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L' arte: rivista di storia dell'arte medievale e moderna — 9.1906

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Fasc. 6
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Corrieri
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https://doi.org/10.11588/diglit.24151#0503

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CORRIERI

460

l’ancella accanto al cratere di acqua — secondo il so-
lito schema iconografico —, poi la Fuga in Egitto nella
quale vedesi la Vergine seduta sul giumento in atto
di tenere in grembo il Bambino benedicente; infine,
una parte dell’ Ultima Cena: gli apostoli siedono in-
torno alla mensa mentre sul dinanzi Giuda si prostra
a ricevere dal Cristo il pezzo di pane.

È difficile determinare con esattezza l’epoca alla
quale risalgono questi dipinti la cui conservazione (e
se ne dovrebbe affino preoccupare l'amministrazione
della ricca città!) tanto importa ai nostri studi; credo
tuttavia di non andare troppo lontano dal vero asse-
gnandoli al xii secolo: essi non sono ancora così coni
penetrati di stile bizantino quanto fu la pittura a Ge-
nova nel secolo successivo come appare a chi consideri
gli affreschi ritornati in luce nella cattedrale di San

Fig. 2 — San Pier d'Arena
Abside dell’Oratorio di Sant’Agostino

Lorenzo (xm-xiv secolo) e quelli recentemente tra-
sportati al Palazzo Bianco dalle carceri di Sant’Andrea.1 2 3

La Pinacoteca di Savona aduna insieme con al-
cuni frammenti di mosaici pavimentar!, rappresentanti
scene piscatorie, trovati in iscavi del littorale tuni-
sino — suolo prodigo di tali opere della decadenza
ellenistico-romana — alcuni importanti dipinti. Il più
notevole fra questi è una bella pala ragionevolmente
attribuita a V. Foppa (1489), purtroppo assai ridipinta
nei panneggi delle figure, sudicia di polvere e di ver-
nici, traforata da grossi tarli! Dei due grandi polittici
assegnati a G. Massone di Alessandria, quello non
firmato dal pittore, nella sua parte centrale figurante
VAnnunciazione, ed anche nella sua generale costru-
zione, può a mio parere essere attribuito al Massone,
ma nelle parti laterali mi sembra dovuto ad artista
di carattere foppesco molto evidente. Ciò potranno
meglio chiarire i prossimi illustratori del Foppa.

1 Sono tre storiette della vita di San Giovanni Battista (fine
xm secolo).

Antichi affreschi nei dintorni di Albenga. —

Quale fascino è quello della vetusta Albenga raccolta
nel mezzo del piano ove il Centa volge pigro il suo
ultimo corso verso il mare! Stanno nel fondo, con-
tinuamente trasfigurantisi nella luce, le prime Alpi
Marittime.

Del sollevamento del terreno avvenuto nei secoli,
si ha la nozione osservando il vecchio Battistero1 affon-
dato di più che due metri sotto l’attuale livello della
città, la facciata della cattedrale in cui si conservano
avanzi d’altra più antica facciata anch’essa semise-
polta, e soprattutto il gran ponte romano coi suoi
dieci archi soffocati nella pingue campagna. Molte
notizie, interrogato, il suolo potrebbe darci del pe-
riodo romano, del quale anche ci resta un’epigrafe
altisonante di orgoglio municipale; molto ci potrebbe
narrare dei tempi, anteriori alla conquista di Rotali,
nei quali la città dipendette da Bisanzio. Le torri che
rosseggiano ardue, e nel centro di Albenga compon-
gono una visione così suggestiva quale poche città
medioevali italiane possono ormai offrire, ci ricordano
la prospera vita cittadina nel xm e nel xiv secolo, e
più ci direbbero se di sotto gl’intonachi delle case si
scoprissero i tronchi di quante di esse furono svettate,
le quali dovevano far irta di guglie e di merlature
la città (fig. 3).

Nei dintorni di Albenga sonvi alcune chiese adorne
di affreschi. 5

Presso la strada che sale a Pieve di Teco è, nel-
l’uliveto, la chiesa profanata di San Marco di Coasco,
insignificante edificio. Nella conca dell’abside è di-
pinto Cristo seduto entro una mandorla; ai Iati veg-
gonsi i quattro Evangelisti intenti alla loro opera
dinanzi a leggii ricolmi di libri. La rigidezza delle
pieghe nei panneggi, il tipo dei visi, la forma stessa
delle iscrizioni gotiche, mostrano una forte influenza
d’arte nordica, probabilmente francese, su questo no-
tevole affresco che conviene assegnare alla metà del
xv secolo. 4

A Bastia, sulla rocca sovrastante al paese, si vedono
ancora gli avanzi delle mura di un oratorio rovinato
coperti di affreschi della vita di Cristo, lavoro rozzo
della metà del Quattrocento, da osservare soltanto
per la varietà dei costumi introdotti nelle storie. Più
in là, nei frutteti, è la piccola chiesa di Santo Stefano
col suo antico campanile (xm secolo) Dal restauro
che ha sconciamente imbrattato gli affreschi della volta

1 Del Battistero, edificio di grande importanza architettonica,
finora malamente apprezzata, darò fra breve un’ampia illustra-
zione.

2 Cfr. Corpus Inscript. Lat., VII.

3 Devo alla singolarissima cortesia del rev. canonico D. Leone
Raimondi, di Albenga, la conoscenza di molti dei monumenti qui
indicati.

4 Presso l’altare è un rozzo affresco della Madonna col Bam-

bino fra due santi. Vi abbiamo notizia di due pittori locali: « pe-
trus guidus et gorgius eius filius de valle plebis pinxerunt - 1542».
 
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