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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 6
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0497

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454

MISCELLANEA

zione dell’arte dell’Alta Italia si estende anche ad Er-
cole de’ Roberti.

Ora è possibile che Antonello fosse andato una
prima volta a Venezia senza subire dall'arte veneziana
influsso alcuno, e che solo in un secondo viaggio,
quando avrebbe dovuto essere ben più saldo pittore,
assimilasse forme veneziane, sì da portare all’arte sua
il gran mutamento? Antonello prima del 1473 non è
andato a Venezia. Così si poteva conchiudere, per
quanto non fosse ancora stato conchiuso, sugli ele-
menti che già si possedevano; ma l’andata dell’artista
a Venezia non era precisata ancora. Nel '75 infatti
era colà; e nel '74? La conoscenza del quadro di
Palazzolo Acreide ci può dare completa risposta.

In esso la Madonna ha il volto con lineamenti duri,
senza grazia, quasi di vecchia; molto sviluppato il
cranio; nessuna grazia nel movimento; il panneggio
pesante, senza una linea ; i capelli appiccicati al capo.
E anche l’angelo ha una grossa calotta da cui dietro
sporgono a massa i capelli, in una forma affatto extra-
veneziana. E le ali, basterebbero le ali a tradire con
la punta altissima del loro gomito, lo spirito disar-
monico che dominava a Napoli per influsso di stra-
nieri, fiamminghi, come la tradizione ci dice, e spa-
glinoli, come forse qualche nuovo raffronto potrebbe
portarci a pensare. E certo anche più del trittico di
Messina, il quadro di Palazzolo Acreide ci riconduce
all’arte spaglinola. Ma non è qui il luogo, nè per ora
è forse la possibilità di definire le origini artistiche
di Antonello.

Quello intanto che possiamo determinare si è che
nessun carattere veneziano si trova nell'Annunziazione;
e però, che Antonello è andato a Venezia soltanto
dopo il compimento di essa. Se dunque l’opera fu
cominciata nell’agosto del '74, solo verso la fine del-
l’anno potè esser compiuta. E poi che sappiamo in
realtà che nel '75 il pittore era a Venezia: agli ultimi
del ’74 o ai 1 rimi del '75 egli dovette andarvi.

E oltre a precisare la data del viaggio, la pala di
Palazzolo ha valore di controprova di quanto è stato
detto per il trittico di Messina : se per un momento
si fossero potute considerare eccezionali le forme stra-
niere di questo, VAnnunziazione viene a chiarire come
Antonello aumentasse le sue caratteristiche di durezza,
di assimilazione artistica extra-italiana, proprio nel
momento in cui il viaggio a Venezia gli aprì un nuovo
mondo, deviando le sue aspirazioni. Ed ebbe pochi
anni ancora di vita, e in essi lavorò intensamente,
creò i suoi capolavori.

Anche sopra un altro quadro notevole ci porta luce
la tavola di Palazzolo. Il Cook 1 pubblicò una Madonna
della collezione Salting supponendo ch’essa fosse d’An-
tonello o molto vicina almeno a lui. Il confronto con
l'Annunziazione precisa questo giudiz’o : esclude l’attri-

1 L’Arte, 1905, pag. 120.

buzione ad Antonello, conferma quella a maestro spa-
glinolo, e a un tempo porta una prova evidente delle
relazioni fra il messinese e l’arte spaglinola.

Lionello Venturi.

Ancora del bassorilievo attribuito ad Agostino
di Duccio nella collezione Aynard. — Del bassori-
lievo attribuito ad Agostino di Duccio nella collezione
Aynard ho già avuto occasione di parlare ne L’Arte
(a. IX, pag. 379-381), notando come esso, sia consi-
derato sotto l’aspetto iconografico, sia considerato nel
suo stile e nei particolari dell’abbigliamento e della
decorazione, lasci adito a sospetti. Di contrario av-
viso furono e sono studiosi eminenti, e la conclusione
del Bertaux che ravvisò in quel bassorilievo un’opera
autentica, e squisitissima, di Agostino troverà forse
maggiore consenso di quel che non possa trovare la
conclusione cui pervenni e ch’io dopo un nuovo e
accurato esame della questione, non saprei abban-
donare.

Questo nuovo esame mi dà luogo tuttavia a pre-
sentare un nuovo elemento per l’illustrazione del bas-
sorilievo, sotto l’aspetto iconografico: esclusa l’ipotesi
che esso rappresenti lo Sposalizio dì Santa Caterina,
è proponibile un’altra ipotesi, che possa cioè ravvi-
sarvisi una rappresentazione del Commiato dì Cristo
dalla Vergine, prima della Passione.

Tale soggetto, tratto da un evangelo apocrifo, trovò
la più intensa ed efficace interpretazione nel quadro
del Corregg’o che appartiene alla collezione Benson.
Quivi Cristo è ritratto ginocchioni, con le braccia con-
serte al petto, nell’attitudine di chi attende, mentre
la Vergine, quasi svenuta, incapace di muoversi verso
il figliuolo e di trattenerlo, è sorretta dalla Maddalena.
Il Correggio diede la forma più sviluppata ed eletta,
e a un tempo più drammatica, alla rappresentazione,
raramente trattata del resto sebbene non dimenticata
nemmeno ai giorni nostri;1 il bassorilievo di Lione
(ammessa per un momento come realtà ciò che è
mera ipotesi sul suo soggetto) rende la scena pietosa
in forme più semplici e meno efficaci, quali meglio
converrebbero all’epoca cui il bassorilievo appartiene
se genuino. Qui ogni ricerca drammatica è soppressa,
qui Cristo è calmo e l’atto della donna, più che espri-
mere uno strazio intimo, esprime premura affettuosa
per il Cristo stesso.

Ho detto che l’ipotesi è semplicemente proponibile.
Nulla esclude che si tratti qui di un commiato, e Cristo
è certamente uno dei due personaggi, ina è l’altro
la Madonna?

Questa figura aggraziata e verginale pare, notò feli-
cemente il Bertaux, quella di una sorella maggiore, e

1 La scena del Commiato di Cristo dalia Madre è compresa fra
gli episodi ritratti da Lodovico Pogliaghi sulla moderna porta
di bronzo del Duomo di Milano.
 
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