Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

DOI Heft:
Fasc. 6
DOI Artikel:
Corrieri
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0500

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
CORRIERI

457

Sono opere di grande interesse che attestano l’espan-
sione dell'arte francese del sec. xiv e la sopravvivenza
dei suoi influssi durante un lungo volger di anni ;
poiché queste pitture hanno dovuto essere eseguite
verso la metà, forse nella seconda metà del sec. xv.
Esse dovevano originariamente circondare, secondo
la tradizione spagnuola, una grande figura di S. Gior-
gio, centro dell’ancona di una cappella dedicata a
questo santo. Una grande Madonna spagnuola, cir-
condata di angeli coronati di fiori in atto di tenere
cesti di rose o di suonare vari strumenti, senza dubbio
un poco più antica, verrà prossimamente a prendere
posto presso quelle pitture. Essa proviene dai dintorni
di Vittoria, non lontano dalla frontiera occidentale
francese, e porta forse ancora più evidentemente, l’in-
fluenza dei miniaturisti del Duca di Berry. Il conte
Paolo Durrieu osservò, appena vistala, che la corona
d’oreficeria della Vergine riproduce quasi esattamente
la corona della Madonna nel manoscritto che perì nel-
l’incendio della Biblioteca di Torino, e che era stato for-
tunatamente pubblicato da lui stesso poco tempo prima.
Ma non solamente questo dettaglio materiale, ma il tipo
ed i gesti della Madonna e del Bambino, le loro mani
dalle lunghe dita, le pieghe delle stoffe, la grazia
degli angeli dai capelli ricciuti, ricordano le miniature
eseguite per il Duca Jean de Berry. È un problema
nuovo e interessantissimo che si porrà davanti alla
erudita curiosità degli studiosi.

Insieme con la spagnuola, la scuola inglese è la
sola che da un anno si sia arricchita nel Museo del
Louvre. Ed essa si è accresciuta in modo notevolis-
simo. Il barone Alfonso de Rothschild, alia sua morte,
seguendo una nobile tradizione della sua famiglia,
designò nelle meravigliose collezioni che egli aveva
saputo riunire, un’opera preziosa per il Louvre.
Era un’attraente pittura di sir Joshua Reynolds, rap-
presentante, in un paesaggio, Mr. Hare, il pendant
del ritratto di Miss Hare che possiede la National
Gallery.

È una di quelle opere infinitamente graziose che
danno così fini attrattive alle produzioni dei grandi
maestri inglesi. Essi si erano applicati sopra tutto a
rendere le grazie dei bambini, i loro gesti così gra-
ziosi, le loro fisonomie sorridenti, le k ro capigliature
d’oro ricciute. E questa grazia così fugace e così dif-
ficile a cogliere, è espressa qui in una maniera straor-
dinariamente felice, in una colorazione fresca, con lo
sfondo di un paesaggio particolarmente gaio ed at-
traente.

Dopo di questa, che è l’opera più importante della
scuola inglese che possiede il Museo del Louvre, gli
altri quadri entrati recentemente sembreranno assai
meno interessanti. Una veduta di Parigi, la Senna e
Pont neuf, rappresenta per la prima volta nel nostro
grande Museo Nazionale l’arte di Turner, e merita
attenzione a questo riguardo. Un ritratto di uomo e

uno di donna, a mezzo busto, di T. Lawrence, di
aspetto piacevole e di esecuzione molto larga, sono
stati dati da un gruppo di amatori, colla veduta del
Pont neuf. Finalmente M. Jules Maciet ha fatto dono
di un ritratto di vecchia, firmato, di Hodges, il ben
noto incisore che venire a stabilirsi in Olanda, dove
sotto l’influenza di Rembrandt dipinse questo ritratto
che è un’opera interessantissima nell’evoluzione della
pittura inglese.

Noi ricorderemo brevemente l’acquisto del ritratto
di Mme de Calonne, fatto da Ricard, che può essere
considerato come il capolavoro di questo grande ar-
tista, il ritratto di Lacordaire, allorché egli era al con-
vento di Santa Sabina in Roma, di Th. Chassériau,e
dello stesso pittore il ritratto di Marilhah al tempo
del suo ritorno dall’ Egitto, cioè in un tempo nel quale
Chassériau non aveva che 16 anni; è dunque un’opera
interessantissima per studiare la formazione di questo
maestro.

Il dipartimento della scultura si è arricchito nella
maniera più soddisfacente. Recentissimamente, alla
vendita seguita alla morte di Enfile Molinier, il Louvre
ha acquistato una bella statua romanica di San Mi-
chele, che è opera rarissima, di esecuzione larga e di
grande carattere, di un’epoca della quale i musei quasi
non possedevano esemplari buoni ed importanti ; que-
st’opera, con le due colonne delle quali noi segna-
lammo l’anno scorso il dono fatto dagli Amis dii
Louvre, costituirà un insieme rimarchevole allorché i
riordinamenti necessari avranno permesso di disporre
melodicamente i nuovi acquisti di questo dipartimento.
Alla stessa vendita il Louvre pensò di acquistare un
bellissimo busto di San Sebastiano, del principio del
sec. xv, che viene a fare felicemente pendant ad un
busto di vescovo del secolo xiv acquistato dal Museo
poco tempo avanti. L’opera forse più importante en-
trata da un anno in questo dipartimento è una ma-
gnifica Vergine del sec. xiv, che ha conservato in
gran parte non soltanto la sua policromia, ma anche
le pietre di cui erano decorati i suoi abiti. È una
figura di grande bellezza, animata di quella delicata
espressione di intima soddisfazione, di gioia interna
naturalissima, che dà tanta grazia e tanta vita alle
sculture francesi di questo tempo. Non è da dirsi
tuttavia che soltanto il Medio evo sia stato favorito.
Oltre ad un busto di uomo in terracotta di Marie
Callot, allieva e collaboratrice di Falconnet, un busto
in bronzo di Diderot con dedica di Pigalle, noi se-
gnaliamo, per il sec. xvm, quattro opere importan-
tissime di Houdon, entrate recentemente al Louvre.
Dapprima i busti originali in gesso di sua moglie e
di sua figlia, opere piene di vita e di espressione,
nelle quali il maestro ha saputo mettere non solo
tutto il suo talento ma .tutto il suo cuore per rappre-
sentare in due effìgi che senza dubbio egli doveva
custodire sempre presso di sé, due esseri che gli erano

L'Arte. IX, 58.
 
Annotationen