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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 6
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Frizzoni, Gustavo: Appunti critici intorno alle opere di pittura delle scuole italiane nella galleria del Louvre
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0448

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406

GUSTAVO FRI ZZO NI

che lavorò alla corte di Federigo da Montefeltro fra il 1464 e il 1476. Sarebbe ad ogni
modo più ragionevole iscriverli nell’arte fiamminga. Ma checché sia di ciò, quello di che
mi faccio interprete per parte degli studiosi si è il voto, che la parte spettante al Louvre
(di provenienza Campana parimente) venga collocata in modo da poter essere meglio apprez-
zata nel suo complessò, non così sparsa quale si trova ora nelle diverse sale, e se fosse
possibile anche liberata da certe deturpazioni subite nei tempi passati, non fosse altro in
considerazione dell’interesse storico.

Ed ora inoltriamoci nelle grandi sale, il Salon carré e la Grande galerie, dove vi sareb-
bero pure parecchie cose da desiderare.

Serva la figura 6 a richiamare alla mente un ritrattino che sarà stato avvertito da
chiunque abbia visitato lo splendido salone.

Quale segno dei tempi vale la pena di riportare quanto ne disse il sig. Fed. Villot,

Fig. 5 — Il Giudizio di Paride
di Gerolamo di Benvenuto - (Fotografia Giraudon)

nel suo catalogo del Museo imperiale, a. 1865, sotto l’egida di un uomo tenuto tanto auto-
revole ai suoi tempi, quale il defunto Federico Reiset :

« Ce superbe portrait, inscrit dans les notices préccdentes sous le nom de Raphael, a
passe longtemps pour étre celui de Domenico Alfani, un des élèves du Pérugin, puis du
graveur Marc Antoine, sans qu’on puisse donner aucune preuve à l’appui de l’une ou de
l’autre assertion ; enfin la vigueur du coloris et l’entente du clair-obscur l’ont fait attribuer
successivement par différents connnaisseurs à Giorgion, à Sébastien dal Piombo, puis à
Francesco Francia. Cette dernière attribution nous semblant la plus raisonnable, nous avons
cru devoir restituer au Francia un chef-d’ceuvre, qui certainement ne présente aucune analogie
d’exécution avec les peintures indubitablement authentiques de Raphael ».

Oggidì si è fatto un passo di progresso, rinunciando al Francia, bolognese, e ammet-
tendovi la scuola fiorentina del secolo XVI.

Lo ammise come tale anche il Morelli, ma non colse nel segno precisamente suggerendo
d’accordo col Passavant, quale autore Ridolfo del Ghirlandaio. Meglio ispirato questa volta
il Cavalcasene, lo dà al fiorentino Franciabigio. E bene osservano in proposito i già citati
collaboratori Lafenestre e Richtenberger, che in palazzo Pitti si trova un ritratto del suddetto
 
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