ( The Dominicali Church, pag. 127) che si
abbia qui una parte della chiesa primitiva del 1246,
e fa sperare che le ricerche che prossimamente si fa-
ranno nella cappella dei Gondi potranno dar qualche
luce intorno alla tradizione nota al Vasari, poi troppo
sollecitamente forse messa da parte dalla critica recente
e ora difesa nuovamente dal Brown, sull’opera di pit-
tori greci nell’antica Santa Maria Novella, dai quali
avrebbe appreso Cimabue.

Invece queste scoperte nella cappella dei Bardi sem-
brano render poco probabile l’opinione del Brown e
di molti altri che a questa cappella appartenesse in
origine la Madonna Rucellai. Sia questa un’opera di
Cimabue, o di Duccio, o di Meo da Siena (Snida) o
di chi altri si voglia, la tavola è di dimensioni tal-
 
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