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CORRIÈRI
I Pardini. — Verso lo scorcio del secolo xiv ri-
troviamo a Pietrasanta una famiglia d’artisti: i Par-
dini. Di Bonuccio sappiamo solo, perchè il Santini lo
ricorda nei suoi Commentari istorici della Versilia che
cooperò ai lavori di ampliamento del Duomo. Ma il
grande scultore di questa famiglia è Antonio del quale
Fig. i — Sarzana, Duomo. Altare della Purificazione
Leonardo e Francesco Riccomanni
(Fotografia Alinari)
abbiamo queste notizie ritrovate dal Ridolfi negli ar-
chivi di Lucca:
dal 1370 al 1387 lavorò nei grandi r. stauri del
Duomo di Pietrasanta. Diede in quest’opera ottima
prova del suo talento e fu chiamato, a Lucca dove
nel 1395 era maestro maggiore del Duomo. Cosi è
ricordato in un documento: ai 24 di luglio 1395 Gio-
vanni Simoni, arciprete della cattedrale di Lucca, fa
testamento e lascia una certa parte di eredità per eri-
gere un altare dedicato ai Santi Giovanni e Biagio,
dichiarando di aver già disposto a tal uopo certa
quantità di denaro come constava ad Antonio Pardini,
malori magìstro fabrice diete ecclesie ;
nell’aprile del 1419 fa testamento dinanzi a Ser
Marino Marino, notare di Pietrasanta.
Queste sono le notizie che si hanno di Antonio
Pardini: nessuna sua opera certa è conservata, ma io
credo debba attribuirsi a lui la scultura più impor-
tante di Pietrasanta, l’antico fonte del Battistero.
Sul suo margine superiore è incisa questa inscri-
zione :
M • CCC • LXXXV1III Mesi Februarii Tempore
Stefani Domei Oparii Ete Presbitero Michaelis Priìno
Preposito.
Ora noi sappiamo dai documenti citati che nel 1387
furono ultimati da Antonio Pardini i grandi restauri
ciel Duomo di San Martino; è facile quindi che
gli operai successivamente, nel 1389, facessero
eseguire dal maestro quest’opera che doveva ab-
bellire la chiesa. Essi che avevano in patria un
artista famoso e celebrato, che più tardi Lucca
chiamerà come maestro maggiore del suo Duomo,
non avrebbero avuto ragione di rivolgersi ad altro
maestro. Io credo che sia ragionevole pensare così
ed attribuire l’opera ad Antonio Pardini.
Il fonte è esagonale ed ha sulle facce la rappre-
sentazione delle virtù : Fides con le braccia aperte,
solenne, è in atto di innalzare i simboli della Re-
denzione, la croce ed il calice; Spes con il braccio
destro teso alla corona promessa ; Fortitudo, ferma
ed incrollabile come la colonna che regge; Iustìtia,
imperiosa con la sua bilancia; Caritas, ardente, che
stringe con la destra una fiaccola accesa ed ha
nella sinistra un’altra fiaccola spenta e capovolta ;
Temperantia che ripone serenamente la spada nel
fodero.
Antonio non rappresentò nel fonte le scene del
Battesimo ; egli aveva dinanzi nel suo spirito pronto
le figure scolpite da Andrea Pisano nella porta del
« bel San Giovanni » e volle seguire quel grande
esemplare di bellezza. L’influenza d’Andrea è evi-
dente nella composizione delle figure allegoriche,
negli attributi e nei simboli, anche nel disegno
delle cornici. Antonio è un artista completo che
ha studiato le opere dei contemporanei e quelle degli
antichi, che trae dagli uni il pensiero e dagli altri
la nobile forma solidamente costrutta. Queste figure
delle Virtù, fiere, con grande espressione di vita, sono
trattate con una tecnica perfetta, modellate con mor-
bidezza, accarezzate dalla mano sapiente dell’artista in
tutti i dettagli.
La figura della Caritas, per la posizione che il fonte
aveva nel Duomo presso il muro, è intatta, si vedono
ancora le tracce dell’ultimo rifinimento; nessuna opera
antica è arrivata a noi cosi fresca e nuova.
Antonio Pardini, fino ad oggi dimenticato, per
questa sua opera entra solennemente nella schiera
dei grandi scultori che lavorarono sulla fine del Tre-
cento.
CORRIÈRI
I Pardini. — Verso lo scorcio del secolo xiv ri-
troviamo a Pietrasanta una famiglia d’artisti: i Par-
dini. Di Bonuccio sappiamo solo, perchè il Santini lo
ricorda nei suoi Commentari istorici della Versilia che
cooperò ai lavori di ampliamento del Duomo. Ma il
grande scultore di questa famiglia è Antonio del quale
Fig. i — Sarzana, Duomo. Altare della Purificazione
Leonardo e Francesco Riccomanni
(Fotografia Alinari)
abbiamo queste notizie ritrovate dal Ridolfi negli ar-
chivi di Lucca:
dal 1370 al 1387 lavorò nei grandi r. stauri del
Duomo di Pietrasanta. Diede in quest’opera ottima
prova del suo talento e fu chiamato, a Lucca dove
nel 1395 era maestro maggiore del Duomo. Cosi è
ricordato in un documento: ai 24 di luglio 1395 Gio-
vanni Simoni, arciprete della cattedrale di Lucca, fa
testamento e lascia una certa parte di eredità per eri-
gere un altare dedicato ai Santi Giovanni e Biagio,
dichiarando di aver già disposto a tal uopo certa
quantità di denaro come constava ad Antonio Pardini,
malori magìstro fabrice diete ecclesie ;
nell’aprile del 1419 fa testamento dinanzi a Ser
Marino Marino, notare di Pietrasanta.
Queste sono le notizie che si hanno di Antonio
Pardini: nessuna sua opera certa è conservata, ma io
credo debba attribuirsi a lui la scultura più impor-
tante di Pietrasanta, l’antico fonte del Battistero.
Sul suo margine superiore è incisa questa inscri-
zione :
M • CCC • LXXXV1III Mesi Februarii Tempore
Stefani Domei Oparii Ete Presbitero Michaelis Priìno
Preposito.
Ora noi sappiamo dai documenti citati che nel 1387
furono ultimati da Antonio Pardini i grandi restauri
ciel Duomo di San Martino; è facile quindi che
gli operai successivamente, nel 1389, facessero
eseguire dal maestro quest’opera che doveva ab-
bellire la chiesa. Essi che avevano in patria un
artista famoso e celebrato, che più tardi Lucca
chiamerà come maestro maggiore del suo Duomo,
non avrebbero avuto ragione di rivolgersi ad altro
maestro. Io credo che sia ragionevole pensare così
ed attribuire l’opera ad Antonio Pardini.
Il fonte è esagonale ed ha sulle facce la rappre-
sentazione delle virtù : Fides con le braccia aperte,
solenne, è in atto di innalzare i simboli della Re-
denzione, la croce ed il calice; Spes con il braccio
destro teso alla corona promessa ; Fortitudo, ferma
ed incrollabile come la colonna che regge; Iustìtia,
imperiosa con la sua bilancia; Caritas, ardente, che
stringe con la destra una fiaccola accesa ed ha
nella sinistra un’altra fiaccola spenta e capovolta ;
Temperantia che ripone serenamente la spada nel
fodero.
Antonio non rappresentò nel fonte le scene del
Battesimo ; egli aveva dinanzi nel suo spirito pronto
le figure scolpite da Andrea Pisano nella porta del
« bel San Giovanni » e volle seguire quel grande
esemplare di bellezza. L’influenza d’Andrea è evi-
dente nella composizione delle figure allegoriche,
negli attributi e nei simboli, anche nel disegno
delle cornici. Antonio è un artista completo che
ha studiato le opere dei contemporanei e quelle degli
antichi, che trae dagli uni il pensiero e dagli altri
la nobile forma solidamente costrutta. Queste figure
delle Virtù, fiere, con grande espressione di vita, sono
trattate con una tecnica perfetta, modellate con mor-
bidezza, accarezzate dalla mano sapiente dell’artista in
tutti i dettagli.
La figura della Caritas, per la posizione che il fonte
aveva nel Duomo presso il muro, è intatta, si vedono
ancora le tracce dell’ultimo rifinimento; nessuna opera
antica è arrivata a noi cosi fresca e nuova.
Antonio Pardini, fino ad oggi dimenticato, per
questa sua opera entra solennemente nella schiera
dei grandi scultori che lavorarono sulla fine del Tre-
cento.